
[29/09/2011] News
Notizie positive dal mondo dell'auto, in controtendenza rispetto alle previsioni dell'industria dell'automobile. Nel 2010 in Europa sono state vendute auto più efficienti rispetto all'anno precedente, con un valore di emissioni medio di 140 grammi di CO2 per km percorso, il 4% in meno rispetto al 2009 e a prezzi più bassi. Ai primi posti della classifica delle case automobilistiche più virtuose si confermano Fiat, Toyota e Peugeot-Citroen rispettivamente con 126, 130 e 131 grammi di CO2 per km.
Questa l'estrema sintesi dei dati contenuti nel rapporto "How clean are Europe's cars" pubblicato oggi dal network europeo Transport&Environment, di cui Amici della Terra, Terra! e Legambiente sono partner per l'Italia.
Secondo gli industriali gli obiettivi europei volti alla riduzione progressiva delle emissioni di CO2 avrebbero portato a costi di produzione insostenibili, allarme lanciato probabilmente, sostengono le associazioni, per ottenere nuovi supporti. Una conferma viene dal rapporto in cui sono confrontati i prezzi medi di vendita delle auto in Europa rispetto alle ipotesi della Commissione europea, che erano basate sui dati di costo forniti dalle case costruttrici. A fronte di una previsione di aumento medio dei prezzi di vendita di 2.400 € (stima 2001) e 1.200 € (stima 2006) risulta, non solo che nel 2010 questi siano diminuiti del 2.5% rispetto al 2009, ma anche che tale trend si sia confermato negli anni con una diminuzione complessiva del 13% dal 2002 e con una riduzione annua media del 2,4%, da quando gli obiettivi di efficienza vincolanti sono stati introdotti nella legislazione Europea.
«L'industria dell'auto ha opposto una forte resistenza all'introduzione di obiettivi vincolanti nella legislazione europea sull'efficienza delle auto, dicendo che avrebbe portato a costi insostenibili - hanno sottolineato le associazioni - A oggi, tuttavia, l'efficienza media delle auto vendute in Europa è aumentata e i prezzi di vendita in termini reali sono diminuiti. Inoltre, secondo il dossier di T&E, il trend di riduzione delle emissioni mostra che le case automobilistiche nel loro complesso riusciranno a raggiungere l'obiettivo comunitario di 130 gCO2/km per il 2015. L'Unione europea non ha quindi alcun motivo di ascoltare le pressioni delle case automobilistiche. Chiediamo anzi che a Bruxelles si prosegua nell'individuazione di misure stringenti ed efficaci per il taglio delle emissioni, in linea con gli obiettivi di 95 gCO2/km entro il 2020 e quelli di riduzione all'80-95% di anidride carbonica entro il 2050». Tra le case automobilistiche si confermano virtuose (per media di emissioni di CO2), Fiat, Toyota e Peugeot-Citroen, che tra l'altro si avvicinano al raggiungimento dei target specifici (individuati in base al peso medio dei veicoli) fissati per il 2015. Per quanto riguarda invece il mercato degli Stati membri il rapporto "How clean are Europe's cars" segnala come la Danimarca e il Portogallo (Paesi entrambi con tasse automobilistiche basate sulle emissioni di CO2) abbiano fatto un significativo salto in avanti in termini di riduzione delle emissioni (mediamente 127 gCO2/km), con -8,9% e -5% rispetto al 2009. Piccolo passo in avanti anche per Italia (133 gCO2/km) e Francia (131 ggCO2/km) che però registrano riduzioni % rispetto al 2009 più contenute (-2,4% e -2,5% rispettivamente). Male invece la Germania che è un caso a parte. A fronte di quasi 3 milioni di auto immatricolate registra un valore delle emissioni medie della flotta pari a 151 gCO2/km.
«Il dato non sorprende, anche perché la Germania non si è mai allineata alla Direttiva Europea 1999/94/CE sulla pubblicità delle auto e l'informazione ai consumatori. A tal proposito è notizia recente che Berlino voglia introdurre una nuova e controversa norma per l'etichettatura delle auto, che consente di classificare come efficienti pesanti SUV con elevate emissioni, a discapito di veicoli effettivamente efficienti e di peso contenuto, con il rischio, tra l'altro, di una forte distorsione del mercato a favore proprio delle case costruttrici tedesche, storicamente orientate alla produzione di auto di grande cilindrata e peso e a discapito della concorrenza» hanno concluso le associazioni.