[04/10/2011] News

Anche il calcestruzzo può essere un rifiuto liquido

Sono rifiuti allo stato liquidi il calcestruzzo e altri materiali da costruzione che residuano all'interno dei mezzi meccanici utilizzati nel ciclo produttivo poi eliminati con il mezzo della lavatura e dell'immissione di acqua. E quando i liquami trasportati su auto spurgo vengono sversati direttamente nelle acque, si parla di abbandono di rifiuti.

Lo ha ribadito la Corte di Cassazione penale che ha condannato una società proprietaria dei veicoli e mezzi meccanici per aver scaricato (e non incidentalmente) nel greto del torrente Librizzi o sulle relative sponde, residui di calcestruzzo ed acque limacciose, disperse in prossimità del corso d'acque.

Al di là del caso specifico, la differenza fra rifiuto e scarico sembra un problema che la giurisprudenza periodicamente e caso per caso si trova ad affrontare.

La definizione di scarico basata sul concetto di "condotta diretta" è riportata dal testo unico ambientale. E' scarico idrico, infatti, "qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzioni di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione". Dunque, qualsiasi tipo di scarico diretto indipendentemente dalla sua natura inquinante e dalla sua destinazione deve essere autorizzato ai sensi della normativa sulle acque.

Mentre è rifiuto allo stato liquido l'immissione del refluo nel corpo recettore tramite un sistema "initerrotto" ossia con soluzioni di continuità.

Comunque la questione (distinzione fra scarico e rifiuto liquido) non è di secondaria importanza perché dalla qualificazione di scarico o rifiuti dipende l'applicazione della relativa disciplina. E non lo è né per l'operatore del diritto avvocato o giudice né per l'imprenditore.

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