[27/09/2011] News toscana
«Dopo i proclami e le intenzioni ora gli agricoltori elbani si aspettano i fatti». A dirlo è la Coldiretti con una lettera inviata al Parco Nazionale Arcipelago Toscano, all'assessorato all'agricoltura della provincia di Livorno, ai sindaci dell'Elba e al prefetto di Livorno.
Gli agricoltori confermano «attenzione e fermezza sulla questione del proliferare incontrastato dei cinghiali (e dei mufloni) all'Isola d'Elba dove il piano di abbattimenti è stato inadeguato» e chiedono che «dai proclami si passi all'attuazione di misure efficaci e durature, che diano risposte concrete alle aspettative della popolazione civile che non può subire vere e proprie limitazioni alla libertà di movimento, di impresa, e di garanzia della propria incolumità».
Coldiretti ricoirda i tanti i casi, più volte segnalati: «Devastazioni, raid a coltivazioni e produzioni agricole, disagi e danni provocati a strutture, opere murarie, argini e muretti a secco, frutto di secoli di interventi di contenimento e manutenzione da parte di intere generazioni di elbani e parte integrante oggi del "paesaggio" che migliaia di turisti scelgono ogni anno di "gustare" arrivando sull'isola».
Gli agricoltori, che si schierano decisamente con il Parco e contro le amministrazioni comunali anti-eradicazione (tutte di centro-destra) come forse mai era accaduto in passato, e si impegnano a parteciopare ai tavoli operativi per risolvere il problema, sottolineano che «all'Elba, ma il problema è diffuso in molte aree della Toscana e del livornese, si è finalmente giunti alla presa di coscienza che i piani di abbattimento non si sono dimostrati sufficienti a contenere la presenza della specie che è causa di danni non solo alle colture, bensì alle strutture ed opere murarie. La recente proposta che il Parco ha coraggiosamente avanzato di procedere alla drastica riduzione degli ungulati, da tutta la superficie dell'Elba in quanto specie estranee alla fauna locale, ci trova nel caso di specie pienamente concordi».
Coldiretti ricorda anche l'indagine conoscitiva condotta dalla Camera dei Deputati sul fenomeno dei danni, «che ha messo in risalto, se ancora ce n'era bisogno, la necessità di garantire l'assenza dei cinghiali nelle aree a forte vocazione agricola, puntando alla conservazione in modo più o meno moderato in altri contesti».
Recentemente Legambiente Arcipelago Toscano aveva detto più o meno la stessa cosa riferendosi ai dati di densità dei cinghiali previsti dalla legge toscana per le aree vocate: applicandoli fuori del parco ed ai comuni che non vogliono l'eradicazione all'Elba resterebbe spazio per un centinaio di cinghiali. La specie sarebbe quindi eradicata rispettando semplicemente le norme.