[14/10/2011] News

Falso allarme radioattivo a Tokyo? Ma nessuno spiega il mistero della "staccionata radioattiva"

Ieri Greenpeace aveva lanciato l'allarme sugli alti livelli di radioattività registrati a più di 200 km dalla  centrale nucleare di Fukushima Daiichi, sia nella capitale Tokyo che nella vicina prefettura di Chiba. «Alcune misurazioni rivelano livelli di contaminazione addirittura superiori a quelli registrati nella zona di evacuazione intorno alla centrale - scriveva Greenpeace in un comunicato. Le autorità locali hanno comunicato che durante un'ispezione sono stati misurati livelli di radioattività di 3,35 microsievert per ora lungo una strada residenziale del quartiere di Setagaya, e di 5,82 microsievert per ora in un parco per bambini in Funabashi, nella prefettura di Chiba». Il limite di esposizione del la popolazione è di 1 mSv/anno, e per stare dentro questo limite il rateo di dose deve essere di circa 0,1 microSv/ora.

Alla fine la preoccupanti misurazioni eseguite da un gruppo di cittadini nel parco di Funabashi si sono rivelate parzialmente un falso allarme: secondo i cittadini c'erano hot spot radioattivi di 5, 82, 2,1 e 1,79 microSv/ora, ma le rilevazioni della municipalità negli stessi punti hanno rilevato 0, 91, 1,40 e 0,79 microSv/ora.  Intanto, l'agenzia Kyodo News ha dato notizia che in un altro quartiere di Tokyo, Kita, il 29 settembre sono state rilevate  radiazioni di 1,01 microSv/ora nel seminterrato di una scuola elementare. Livelli relativamente alti di radiazioni sono stati  rilevati anche a numerosi punti a Karuizawa, nella prefettura di Nagano, con un picco di 1,7 microSv/ora  nel terreno di una scuola elementare.

Ma è stata la notizia della contaminazione a Tokyo a creare più scalpore e preoccupazione tra i cittadini ed i media ma, a leggere  "The Japan Times" ed altri giornali giapponesi, l'alto livello di radiazioni rilevato nel quartiere di Tsurumaki a Setagaya, una municipalità di Tokyo,  «probabilmente non è il fallout dell'impianto nucleare numero 1 Fukushima». Secondo quanto detto ai giornalisti da Nobuto Hosaka, il sindaco di Setagaya, alti livelli di radiazioni sono stati rilevati anche in bottiglie conservate sotto il pavimento di una casa vicino a quello che sembrerebbe l'hot spot della radioattività: una staccionata in legno di una casa. Sono in corso indagini sul contenuto delle bottiglie e lo stesso Japan Times  scrive che «in questa fase non è chiaro se i due reperti con radiazioni sono collegati» .

L'allarme su un elevato livello di radiazione a Setagaya era stato dato il 12 ottobre, suscitando subito gravi  preoccupazioni tra la popolazione, ma le autorità si erano subito affrettate a dire che era molto improbabile  che ci fosse un hot spot fortemente contaminato in un sito ad oltre 200 km da Fukushima. Masahiro Fukushi, uno specialista di radiazioni della Tokyo Metropolitan University che ha misurato il livello di radiazione nella recinzione, ha detto al network televisivo Tokyo Broadcasting System  che «è molto probabile che l'isotopo radioattivo rilevato sia il radio-226. Dato che questo isotopo non viene utilizzato nelle centrali nucleari, non si crede sia stato emesso dai reattori distrutti dell'impianto di Fukushima. Il radio può essere rilevato in alcune sorgenti d'acqua calda», quindi si capirebbe la contaminazione delle bottiglie stoccate a Setagaya.

La contaminazione rilevata è inferiore agli alti livelli di "sicurezza" approvati dal governo giapponese dopo il disastro nucleare di Fukushima Daiichi e non è stato emanato nessun ordine di  evacuazione, ma la recinzione si trova lungo una strada percorsa dai bambini per andare a scuola e la municipalità di Setagaya ha invitato a non passare nelle vicinanze.

Ma non tutto sembra filare liscio come vorrebbero le autorità: Mizuho Nakayama, l'esponente di Protect Kids from Radiation che per primo ha rilevato la contaminazione e l'ha denunciata al quartiere il 3 ottobre, sottolinea che «questo è un "ultra-micro" hot spot e il governo non poteva rilevarlo. In realtà le municipalità dovrebbero controllare i livelli di radiazione dettagliatamente e collaborare con gruppi di cittadini come noi».

