
[22/09/2011] News
Le balene della Groenlandia (Balaena mysticetus) chiamate anche balena franca della Groenlandia o balena artica, utilizzano il mitico Passaggio a Nord Ovest per spostarsi nell'estremo nord artico dell'America.
Già gli scheletri, e i campioni di Dna raccolti su animali vivi suggerivano che le popolazioni che vivono nei mari tra la Groenlandia e il Canada e quelle che vivono tra l'Alaska e il Canada si incontrassero e si mescolano, ora Biology Letters ha pubblicato una ricerca che utilizza satellite tags che conferma questa ipotesi. Un lavoro molto utile sia per gli inuit che cacciano ancora le balene che per le compagnie petrolifere che si apprestano a sfruttare il mare dell'Artico sempre più libero dai ghiacci e che hanno nelle rotte e nei siti riproduttivi dei mammiferi marini un "fastidioso" intralcio" per le loro attività.
Secondo la Lista Russa dell'Icn, le balene della Groenlandia si dividono in tre sub-popolazioni: Mare di Bering-Chukchi-Mare di Beaufort (quelle "americane e dell'estremo oriente russo); Mare di Okhotsk; Svalbard/Spitsbergen-Mare di Barents. Negli ultimi 10 anni, un team di ricercatori guidato da Mads Peter Heide-Jorgensen, del Grønlands Naturistitut, ha munito più di 100 balene franche della Groenlandia di ripetitori satellitari, un lavoro finanziato in gran parte proprio dalle multinazionali petrolifere e gasiere interessate alle nuove ricchezze degli idreocarburi dell'Artico.
I ricercatori groenlandesi nell'agosto 2010, poco prima che l'estensione dei ghiacci galleggianti dell'Artico raggiungesse il suo minimo annuale (e sembra storico), hanno scoperto dall'analisi dei dati satellitare che che due Balaena mysticetus, una partita dal lato della Groenlandia e l'altra dal lato dell'Alaska si trovavano più o meno nella stessa area, a nord del Canada, dove hanno nuotato per una decina di giorni prima di ritornare ai loro areali abituali. Il team di scienziati sottolinea che «questa è la prima volta che tale commistione è stata vista direttamente, anche se c'è abbondanza di prove circostanziali che sia successo sporadicamente in passato».
Infatti scheletri di balene boreali sono disseminati lungo le coste degli arcipelagi dell'estremo nord del Canada ed alcuni hanno ancora addosso arpioni risalenti al XIX secolo che appartengono al le baleniere che facevano strage nell'Atlantico. Negli ultimi 4 anni, con livelli costantemente minimi di ghiacci estivi tra la Groenlandia e il Canada e tra l'Alaska e il Canada, il passaggio a nord-ovest per le balene potrebbe essere stato più agevole che nei decenni precedenti».
In un'intervista a Bbc News Heide-Jorgensen spiega: «Sono abbastanza sicuro che il basso livello di ghiaccio marino in estate ha innescato questa migrazione attraverso quest'area. Sono abbastanza sicuro che quando si è verificato in passato, a quando abbiamo risalgono i teschi che abbiamo rinvenuto dselle spiagge, fosse un periodo caldo. Durante un periodo climatico, ci potrebbero essere stati anni con meno ghiaccio nel Passaggio a Nord Ovest, e sono abbastanza sicuro che le balene della Groenlandia possono trovare spaccature [nel ghiaccio] che sono troppo piccole per apparire sulle immagini satellitari».
Se è vero che probabilmente le balene avevano un loro passaggio a nord-ovest nascosto nei ghiacci del labirinto delle isole canadesi, è però anche vero che quel passaggio mitico le baleniere, le compagnie di navigazione commerciali e i militari lo hanno inutilmente cercato senza trovarlo, fino a che il global warming non lo ha "liberato" negli ultimi anni.
