[15/09/2011] News

Piattaforme offshore per l'estrazione di gas e petrolio: il Parlamento europeo chiede più sicurezza

Ad oltre un  anno dalla catastrofe ambientale della piattaforma Bp Deepwater Horizon nel Golfo del Messico e dopo un susseguirsi di incidenti petroliferi grandi e piccoli, proprio per evitare che si ripetano disastri di questo tipo, il Parlamento europeo ha votato una serie di raccomandazioni per regolamentare l'estrazione di greggio e di gas offshore.

La relatrice della Commissione industria, ricerca ed energia, la conservatrice inglese Vicky Ford, ha spiegato che «a seguito del disastro ecologico ed economico, avvenuto nell'aprile 2010 al largo delle coste della Louisiana, il Parlamento europeo ha elaborato una serie di proposte per rinforzare le misure di sicurezza nell'estrazione offshore di gas e petrolio all'interno dell'Unione europea. Il documento prevede la creazione di una licenza per le compagnie petrolifere che dovranno fornire una valutazione sull'impatto ambientale e un piano d'emergenza (da consegnare al massimo due mesi prima dall'inizio dei lavori)».

Le compagnie dovranno inoltre fornire: uno studio sui fattori di rischio;  una valutazione sulle fonti d'inquinamento; un piano d'emergenza che includa le attrezzature di contenimento in caso di fuoriuscita. Le compagnie petrolifere dovranno anche dimostrare di avere le capacità finanziarie per coprire i costi ambientali in caso d'incidente.

Una delle soluzioni valutate dagli europarlamentari «potrebbe essere quella di passare per un'assicurazione obbligatoria come suggerito dalla commissione sull'Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare (Envi)».

Dei piani di emergenza obbligatori, per ciascun sito di trivellazione offshore, approvati dallo Stato membro dell'Ue interessato dovranno essere presentati prima dell'inizio di qualsiasi operazione di trivellazione, «costituiranno una garanzia migliore per l'ambiente» dicono gli europarlamentari.

Secondo la risoluzione approvata, «questi piani di emergenza, dovranno cernire i pericoli potenziali, valutare le fondi dell'inquinamento ed i loro effetti ed enunciare una strategia di risposta in caso di incidenti».

La risoluzione prevede l'introduzione della responsabilità finanziaria che obbliga i produttori di petrolio e gas a provare, durante la procedura di autorizzazione, che dispongono di una capacità finanziaria sufficiente a riparare i danni causati all'ambiente dalle loro attività, cosa che sembrerebbe impossibile per molte piccole compagnie che hanno ottenuto autorizzazioni di ricerca, trivellazioni e sfruttamento anche m nelle acque profonde italiane. Probabilmente assisteremo ad una rapida cessione delle concessioni alle grandi multinazionali, che però sono le responsabili, nonostante l'enorme patrimonio di cui dispongono, dei più grandi disastri petroliferi della storia.

Gli eurodeputati hanno anche suggerito che il campo di applicazione del principio "chi inquina paga" sia esteso per comprendere tutti i danni causati al mare ed alla biodiversità.

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