Dopo la denuncia, il 6 ottobre l'amministrazione di Setagaya ha rilevato nella recinzione radiazioni per 2,707 microsieverts all'ora,  mentre ieri il livello era salito a 3,35 microSv/ora. Un livello di 2,707 microSv/ora sarebbe equivalente al 14,2 millisievert all'anno, mentre 3,35 microSv/ora sarebbero equivalenti a 17,6 microSv/anno, inferiori ai 20 microSv/anno che secondo il governo farebbero scattare l'ordine di evacuazione. Ma "The Japan Times" ricorda che «è opinione diffusa che l'esposizione per una sola volta  a 100 millisievert di radiazioni può aumentare il rischio di morire di cancro dello 0,5%». Inoltre i livelli giapponesi di sicurezza nucleare sono stati innalzati dopo il disastro di Fukushima Daiichi.

Comunque, per ora la contaminazione sembra essere limitata ad un sito e nessun altro hot spot radioattivo è stato trovato a Setagaya e la municipalità in estate aveva misurato i livelli di radiazione in  64 scuole elementari e la lettura più alta era stata di 0,1 microSv/ora.

La municipalità in un comunicato tranquillizza: «abbiamo ricevuto pareri esperti che dicono che non c'è nulla di cui preoccuparsi in termini di salute, anche se si cammina vicino. Tuttavia, ci sono scuole materne ed elementari nelle vicinanze e quindi, per precauzione, abbiamo messo fuori coni per il traffico per impedire alle persone di avvicinarsi al luogo». Ma l'annuncio dato mercoledì dal municipio di Setagaya non convince  alcuni esperti. «E' la  staccionata in legno che apparentemente emette la radiazione, ma i materiali radioattivi di solito si accumulano sul terreno - scrive "The Japan Times". I materiali radioattivi che fuoriescono da una centrale nucleare sono minuscole particelle trasportate dal vento e dalla pioggia, che alla fine cadono a terra. Fukushi della Tokyo Metropolitan University ha controllato il sito e monitorato le radiazioni in un punto sul recinto di circa 1 metro da terra. Ha detto che ha controllato la radiazione a pochi centimetri dal suolo e che  il livello è inferiore a 1,0 microsievert».

Anche l'esperto nucleare ammette: «è molto strano. Ovviamente non si riscontra in natura. Se venisse dalla pioggia, il terreno dovrebbe avere elevati livelli di radiazione. Anche gli alberi vicini hanno circa la metà o un terzo del livello di radiazioni».

Inizialmente la municipalità credeva che le radiazioni provenissero dal terreno, tanto che dopo il 6 ottobre ha fatto rimuovere il marciapiede vicino alla recinzione, ma il livello di radiazioni è «appena sceso - ha dichiarato  Ken Hatanaka, un funzionario di Setagaya che segue la vicenda. Stiamo lavorando con esperti di radiazioni per scoprire come gestire la situazione».

Nakayama, di Protect Kids from Radiation, sottolinea che «l'amministrazione dovrebbe, naturalmente, decontaminare la recinzione. Ma prima, l'amministrazione dovrebbe analizzare cosa sia la sostanza, da dove viene e perché è lì».

Comunque, secondo Salvatore Barbera, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace Italia, «questi nuovi test mostrano che la dispersione del materiale radioattivo fuoriuscito dalla centrale di Fukushima è più ampia e più grave di quanto si pensasse. Il fatto che le autorità locali stiano cercando di decontaminare la zona usando idranti ad alta pressione, disperdendo ancor più il materiale radioattivo invece di rimuoverlo, è il segno che non hanno ricevuto il necessario supporto dal governo centrale e che stanno operando senza seguire le normali linee guida in caso di contaminazione nucleare.

Greenpeace ritiene assurda l'intenzione del Primo Ministro Noda di far ripartire i reattori nucleari prima che venga completata l'investigazione sulle cause e le conseguenze della triplice fusione del nocciolo avvenuta sette mesi fa nella centrale di Fukushima. Il rapporto Energy [R]evolution, presentato da Greenpeace a metà settembre, mostra che il Giappone è in grado di abbandonare completamente l'energia nucleare già dal 2012 senza venir meno ai propri obiettivi di riduzione di gas serra. Una vera rivoluzione energetica è l'unica via per il Giappone, come per il resto del mondo, per abbandonare definitivamente l'energia dell'atomo e garantire sicurezza energetica basata su fonti di energia sicure e pulite».

Torna all'archivio