Comunque, prima e dopo l'arrivo delle baleniere sterminatrici, le popolazioni autoctone dell'estremo nord americano dipendevano fortemente, a volte totalmente, per la loro sopravvivenza dalla caccia alla balene in migrazione. «L'esempio più noto oggi sono gli Inupiat dell'Alaska - scrive Bbc News Science & Environment - Sono discendenti della cultura di Thule, che sembra essere comparsa in Alaska, circa 1.000 anni fa. Il popolo di Thule nei tre secoli successivi si è diffuso in Canada e in Groenlandia. Mangiavano carne e grasso di balene franche, costruivano le loro case con le loro ossa e bruciavano il loro olio. Data la loro dipendenza da questa singola specie, potrebbero aver fatto quella migrazione senza avere accesso alle balene?».
Anne Jensen, un'archeologa dell'Alaska considerata una delle massime autorità sulla civiltà di Thule, risponde alla domanda di Bbc News evidenziando che «i percorsi compiuti da due balene l'anno scorso passavano vicino siti che datano all'espansione di Thule. Questo sostiene l'idea che l'espansione fosse collegata alla caccia alle balene. La popolazione si è spostata, presumibilmente dopo aver inviato alcuni piccoli gruppi di esploratori che sono archeologicamente invisibili, nei luoghi dove sapevano che erano andate le balene, forse in un periodo in cui la copertura di ghiaccio si era ridotta per qualche ragione. Certamente, non si stabilivano in luoghi dove le balene non erano disponibili in quell'epoca. Dato che quelli di Thule sembra fossero in grado di cacciare le balene dal ghiaccio, non vuol dire che ci fosse un Passaggio a nord-ovest libero dai ghiacci, ma solo che le balene della Groenlandia potevano attraversarlo, passando da abbastanza aperture che permettevano ai cacciatori di vedere e catturare le balene».
Le enormi balene franche della Groenlandia sembrano le più adatte a questo slalom nel labirinto dei ghiacci marini artici canadesi: sono una specie di rompighiaccio naturale, con una testa dotata di una cupola ossea che sfonda facilmente lo strato di ghiaccio in superficie e sono dotate di uno spesso strato di grasso che permette loro di affrontare lunghi e faticosi viaggi da "esploratrici". «Hanno addosso il loro pranzo al sacco - spiega Heide-Jorgensen - possono spostarsi per mesi senza mangiare, perché hanno quasi mezzo metro di spessore di grasso, in modo in modo che potrebbero spostarsi attraverso il Passaggio a Nord Ovest senza mangiare».
Questi grandi cetacei sono uno dei misteri della natura: prove genetiche suggeriscono che in epoche passate le balene della Groenlandia potrebbero essere vissute e migrate lungo la costa settentrionale della Siberia, dove oggi sono assenti, inoltre le tre sub-popolazioni, a differenza di altre specie di balene, non hanno le stesse abitudini migratorie, il che pone delle domande su come questi misticeti potranno adattarsi alle condizioni ambientali e climatiche del futuri o, quando i ghiacci marini artici probabilmente scompariranno lungo le coste per quasi tutta l'estate.
Heide-Jorgensen è sicuro che le Balaena mysticetus occuperanno tutto l'areale artico quando il mare sarà libero dai ghiacci: «Sono in grado di muoversi sui distanze relativamente lunghe in un breve periodo di tempo e possono avventurarsi in aree dove non le si è viste per un tempo molto lungo, quindi sono sicuro che useranno l'acqua libera, se il ghiaccio scomparirà». Ma il cambiamento climatico potrebbe portare un pericolo inaspettato per le balene della Groenlandia, un rischio che potrebbe ostacolare la loro colonizzazione dell'Artico: gli imponenti cambiamenti ambientali in atto rischiano di modificare la stessa struttura della catena alimentare, inclusa la sua stessa base: gli sciami di copepodi, i piccoli crostacei che sono l'ingrediente principale dell'alimentazione delle enormi balene franche della Groenlandia.