[12/09/2011] News toscana
Le più grandi e note aziende agricole dell'Elba hanno dato vita alla costituzione di Comitato Popolare per l'eradicazione del cinghiale e del muflone ed ha sottoscritto un appello delle aziende agricole elbane che dicono basta con le ambiguità e i rinvii delle istituzioni e della politica.
«Siamo imprenditori agricoli, coltivatori diretti, giardinieri, orticoltori - spiegano in un comunicato - danneggiati economicamente e moralmente dall'azione devastatrice di cinghiali e mufloni,;siamo proprietari di animali domestici sventrati dai cinghiali.;siamo persone danneggiate o ferite in scontri stradali con ungulati;siamo cittadini indignati per la desertificazione ambientale procurata,cittadini che hanno deciso di reagire all'annosa inerzia delle istituzioni preposte alla gestione di una emergenza generatasi in seguito alle scellerate introduzioni di ungulati alloctoni a scopo venatorio. In vista della prossima costituzione di un comitato popolare con l'obbiettivo di ottenere l'eradicazione di cinghiali e mufloni-così come in molte parti d'Italia è già stato deliberato e attivato-inviamo il primo elenco di 165 firme raccolte in pochi giorni in calce ad un documento appello a sostegno di tale determinazione.
Ecco il testo dell'"Appello per l'eradicazione del cinghiale dell'Isola d'Elba"
Noi sottoscritti chiediamo con determinazione che si proceda senza piu' indugio all'eradicazione del cinghiale e del muflone dall'Isola d' Elba quale unica soluzione logica, ecologica ed economica per preservare dal degrado ambiente e paesaggio, per salvare l'agricoltura.
Considerazioni generali
La popolazione di cinghiali che popola l'Isola d'Elba rappresenta una grave anomalia per l'ecosistema e si è originata in seguito a deliberate introduzioni a scopo venatorio.
I soggetti oggi presenti derivano da una razza europea continentale ibridata con suini domestici e non originano da un'antica possibile presenza di piccoli e poco prolifici cinghiali mediterranei.
Dunque non siamo a fronteggiare un'emergenza di mera natura quantitativa(i cinghiali sono troppi),ma ancor prima qualitativa(i cinghiali non sono autoctoni e hanno una dimensione e una prolificità incompatibili con i fragili equilibri umani, naturali, e idrogeologici di una piccola isola mediterranea).
L'espansione della popolazione del suide, a partire dagli anni '60, è avvenuta in parallelo con la rapida recessione dell'agricoltura.I terreni abbandonati sono stati interessati in parte da processi di urbanizzazione e in parte dalla riespansione della vegetazione spontanea.
Il ritorno di interesse per lo sviluppo di un'agricoltura di nicchia e della vitivinicoltura, la sempre maggiore richiesta di prodotti locali incentivata dallo sviluppo del sistema di filiera corta, la necessaria velorizzazione della rete sentieristica al fine di incentivare nuove attrattive turistiche,l'iniziativa personale di non pochi proprietari di terreni marginali, volta al ripristino della trama dei muri a secco:
sono tutti fattori che, sopratutto di recente, stanno facendo emergere in misura drammatica una contraddizione già in essere da decenni, ovvero l'incompatibilità manifesta tra la presenza dei cinghiali e le prospettive di valorizzazione del territorio elbano.
A tale diffusa consapevolezza, consegue l'urgenza di eradicare il cinghiale( e il muflone) dall'Isola d'Elba così come indicato da uno studio commissionato dal P.N.A.T. all'Università di Pisa.
Le pressioni degli ambienti venatori - molto influenti politicamente benchè poco rapprsentativi di interessi generali - hanno impedito l'assunzione della responsabilità politica necessaria a dar corso a tale intervento risolutivo.
Considerazioni economiche
Considerazioni ecologiche e sul paesaggio
L'azione distruttiva dei cinghiali riguarda anche l'habitat naturale, esplicandosi attraverso la progressiva desertificazione botanica e faunistica di boschi e praterie, con la messa a rischio di rari endemismi e l'impoverimento complessivo degli ecosistemi..
Consistente è anche l'azione di trascinamento a valle dei soprassuoli sia per l'azione diretta di sbancamento che per l'alterazione del sistema di deflusso delle acque.
Inoltre se da un lato i regolamenti edilizi e i piani di governo del territorio mirano a limitare lo sviluppo di recinzioni,dall'altro sono le stesse amministrazioni territoriali ad incoraggiarne l'installazione da parte dei privati, in funzione difensiva anti-ungulati. Così l'Isola d'Elba rischia di trasformarsi in un dedalo di reticolati che impattano il paesaggio,impediscono la fruizione del territorio e la naturale circolazione della fauna selvatica.
Considerazioni finali
Non è vero che i danni possono essere contenuti dall'attività venatoria entro limiti accettabili.Non era vero anche prima dell'istituzione del P.N.A.T.: è anzi interesse delle istanze venatorie il mantenimento di un elevato numero di esemplari al fine di poter esercitare "con successo" le battute di caccia.
Sono inoltre frequenti le situazioni dove l'esercizio venatorio non può esercitarsi per l'assenza di distanze regolamentari da case e strade, mentre i cinghiali si spingono fin sulla soglia delle abitazioni.
Chiediamo con forza
a tutte le Amministrazioni Territoriali - Comuni, P.N.A.T.,Amministrazione Provinciale,Prefettura,Procura della Repubblica,Regione Toscana, Ministero dell'Ambiente - che vengano da subito attivate tutte le procedure atte a conseguire l'eradicazione della popolazione di cinghiale e di quella di muflone presenti sull'Isola d'Elba, senza gattopardismi né occhi di riguardo nei confronti di lobby venatorie o velleità animaliste.
L'eradicazione è l'unica misura atta a risarcire in modo adeguato operatori e cittadini che da troppo tempo attendono che la politica assuma il coraggio di interrompere un giuoco al massacro dove il privilegio dei pochi scarica il proprio onere sul diritto dei molti.
Ecco alcune delle aziende agricole più note dell'Elba che hanno già sottoscritto l'appello:
Agriturismo"Sapereta", Tenuta "Fondazione Sugheraccia", Azienda Agricola "Orti di mare", Azienda Agricola "Il Lazzarone", Tenuta "Mibelli", Podere "Podere S. Antonio", Azienda Agricola "Mazzi", Azienda Agricola "La Valdana", Azienda Agricola "Zini", Azienda Agricola "Corte dei Miracoli", Agriturismo "L'Amandolo", Azienda Agricola" La Galea", Azienda Agricola "Il Poggetto", Azienda Agricola "La Fazenda", Azienda Agricola "Il Lentisco", Azienda Agricola "Cecilia", azienda Agricola "Monte Fabbrello", Azienda Agricola "Monte Fico", Azienda agricola "La Chiesina", Azienda agricola "Agricoop", Azienda agricola "Casa dei Prati", Azienda Agricola "Mazzarri", Azienda Agricola "Acquacalda", Azienda Agricola "Burelli Demo", Azienda Agricola "Il Fortino del Buraccio", Azienda Agricola "PROVENZALI FRANCO", Azienda Agricola "Santa Teresa", Agriturismo "Castiglione".