
[09/09/2011] News
Dopo le polemiche suscitate dalla serie TV della Bbc e di Travel Channel, accusate di aver mandato in onda immagini di una tribù amazzonica «recitate, false, costruite e distorte» da antropologi e Ong che difendono i popoli tribali, Survival ha realizzato un codice di condotta etica per registi e documentatiti che lavorano con i popoli tribali.
La serie incriminata, "Mark & Olly: Living with the Machigenga" è stata trasmessa negli Usa. Per realizzare lo show, Mark Anstice e Olly Steeds avrebbero vissuto in un villaggio indios per diversi mesi, per mostrare agli spettatori la vita "vera" della tribù. Ma due esperti in materia, Glenn Shepard e Ron Snell, gente che con i Machigenga ci ha vissuto davvero e a lungo, li hanno accusati, tra le altre cose, di «aver manipolato le traduzioni e di aver messo in scena pratiche culturali costruite e prive di basi etnografiche fornendo un ritratto della tribù falso e offensivo».
Il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, ha definito quel reality tra gli indios «un deprimente esempio del modo con cui i popoli tribali vengono solitamente ritratti in TV. Uno stereotipo dopo l'altro, tutti degni dell'Epoca vittoriana... Eppure la televisione continua a utilizzarli impunemente.
Tutti i produttori hanno un codice di condotta di riferimento, ma le questioni sollevate dalla serie TV di Mark e Olly mostrano quanto sia importante avere delle linee guida specifiche per filmare i popoli tribali. Survival spiega che «il modo in cui i documentaristi ritraggono i popoli tribali plasma l'idea che il pubblico si fa di loro, molto più di quanto non accada con altre società umane. Spesso, infatti, gli spettatori non sanno null'altro del popolo in questione se non quello che vedono in quei filmati. L'opinione pubblica diviene un elemento determinante del modo positivo o negativo con cui i popoli sono trattati, e pertanto i film giocano un ruolo cruciale nella violazione dei loro diritti. Documentaristi e registi hanno quindi l'importante responsabilità di presentare i loro soggetti in modo equo e accurato. Verso i popoli tribali devono essere applicati gli stessi criteri fissati dalle emittenti responsabili per parlare delle minoranze nei paesi ondustrializzati. I registi dovrebbero per esempio chiedersi "Potrei ritrarre in questo modo una comunità nera, ebrea o musulmana del mio paese?" Ritratti negativi alimentano stereotipi negativi che stanno alla base di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani, tra cui il genocidio. I governi li utilizzano per giustificare il furto delle terre e delle risorse dei popoli indigeni».
Le linee guida si prefiggono di aiutare i documentaristi a lavorare con i popoli tribali in modo responsabile. Diviso in sezioni, il Codice cita l'importanza del rispetto, della sicurezza sanitaria, di una post-produzione equa, della verità e della precisione. Ecco il codice proposto da Survival:
Lavorare con i popoli tribali.
Ottenere l'autorizzazione dai popoli che si vogliono filmare, e accettare qualsiasi limite essi vogliano porre.Prima di iniziare le riprese devono essere condotte ricerche accurate, consultando varie persone sul campo. Assicurasi che gli indigeni siano adeguatamente informati sulla situazione che il documentario intende raccontare e sul come verrà utilizzato. Assicurarsi che tutti gli intermediari rappresentino in modo appropriato gli indigeni protagonisti del filmato. Assicurarsi che la tribù sia adeguatamente ricompensata per la collaborazione. Assicurarsi che tutti i membri della troupe comprendano di doversi comportare come ospiti in casa d'altri. Abbandonare il progetto se il popolo obietta, indipendentemente da qualsiasi accordo stretto in precedenza e dagli investimenti già fatti.
Sicurezza per le tribù e la troupe cinematografica
I documentaristi non dovrebbero mai cercare di filmare le tribù incontattate, o quelle che hanno solo contatti sporadici con l'esterno. È estremamente pericoloso per entrambe le parti ed è probabile che il contatto provochi la morte degli indigeni a causa di malattie verso cui loro non hanno difese immunitarie. Prima di entrare nel territorio di una qualsiasi tribù dalle basse difese immunitarie, devono essere prese serie precauzioni - tra cui accurati controlli medici - per garantire che tutti i membri della troupe siano in perfetta salute. Chiedere sempre il permesso della tribù e delle autorità per entrare e filmare nelle aree indigene. Se qualche imprevisto dovesse mettere in pericolo il benessere della tribù o di terzi, il progetto dovrebbe essere subito abbandonato.Assicurarsi che gli indigeni coinvolti possano parlare liberamente, senza paura di rappresaglie da parte di governi o industrie. Tutelare il loro anonimato laddove necessario. I documentari non dovrebbero mai ignorare le minacce che gravano su tutti i popoli tribali del mondo, anche quando esse non costituiscono il tema principale del film.
In questo ambito, la denuncia è molto più importante che per altri popoli, che sono più conosciuti al grande pubblico.
Post-produzione equa
Assicurarsi che le traduzioni siano accurate, non manipolate da terzi, specialmente nelle aree sotto il controllo del governo (o delle aziende). I comportamenti inusuali non devono essere descritti come rappresentativi. Gli aspetti inconsueti della vita tribale dovrebbero essere mostrati nel contesto della vita quotidiana. Filmando i popoli tribali, è più importante che mai. Non dimenticare che i popoli ritratti nei filmati potranno vedere il prodotto finito e potrebbero decidere di ricorrere alla forza dei media o della legge contro rappresentazioni ingiuste o denigratorie. Quando possibile, uno o più rappresentanti indigeni dovrebbero poter vedere il film prima dell'editing definitivo, per avere la possibilità di correggere gli errori e approvare il modo in cui la loro tribù è ritratta.
Verità e precisione
Non ingannare lo spettatore con scenografie o artifici fuorvianti. Ecco solo qualche esempio: Gli oggetti realizzati in fabbrica non devono essere nascosti per far sembrare la popolazione più "autentica". Non chiedere alla gente di indossare abiti tradizionali o di girare nudi per ragioni di "autenticità". Non chiedere ai popoli tribali di far rivivere cerimonie o rituali ancestrali che non sono più celebrati, a meno che questo non sia spiegato chiaramente agli spettatori. Non permettere che l'obiettivo di realizzare una "buona storia" possa indurre gli spettatori a farsi un'opinione iniqua o non realistica della tribù.
Trattamento e linguaggi discriminatori
Non suggerire mai l'idea che i popoli tribali siano "arretrati", "selvaggi", "primitivi", "uomini dell'età della pietra" o simili. Queste definizioni sono non solo sbagliate ma anche inaccettabili. Non suggerire mai l'idea che le tribù non appartengano al mondo moderno, perché ciò implicherebbe falsamente che loro e il loro stile di vita siano congelati nel passato. Potranno anche non essere "industrializzati", ma sono anch'essi cittadini del XXI secolo e, pertanto, moderni tanto quanto chiunque altro.