[23/09/2011] News

Scoperta in Brasile una pianta che "pianta" i suoi semi

I ricercatori che l'hanno scoperta l'hanno chiamata, a giusta ragione, Spigelia genuflexa: ha vita breve, un habitat limitato al suolo sabbioso, ma riesce a piegarsi verso il suolo per ‘piantare' i suoi frutti. Un nuovo sorprendente fenomeno della natura che è stato scoperto a Bahia, in Brasile, ed è stato documentato dalla ricerca "Spigelia genuflexa (Loganiaceae), a new geocarpic species from northeastern Bahia, Brazil" pubblicata da PhytoKeys. La pianta vivrebbe in un microambiente variabile ed eterogeneo ed è conosciuta soltanto in due aree molto limitate.

«La Spigelia genuflexa - spiegano i ricercatori brasiliani e statunitensi - è una specie nuova e unica, con frutti  geocarpici, primo caso conosciuto di geocarpia nelle Loganiaceae. Non è sorprendente che non sia stata rilevata in precedenza, data la sua dimensione e la biodiversità della zona. Il Nordest del Brasile contiene il maggior numero di specie conosciute di Spigelia, la maggior parte delle quali sono state poco studiate. Per meglio comprendere la tassonomica e le distribuzione delle varie specie di Spigelia in Brasile, le minacce alla loro sopravvivenza e le loro relazioni ed evoluzione, e, ultimo ma non meno importante, per ottenere una stima migliore del loro numero effettivo, e fortemente necessaria una revisione della specie brasiliane».

La piccola pianta che si pianta da sola vive nella foresta atlantica dello Stato di Bahia ed è stata descritta da Alex Popovkin, botanico dilettante brasiliano che ha catalogato e fotografato più di 800 specie nella regione. Un amico di Popovkin ha notato l'insolito vegetale e gliel'ha segnalata. Il botanico non riusciva ad identificarla ed contattato esperti in diversi Paesi. Alla fine, Lena Struwe, della Rutgers University del New Jersey,si è offerta di aiutare Popovkin a studiare le nuove specie.

Secondo la ricercatrice statunitense la pianta avrebbe evoluto la sua notevole capacità di piantare i propri semi per diverse ragioni. «La ragione più probabile - ha spiegato alla Bbc - è perché ha una così breve durata (pochi mesi) e vive in piccoli frammenti di ambienti idonei. La pianta madre ha più efficacia se deposita i suoi semi proprio accanto a se stessa, invece di diffonderli in ambienti meno adatti. Dal momento che la pianta sopravvive solo per una stagione, la pianta madre non sarà in concorrenza con le piante figlie, il che può essere un problema per piante più longeve».

Altre specie di piante hanno sviluppato capacità simili: per sopravvivere nelle pareti rocciose, infatti, alcune depositano i loro semi in modo sicuro nelle crepe, altre "nascondono" i semi ai predatori.

Popovkin, emigrato russo che ha vissuto negli Stati Uniti prima di trasferirsi nel 1991 in una zona rurale del nord-est di Bahia, 130 chilometri dalla capitale Salvador. Da allora ha iniziato ad interessarsi della natura del luogo ed a scattare foto, trovando molte specie di piante rare, alcune delle quali non venivano raccolte in Brasile da oltre 60 anni. Una passione per le piante che Popovkin coltivava già a San Pietroburgo, dove faceva il volontario al giardino botanico dell'università.

«Questa storia - sottolinea la Struwe - dimostra che gli scienziati hanno bisogno di amatori, naturalisti e "citizen scientists", per aiutarli a scoprire e descrivere la straordinaria biodiversità che si è evoluta sulla Terra. Nuove specie vengono scoperte ogni giorno, ma tante altre non sono ancora note. La scoperta mette in evidenza anche l'urgenza di proteggere la Foresta Atlantica, che è minacciata dalla deforestazione. La Foresta Atlantica ha la più elevata biodiversità nel mondo, con molte specie che si trovano solo lì. E' anche una delle aree più a rischio. Vaste aree sono già state tagliate dall'uomo e trasformate in terreni agricoli, perciò i resti di piccole dimensioni rimati devono essere protetti e conservati».

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