[18/10/2011] News toscana
Il Consiglio provinciale di Firenze appoggia il comune di San Casciano sulla vicenda del nuovo stabilimento Laika. Il caso è noto e greenreport ha da sempre esposto le sue forti perplessità sul progetto. Oggi comunque diamo notizia del fatto che è stata approvata la mozione presentata dai consiglieri provinciali del Pd Remo Bombardieri, Stefano Fusi, Franco Pestelli e Stefano Prosperi per esprimere «pieno apprezzamento e sostegno al sindaco, alla giunta e all'Amministrazione comunale di San Casciano Val di Pesa per le decisioni politiche ed amministrative adottate che coniugano la salvaguardia e valorizzazione del territorio con le reali esigenze dello sviluppo economico e la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie».
Sul documento approvato, il Pdl si è astenuto, Rifondazione comunista (che ha visto respinto un suo emendamento) e Idv sono usciti dall'aula al momento del voto. Secondo il documento la costruzione del nuovo stabilimento Laika in località Ponterotto, nel comune di San Casciano Val di Pesa, "è assolutamente necessaria al fine di dare all'azienda una prospettiva di sviluppo e crescita produttiva, e conseguentemente garanzie per il posto di lavoro di circa 250 lavoratori e per tutto l'indotto, continuando ad avvalersi di maestranze competenti e specializzate, che dispongono di un know-how di eccellenza che è un patrimonio delle nostre comunità".
Per la maggioranza è "strategica, la scelta di Laika di mantenere la produzione nel nostro territorio, per tutte le valenze di carattere sociale, economico ed anche politico che essa rappresenta". Per quanto riguarda la questione dei reperti archeologici la mozione chiede che "sia rispettato ed attuato velocemente l'accordo sottoscritto fra il ministero dei Beni Culturali, il comune di San Casciano e l'azienda, per il trasferimento in altra sede dei beni archeologici rinvenuti nell'area di cantiere". Rifondazione comunista nel suo emendamento (poi bocciato), evidenziava che "una soluzione positiva alle richieste di ristrutturazione aziendale sia opportuna e necessaria ma che allo stesso tempo tale soluzione non possa e non debba prescindere dalla tutela del paesaggio dell'ambiente e dei beni culturali e invitava la Giunta provinciale a vigilare affinché situazioni di crisi occupazionale non vengano utilizzate per imporre soluzioni urbanistiche che contraddicano gli indirizzi della legge regionale 1/2005".
Il riferimento è alla parte della norma che recita "nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali sono consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti".