[07/10/2011] News

Rispunta l'eterno condono edilizio . Realacci: «Ignobile». Idv: «Che ci azzecca con lo sviluppo?»

La Commissione europea non poteva certo indicarlo nella famosa lettere per chiedere all'Italia di fare una durissima manovra economica, visto che "condono edilizio" è intraducibile (e impraticabile) in tutte le lingue dei Paesi civili, eppure il condono è ormai diventato un virus, quasi un'attrazione letale per il centro-destra italiano. Arriva puntuale come un'influenza cattiva ad ogni manovra e manovrina, serve a far finta di riempire le casse a danno degli onesti ed a lisciare il pelo elettorale ai disonesti in trepida attesa di condono. L'annuncio su un nuovo possibile condono nel dl sviluppo è stato dato dal ministro Fitto.

La dichiarazione più ironica e che definisce meglio questa morbosa attrazione per il mattone illegale ci sembra la diano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante: «Berlusconi ha due chiodi fissi nella testa: il secondo è il condono edilizio, ne ha fatti due e vuole fare il terzo; il primo è già noto agli italiani. Un ennesimo condono edilizio equivarrebbe per l'Italia ad un default ambientale, e porterebbe l'ennesimo e forse decisivo colpo sia all'idea di legalità, sia alla qualità del territorio e del paesaggio. Per effetto dell'interminabile sequenza di sanatorie in Italia costruire illegalmente è diventata quasi un abitudine. Il mattone abusivo si è mangiato km e km di costa, aree naturalisticamente pregiate, zone a rischio idrogeologico dove non si dovrebbe costruire un metro quadrato. Continuare su questa strada vorrebbe dire sacrificare una volta per tutte beni comuni e decisivi anche per il nostro futuro economico come sono il rispetto della legge e la tutela delle bellezze paesaggistiche».

Per il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, si tratta di «Una proposta imbarazzante. Uno schiaffo alla legalità e alla sicurezza. Il Governo sostenga le imprese serie e non le ecomafie. Sembra assurdo eppure ancora oggi si riaffaccia l'ipotesi di un condono edilizio. Nel paese delle tragedie insensate, del lavoro nero e del dissesto idrogeologico c'è ancora qualcuno che pensa di poter far cassa rapidamente condonando gli abusi, aprendo la strada a nuove costruzioni illegali, a tutto vantaggio dei disonesti e a totale discapito della comunità. Eppure abbiamo tutti sotto gli occhi gli effetti di queste politiche di sviluppo raffazzonate e estemporanee. La tragedia di Barletta dovrebbe almeno servire come monito. Bene ha fatto l'Ance, per bocca del suo presidente Buzzetti, a condannare l'ipotesi di sanatoria che servirebbe solo a premiare chi ha agito e agisce nell'illegalità, in barba alle normative, alla sicurezza, al rispetto dei lavoratori. L'Italia ha bisogno di un piano di recupero dell'edilizia esistente serio e articolato, incentrato sulla sicurezza e il risparmio energetico e non di proposte spot che potremmo definire ridicole se non fossero terribilmente pericolose».

Per Fabrizio Vigni, presidente nazionale Ecologisti Democratici, «L'ipotesi di un nuovo condono edilizio, avanzata da esponenti della maggioranza, fa accapponare la pelle. Sarebbe il terzo condono edilizio dell'era berlusconiana. Come i primi due, avrebbe come effetto quello di premiare l'illegalità e di incoraggiare nuovo abusivismo. Sarebbe un altro gravissimo colpo all'ambiente, all'economia sana, ai cittadini ed alle imprese che rispettano le leggi. Bisogna opporsi con ogni mezzo a questo tentativo, non solo per difendere principi di legalità e giustizia, ma anche perché tutelare l'ambiente e la bellezza dell'Italia è una condizione essenziale per ricostruirla dalle macerie del berlusconismo».

