
[26/09/2011] News
Secondo la radio nazionale del Gabon, gli elefanti, che sono una specie integralmente protetta nel Paese africano, stanno minacciando la sicurezza alimentare: in un'intervista a radio Gabon un contadino di Makokou, nel nord-est, ha spiegato: «Non abbiamo più niente da mangiare. Non possiamo più seminare».
Radio Gabon alla fine della scorsa settimana ha trasmesso un vero e proprio reportage da Makokou, un'area forestale che ospita due grandi parchi nazionali Ivindo e Lopé e la provincia confina anche con il Parc national de Minkebé, nota per le sue numerose popolazioni di elefanti. Ma i pachidermi sono ormai entrati in aperta competizione con i contadini e saccheggiano praticamente tutto quello che piantano. Un fenomeno che non riguarda solo il nord-est del Gabon: dal 2007, i villaggi di Etimboué, nel sud-ovest del Paese hanno le stesse difficoltà.
In molti danno la colpa all'istituzione di 13 parchi nazionali nel 2002, dato che la protezione ha fatto crescere una popolazione dio elefanti in fortissimo regressione. Intanto aumentava anche la popolazione umana che alla fine si è trovata ad affrontare gli elefanti affamati che escono dalle aree protette.
Ma i contadini sanno che la colpa è anche della deforestazione che distrugge gli alberi che producono i frutti preferiti dagli elefanti, ma ora chiedono di essere autorizzati ad abbattere i pachidermi considerati ormai pericolosi per gli uomini. Ma le autorità di Libreville non sembrano disposte a tornare indietro, anche perché i parchi e gli elefanti sono diventati una risorsa turistica e fonte di preziosa valuta estera.
Inoltre il 15 settembre il governo del Gabon ha annunciato la sospensione della caccia in tutto il Paese per 6 mesi, fino al 15 marzo, anche per contrastare il bracconaggio. E' consentita la caccia per i soli bisogni di consumo di carne in zone rurali prive di macelli e l'apertura della caccia agli elefanti andrebbe nella direzione esattamente contraria. La caccia potrebbe diventare un grande problema per il Gabon, coperto per l'85% dalla foresta equatoriale e con una ricca biodiversità animale e vegetale che attrae i bracconieri e i trafficanti di specie protette e rare..
Il direttore provinciale della caccia dell'Estuaire, nel nord del Gabon, Clément Tchinga, ha annunciato l'arresto di alcuni bracconieri che dal centro del Paese stavano portando nella capitale Libreville un carico di 95 capi di selvaggina, tra i quali molti animali di specie protette.
Il sequestro è scattato il 22 settembre a Ntoum, 40 km ad est di Libreville, grazie ad un semplice controllo di routine che ha scoperto, occultati in un pick-up, cadaveri di antilopi, cinghiali, porcospini, scimmie e specie protettissime come volpi africane, e pangolini.
Tchinga spiega che «il costo totale di questa selvaggina è stimato in 3 milioni di franchi Cfa (più di 6.300 dollari, ndr). I bracconieri rischiano due anni di prigione ed un'ammenda che va da 100.000 a 10 milioni di franchi Cfa (da 200 a 20.000 dollari, ndr)».
Intanto per l'economia del Paese arriva una buona notizia: Africa's Eden ha annunciato che il sito eco-turistico di Loango, che qualche anno fa era una delle più prestigiose destinazioni turistiche del Gabon, riprenderà le sue attività il prossimo 15 dicembre.
Il Parc National de Loango è uno dei 13 parchi nazionali istituiti nel 2002 ed inaugurato personalmente dall'ex eterno presidente Omar Bongo Ondimba. Si tratta di un parco costiero che si estende su circa 1.550 km2, célèbre oper I suoi paesaggi intatti, per gli elefanti e i bufali di foresta, i gorilla di pianura e gli scimpanzé che a volte si spingono, caso unico al mondo, sulle spiagge tropicali dell'Oeano Atlantico.
Loango era stato chiuso nell'agosto 2010 a causa di difficoltà di accesso: l'aviazione civile del Gabon non aveva rinnovato la licenza all'aereo che assicurava i collegamenti con il sito, dove arrivavano più di 10mila denarosi turisti ogni anno.
Africa's Aden assicura: «Adesso queste difficoltà sono risolte e I collegamenti aeri ristabiliti» ed annuncia importanti investimenti per rimettere a nuovo tutte le strutture del sito e per ampliare la pista di atterraggio.