
[20/09/2011] News
La Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per «mancato adempimento a due sue decisioni del 2005 e 2007 in cui dichiarava illegali gli aiuti di Stato concessi al produttore di alluminio Eurallumina SpA sotto forma di riduzioni delle accise sui combustibili pesanti».
L'Italia è accusata di non aver ancora recuperato aiuti illegittimi per circa 25 milioni di euro. Dopo il danno anche la beffa: l'Eurallumina di Portoscuso, in Sardegna, ha interrotto la produzione. Nel novembre 2006 era passata sotto il controllo di OAO Russian Aluminium, prima era controllata da Comalco Limited.
Joaquín Almunia, commissario Ue alla politica di concorrenza, non usa mezzi termini: «Non ha senso controllare i sussidi alle imprese, come chiedono gli Stati membri dall'inizio dell'integrazione europea, se i governi non recuperano i fondi nei casi (relativamente rari) in cui tali sussidi non possono essere autorizzati».
La storia è annosa: il 7 dicembre 2005 la Commissione aveva ingiunto «il recupero di aiuti di Stato illegali e incompatibili, sotto forma di riduzioni delle accise sui combustibili pesanti, concessi a Eurallumina tra il 3 febbraio 2002 e il 31 dicembre 2003, in quanto conferivano un vantaggio selettivo sui concorrenti senza prevedere misure compensatorie o di salvaguardia». Con quella decisione l'Ue aveva avviato anche un'indagine approfondita sulle riduzioni delle accise applicate dal primo gennaio 2004 «in quanto erano state modificate. Il 7 febbraio 2007», per poi concludere che «anche le esenzioni fiscali concesse dall'Italia a Eurallumina dal primo gennaio 2004 comportavano distorsioni della concorrenza ed erano quindi incompatibili con le norme dell'Ue in materia di aiuti di Stato». Dato che l'Italia non ha ancora recuperato gli aiuti da Eurallumina, la Commissione oggi ha deciso di deferirla alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
Nel dicembre 2009 la Corte di giustizia aveva confermato la decisione della Commissione del 2005 e quindi aveva deferito il caso al tribunale perché pronunciasse una sentenza sul merito, che avrebbe annullato la precedente sentenza. Nel giugno scorso il tribunale ha respinto la domanda di provvedimenti d'urgenza presentata da Eurallumina.
In una nota la Commissione Ue ricorda che «gli Stati membri sono tenuti a recuperare gli aiuti di Stato che la Commissione ritiene incompatibili entro il termine stabilito nella decisione della Commissione. Il rispetto del termine imposto è estremamente importante poiché eventuali ritardi nel recupero degli aiuti illegali mantengono la distorsione della concorrenza causata dagli aiuti stessi. Per questo motivo l'articolo 14 del regolamento n. 659/99 e la comunicazione della Commissione sull'esecuzione delle decisioni che ingiungono di recuperare gli aiuti di Stato illegali e incompatibili impongono agli Stati membri di recuperare effettivamente senza indugio gli aiuti concessi ai beneficiari. Qualora uno Stato membro non esegua una decisione di recupero, la Commissione può deferire il caso alla Corte di giustizia in conformità con l'articolo 108, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Ue (Tfue), che consente alla Commissione di adire direttamente la Corte in caso di violazioni delle norme Ue in materia di aiuti di Stato. Qualora uno Stato membro non si conformi alla sentenza della Corte di giustizia, la Commissione può chiedere a quest'ultima di comminargli il pagamento di una penalità, ai sensi dell'articolo 260 del Tfue».