[04/10/2011] News

Tempi duri per la geoingegneria

In Gran Bretagna rinviato l'esperimento Spice/Trojan Hose e il Parlamento europeo dice no

L'opposizione politica e sociale alle tecnologie che vorrebbero raffreddare artificialmente il pianeta sta prendendo forza e queste soluzioni "miracolistiche vengono guardate con sempre più sospetto. New Scientist da notizia che «Un test di geoingegneria sul campo, previsto per ottobre a Sculthorpe, nel Regno Unito, è stato rinviato di 6 mesi», il 29 settembre infatti il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che «Esprime la sua opposizione alle proposte di geoingegneria su larga scala».

Il test britannico, fa parte dell'esperimento Stratospheric particle injection for climate engineering (Spice), finanziato dell' Engineering and physical sciences research council (Epsrc), Nerce e Stfc, condotto da un team guidato da Matthew Watson dell'Università di Bristol, e prevede la realizzazione di un tubo lungo un km, sollevato da un pallone aerostatico riempito di elio, che pompa acqua nell'atmosfera.

Questo permetterebbe ai tecnici di studiare come il tubo e il pallone si comportano nel tempo, in varie condizioni atmosferiche. Versioni più grandi potrebbero in futuro pompare aerosol di solfati nella stratosfera, creando un "ombrello protettivo" che raffredderebbe la terra dal global warming provocato dalle attività antropiche.

L'Eprsc presenta l'esperimento come «Legato si fini della gestione della radiazione solare» e spiega di aver preso la decisione di ritardare l'esperimento previsto ad ottobre «Per dare il tempo di un maggiore coinvolgimento degli stakeholder. Abbiamo adottato un approccio responsabile innovativo a questo progetto, come parte del nostro impegno per uno sviluppo responsabile, e la nostra decisione di sospendere il test bed experiment riflette i consigli che abbiamo ricevuto dal nostro advisory panel a seguito di uno "stage gate".

Per la verità la decisione fa seguito ad una campagna capitanata da ETC Group, una Ong canadese che a settembre ha inviato una lettera aperta al governo britannico che chiedeva la sospensione del progetto Spice. Ora la direttrice dell'Ong, Diana Bronson, esulta e rilancia: «Crediamo che ci dovrebbe essere il divieto di ogni sperimentazione sul campo fino a quando non c'è un accordo internazionale».

Per impedire la realizzazione di quello che chiama il "Trojan hose", il tubo di Troia, ETC Group richiama proprio la risoluzione del Parlamento europeo del 29 settembre sull'elaborazione di una posizione comune dell'Unione europea in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20) che «Si oppone alle proposte di applicazione della geoingegneria su larga scala» e ricorda che «è la prima volta che il legislatore europeo ha commentato la questione».

La parte sulla geogegneeria della risoluzione del Parlamento europeo, presentata dal socialista greco Kriton Arsenis, al punto 92 «Rileva che l'introduzione di nuove tecnologie emergenti non deve compromettere gli obiettivi di uno sviluppo giusto e sostenibile e dell'eliminazione della povertà; sottolinea che le tecnologie possono avere diversi impatti ambientali, sociali ed economici e che alcune tecnologie, senza un adeguato controllo, possono condurre a uno sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali (quali acqua, suolo, biomassa) nonché a un aumento della povertà e ad altri effetti negativi sul piano sociale» e al punto 93 «Sostiene pertanto il piano strategico di Bali per il supporto tecnologico e la creazione di capacità in materia di tecnologie legate all'ambiente, nonché gli obiettivi per la valutazione e il trasferimento di tecnologie ecocompatibili; chiede la creazione di capacità nel quadro del sistema delle Nazioni Unite per monitorare, valutare e fornire informazioni su nuove tecnologie onde integrare un più ampio concetto di sostenibilità e promuovere lo sviluppo sostenibile di prodotti e processi in tutti i settori».

Se gli altri organismi dell'Unione europea approveranno le parti "anti-geoingegneria" della risoluzione queste potrebbero far parte della posizione negoziale dell'UEe a Rio+20 ed essere incluse in ogni accordo internazionale approvato a Rio de Janeiro nel 2012.

ETC Group, leader dell'international campaign against the "Trojan Hose" alla quale partecipano una sessantina di Ong, rimane però molto prudente, la Bronson avverte, «Siamo lieti di vedere il geongegneri uscire dai loro alti tubi flessibili, riconoscendo che è necessaria una vera consultazione. Tuttavia, dobbiamo essere chiari su quel che costituisce il coinvolgimento degli stakeholder quando si tratta di "re-jigging" il pianeta. Tutte le persone e tutti i governi hanno un interesse in questa decisione e l'unica sede legittima per il processo decisionale sono le Nazioni Unite. Siamo lieti che i membri del Parlamento europeo abbiano messo la geoingegneria in testa come problema che deve assumersi il Summit Rio+20. Nessun esperimento geoingegneria dovrebbe andare avanti prima che si svolga un dibattito globale».

Quello del Parlamento europeo non è il primo tentativo di mettere sotto controllo la geoingegneria: alla fine del 2010 un meeting della Convention on biological diversity (Cbd) ha imposto una moratoria su qualsiasi forma di geoingegneria che potrebbero influire sulla biodiversità, ma questa non si applica a test sul campo come quelli dello Spice/"Trojan Hose", come spiega su ebbe applicarsi ai test sul campo , come spiega su New Scientist Tim Kruger dell' Oxford geoengineering programme: «Io non credo che nessuno potrebbe sostenere che getti di acqua nell'atmosfera potrebbero avere un effetto sulla biodiversità».

Kruger però appoggia il rinvio dello Spice, o sostenendo che «L'opinione pubblica deve essere presa seriamente in considerazione prima di iniziare gli esperimenti. E 'molto importante che i lavori per la geoingegneria non siano solo giuridicamente accettabili, ma anche socialmente accettabile. Vogliamo evitare il tipo di gioco che ha danneggiato le colture Ogm e l'energia nucleare».
Certo, è un po' difficile dire che Chernobyl e Fukushima Daiichi e i disastri della Monsanto e della Bayer se li siano inventati gli ambientalisti, ma ogni prudente ripensamento è sempre ben accolto.

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