[30/09/2011] News

Sconfitti dall'Iran i guerriglieri kurdi del Pjak?

Oggi con un comunicato ufficiale l'Iran ha annunciato che «il gruppo terroristico del Pjak, ramo del Pkk (cosa non esattamente vera, ndr) è stato sconfitto la settimana scorsa dalle forze iraniane e si è arreso completamente accettando tutte le condizioni della Repubblica Islamica dell'Iran».

La notizia della resa dei guerriglieri kurdi del Free Life Party of Kurdistan (Pjak) e stata data da uno dei comandanti dei Pasdaran iraniani, il generale Abdullah Eraqì che ha rivelato i dettagli sulla resa del gruppo autonomista kurdo. La radio iraniana Irib riferisce che secondo il comandante «l'esercito numero 17 Ali Ibne Abitaleb (as) e i volontari delle forze Basiji hanno ripulito la zona del nord-ovest dell'Iran e le alture di zone come Khoi, Salmas, Maku, Chaldran, Urumiyeh, Piranshahr e Sardasht dai terroristi annidatisi. La zona, lunga 200 km e larga 40 km fin dentro il territorio iraniano, è stata setacciata metro per metro e le alture chiamate "Jasusan" dove i terroristi erano annidati sono state conquistate e lì le forze iraniane stanno costruendo basi per evitare eventuali problemi in futuro». Secondo Eraqì «le forze del Pjak dopo ripetute sconfitte e oltre 180 perdite e 300 feriti si sono arrese ed hanno accettato le condizioni dell'Iran per il cessate il fuoco ovvero il ritiro alla distanza di almeno un chilometro dalle frontiere iraniane e la fine delle attività militari nelle città di frontiera iraniane».

ùIl comandante dei guardiani della rivoluzione ha detto che «il gruppo si avvale di armi ed equipaggimanti all'avanguardia messi a loro disposizione dalle forze americane e da Israele.Le forze del Pjak, dopo aver perso ripetuti scontri con le forze iraniane hanno ammesso di non aver mai visto "nessuno che riesca a combattere in questo modo"».

A parte la contraddizione che americani e israeliani finanzierebbero un gruppo legato al Pkk, quindi marxista-leninista, che hanno messo tra le a organizzazioni terroristiche da combattere (ma non sarebbe la prima volta....) la spiegazione della situazione nel Kurdistan orientale data dal Pjak è molto diversa da quella dei Pasdaran: l'ultimo comunicato pubblicato sul sito del Pjak risale al  23 settem bre e denuncia che «gruppi di contro-guerriglia stanno pattugliando i villaggi di Bawecane, Rajaw e Zerde nella provincia di  Kirmashan. Indossano uniformi della guerriglia e parlano dialetto Kurmanci dei kurdi e la lingua turca. Mettono a  disagio, in difficoltà e umiliano la popolazione locale fingendo di essere i nostri guerriglieri. Fanno così per screditare il nostro movimento tra la nostra gente».

Il 4 settembre il coordinamento del Pjak, dopo aver detto di aver respinto un primo attacco dei Pasdaran, aveva annunciato un cessate il fuoco e di aver avvertito di questo tutte le sue forze nella regione, avvertendo che «D'ora in poi il nostro atteggiamento sarà adattato in conformità con l'atteggiamento e la decisione della Repubblica islamica per la fase attuale. Pertanto la responsabilità per qualsiasi tipo di violenza e ostilità future ricadrà sulle spalle del regime iraniano. Nel frattempo abbiamo resa nota la nostra disponibilità al dialogo e per la soluzione democratica della questione kurda nel  Kurdistan Orientale».

Intanto l'ambasciatore francese all'Onu, Gerard Araud, sembra occupato da giorni a buttare benzina sul fuoco di una situazione già esplosiva. Dopo aver minacciato nei giorni scorsi bombardamenti sugli impianti nucleari dell'Iran, oggi, puntando sull'evidente crescita di importanza dei Pasdaran evidenziata anche dalla vicenda kurda, ha detto di essere preoccupato «per l'eventuale escalation di violenza, se non una vera e propria rivolta dell'esercito, che potrebbe scaturire dall'approvazione dell'accordo internazionale di non proliferazione nucleare. Se non riusciremo a negoziare con gli iraniani, aumenterà il rischio di un'azione militare».

Araud si è poi detto convinto che «alcuni Paesi non accetteranno mai la prospettiva di una Repubblica islamica munita di potenziali armi nucleari, per cui un passaggio preliminare potrebbe prevenire l'adozione di sanzioni».

Il Segretario della difesa americano Leon Panetta è atteso in Israele per confrontarsi sull'argomento con il ministrino della difesa Ehud Barak.

Come risposta  Teheran ieri ha presentato ufficialmente quello che ha definito «l'ultimo gioiello dell'industria aerospaziale iraniana, il sistema missilistico a medio raggio Mersad, che va ad irrobustire il sistema anti-aereo della Repubblica Islamica dell'Iran. Mersad, di produzione interna al 100%, è in grado di identificare ed abbattere obbiettivi a bassa quota».

Tanto per spiegare su chi siano puntati e chi gestisce i nuovi missili, il vice-comandante della base Khatam, il generale Alireza Sabahifard, ha detto all'agenzia ufficiale Irna che «il sistema missilistico è stato ideato e costruito dagli esperti della base aerea Khatam Al-Anbiya (celeberrima base dei Pasdaran). La costruzione di questo sistema dimostra ancora una volta che le sanzioni dei nemici contro l'Iran sono di fatto senza effetto sullo sviluppo del Paese. Il sistema di controllo e comando del sistema è completamente digitale e che è stato già costruito anche un simulatore del sistema; l'altro dettaglio importante è che Mersad può essere inserito nella rete unita della difesa aerea e ricevere e inviare informazioni in connessione con altri sistemi attivi. In occasione della presentazione di Mersad il corpo dei Pasdaran ha sottolineato ancora una volta che tale sistema ha solo applicazioni difensive e che è nato per garantire la sicurezza dell'Iran». E secondo l'Iran la sua sicurezza è minacciata da israeliani, americani, francesi e dai loro alleati.

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