
[29/09/2011] News toscana
L'Ente nazionale protezione animali (Enpa) con una nota torna sulla vicenda della proposta di eradicare i cinghiali all'isola d'Elba e scrive che «accantonata l'assurda ipotesi dell'eradicazione dei cinghiali, all'Elba si discute sul numero di capi da uccidere nel vano tentativo di contenerne il numero. E c'è chi si prodiga nel tentativo di "trovare un equilibrio tra i diversi interessi" tra cui, appunto, quelli venatori.Ma la Protezione Animali è decisa a vederci chiaro in questa vicenda, ad iniziare dalla richiesta avanzata all'Ispra e alla Provincia di Livorno di impiegare quelle metodologie incruente, che, secondo quanto stabilito dalla legge, devono essere utilizzate e verificate prima proceder con inutili abbattimenti».
Da dove gli animalisti abbiano preso la notizia che l'eradicazione sia stata "accantonata" è un mistero, visto che solo due giorni fa la più grande associazione degli agricoltori l'ha chiesta schierandosi apertamente con il Parco nazionale dell'Arcipelago toscano e che la stessa richiesta viene dagli albergatori, da 4 sindaci elbani su 8 (2 di centrodestra e due di centrosinistra) e che pare sostenuta anche dalla Regione Toscana e dall'Ispra.
Ma secondo l'Enpa dell'Elba «La questione dei cinghiali all'Elba non può essere "risolta" con provvedimenti lesivi nei confronti degli animali, a cui ormai da vent'anni si ricorre inutilmente, come nel caso degli abbattimenti selettivi che spesso nascondono solamente interessi venatori. Eppure è stata proprio la lobby della caccia a causare il disastro a cui, però un rimedio ci sarebbe: la sterilizzazione farmacologica, già studiata in Inghilterra e applicabile all'Elba con facilità, dal momento che si tratta di un ecosistema chiuso per gli animali terrestri. La legge 157/92 già individua in modo inequivocabile, con equilibrio e senso di responsabilità, competenze e responsabilità dei singoli organismi: si tratta di applicarla fedelmente, cosa che purtroppo non sempre avviene nel territorio nazionale a causa di interessi di parte. Ed è proprio per questo che l'Enpa vuole rispondere a Barbetti (sindaco Pdl di Capoliveri ed ex Commissario del Parco nazionale, ndr), che in merito al controllo faunistico, si preoccupa di "tenere conto anche dell'attività di caccia, che all'Elba ha anche un valore sociale". La caccia è solo un'attività macabra e anacronistica, che si risolve nel massacro di milioni di animali. E gli italiani hanno più ribadito la propria contrarietà, come ha dimostrato anche la Marcia della Pace Perugia-Assisi. Non si tratta solo di etica e cultura: l'attività venatoria è un grave problema sociale e di pubblica sicurezza, che miete ogni anno decine di vittime e feriti "umani" e che contribuisce alla pessima immagine del nostro Paese. Ma, soprattutto, la caccia non ha nulla a che vedere con la gestione della fauna, che le doppiette ogni anno condannano a morte per gioco: la vita degli animali non può essere condizionata né ad esigenze economiche né a interessi di parte».
Ma alla fine l'Enpa non si fa una domanda : se tutto questo è vero, allora perché i cacciatori sono, proprio come l'Enpa, contrari all'eradicazione dei cinghiali dall'Elba?
Una domanda che sembrano invece farsi Legambiente e il presidente onorario del Wwf, Fulco Pratesi, che ha amabilmente sconfessato la posizione anti-eradicatoria del Wwf locale, che sanno bene che i cinghiali sono stati introdotti all'Elba dai cacciatori solo per sparargli e che i cacciatori vogliono mantenerli numerosi e in salute per continuare a sparargli, cioè per continuare a fare quella che gli animalisti definiscono «Un'attività macabra e anacronistica» che ha come corollario la devastazione dell'ambiente da parte di un'animale alloctono che ha occupato il vertice della catena alimentare e sta decimando la fauna e la biodiversità che il Parco nazionale dovrebbe proteggere... e che continuerebbe a farlo anche se "sterilizzato".
A volte, e soprattutto nelle isole, l'incrocio tra una natura magnifica ed unica e gli sbagli dell'uomo creano inestricabili nodi gordiani... e a volte per sbrogliarli nell'interesse dell'ambiente e della biodiversità più che le pillole servono affilate "spade" pietose, magari in veste di gabbie, altrimenti continueranno a sparare allegramente gli aborriti fucili, approfittando paradossalmente dell'etica pura degli animalisti.