Secondo il responsabile Green ecoonomy del Pd, Ermete Realacci, «La ricetta condono proposta da Scilipoti per uscire dalla crisi, e carezzata da vari esponenti della maggioranza, è indecente. Può sembrare incredibile ma per questo centro-destra in affanno, incapace di proporre soluzioni valide per rilanciare l'economia, ogni occasione è buona per infilare nelle pieghe del provvedimento di turno un nuovo condono edilizio. Una proposta vecchia, grave e dannosa, partorita da chi ha una visione piccola e meschina del futuro, che come è sempre accaduto in questi casi, manda un devastante segnale al paese di via libera al cemento abusivo, alimenta gli appetiti illegali e regala al nostro fragile territorio altre colate di cemento illegale. A chi oggi ripropone il condono vale la pena di ricordare che il solo "effetto" condono nelle precedenti sanatorie edilizie di Berlusconi generò nel 2003 40mila nuove case illegali, con un incremento della produzione abusiva superiore al 41% tra 2003 e 2001. Lo stesso accadde nel 1994 grazie al condono Berlusconi-Radice: durante i mesi di discussione delle legge furono costruite 83mila abitazioni fuorilegge, cifra record per l'ultimo decennio e considerando che l'anno prima erano state 58mila, l'anno successivo scesero a 59mila. L'Italia ha pagato all'abusivismo edilizio un tributo troppo alto in termini di vite umane e di scempio del territorio. Cercheremo di fermare in tutti i modi questa assurda ipotesi di fare cassa a danno del paese e degli italiani onesti».

Il capogruppo dell'Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario, utilizza una frase famosa di Di Pietro per commentare il condono "Scilipoti": «Ma che c'azzecca il condono con lo sviluppo? Siamo alle solite. Il governo è diviso su tutto, non ha una sola idea di cosa si può fare per far crescere il nostro Paese e si affida ai soliti trucchi per fare cassa e premiare i disonesti, alla faccia di chi paga le tasse e non costruisce case abusive. L'immagine dell'esecutivo non è solo irrimediabilmente usurata per le incredibili pulsioni e le esternazioni senza senso del premier, sulle quali neanche la stampa internazionale riesce più a scherzare, ma anche per l'incapacità di trovare ricette equilibrate per far vedere agli italiani la luce alla fine del tunnel della crisi. Invece di riforme di sistema in grado di aiutare le imprese in difficoltà e di conseguenza far diminuire la disoccupazione, il governo sta pensando a un condono fiscale ed edilizio e ai soliti tagli che colpiscono, guarda caso, soprattutto il meridione. E' incredibile come riescano a non indovinare un solo provvedimento utile al Paese, neanche per sbaglio. Per fortuna ormai Berlusconi e il resto della banda Bassotti hanno i giorni contati, finalmente l'Italia onesta e laboriosa inizierà la ricostruzione dopo il cataclisma berlusconiano».

E il vice capogruppo Idv alla Camera, Antonio Borghesi, ribadisce: «Se questo governo e questa maggioranza pensano che la crescita del Paese possa passare attraverso una nuova truffa ai danni dei contribuenti onesti, vuol dire che ancora una volta vince il partito degli evasori, dei bancarottieri, delle cricche della protezione civile e delle peggiori schifezze che la politica possa commettere. "Alle prossime elezioni saranno spazzati via dalle persone oneste, che non ne possono più di vedere questa gentaglia alla guida del Paese».

Per il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, si tratta di ''un dato veramente negativo'' ed è ''triste'' che il tema riemerga nelle politiche di rilancio del paese di fronte all'attuale crisi economica.
''E' triste pensare che dopo annunci e annunci relativi al decreto sulla crescita che e' il primo problema di questo paese - ha osservato Errani - dopo due manovre che non affrontano in nessun modo la crescita ma che anzi sono recessive, da questo grande dibattito riemerga il condono''.

Ribadice Errani: "Io insisto: bisogna cambiare strada, la strada e' quella delle riforme. La strada - ha aggiunto ancora Errani - e' quella di costruire nuove politiche industriali, quella di promuovere innovazione per costruire nuove filiere industriali. Non vedo, ad oggi nel governo la condizione per fare questo discorso''. Inoltre, secondo Errani, ''se si costruisce una politica seria nazionale di defiscalizzazione rispetto a interventi volti alla riqualificazione e all'efficienza energetica, faremmo un passo in avanti''.

''Basta, questa fiction deve finire altrimenti il paese non ce la fa''. ''C'è difficoltà sul decreto sviluppo? - ha dichiarato Errani -. Non c'e' problema: vado in transatlantico e sparo un nome nuovo per il partito. Basta - ha concluso - questa fiction deve finire altrimenti il paese non ce la fa''.
La strada invece è quella - sottolinea Errani - di costruire nuove politiche industriali, la strada èquella di promuovere l'innovazione". Ma, conclude Errani, "non vedo ad oggi nel Governo la condizione per fare questo discorso".

Torna all'archivio