
[19/10/2011] News
Speculare è una cosa inaccettabile. Farlo sulle materie prime alimentari dovrebbe essere reato penale. Ma anche speculare sulle altre è un gioco al massacro perché il prezzo ambientale che si paga è altissimo, ancorché da tutti o quasi ignorato. Cosa significhi poi "scommettere" sui default degli Stati lo dovrebbero aver capito tutti. Negli Usa qualcosa si sta muovendo e vedremo come, nonostante la misura antispeculativa di riforma dei mercati finanziari varata ieri e prevista un anno fa dalla legge Dodd-Frank sia stata largamente annacquata.
In Ue siamo indietro e quello che spaventa sono i tempi lunghissimi nonostante il raggiungimento dell'accordo tra Parlamento Ue, Consiglio e Commissione per introdurre "forti restrizioni alle transazioni di credit default swaps sul debito sovrano" come annunciato dal Sole24Ore.
Secondo quanto scrive il Sole24Ore riguarda alla riforma varata in Usa «Con un voto che ha spaccato la Commodity Futures Trading Commission (Cftc), gli Stati Uniti hanno dato il via a una rivoluzione destinata, sulla carta, a sconfiggere l'eccesso di speculazione sui mercati delle materie prime: quella che introduce limiti al numero di posizioni aperte sui mercati dei futures e sui contratti swap scambiati "over-the-counter", ossia al di fuori delle Borse regolamentate».
La riforma «verrà attuata gradualmente. I limiti al numero di posizioni - già esistenti per i futures su prodotti agricoli e ora estesi a 28 materie prime, compresi petrolio e metalli - riguarderanno nella fase iniziale soltanto i contratti per consegna a pronti e comunque entreranno in vigore 60 giorni dopo che la Cftc avrà fornito una definizione di "swap" (compito per cui non è stata fissata una scadenza temporale)».
I contratti a pronti, come ben spiega okpedia.it, sono una tipologia di contratti di borsa che prevedono la consegna materiale dei titoli da parte del venditore e il pagamento immediato (a pronti) da parte dell'acquirente dei titoli. I contratti a pronti si distinguono dai contratti a termine che, al contrario, rimandano l'esecuzione a una data futura.
Tanto? Poco? Secondo Antonio Tricarico, membro della steering committee del network internazionale "Focus on Finance", «Purtroppo le procedure attuative decretate dalla CFTC non raggiungeranno l'obiettivo prefisso dalla legge Dodd-Frank di neutralizzare la speculazione "eccessiva" che avviene tramite prodotti derivati collegati alle commodity, e quindi anche sul cibo. Infatti il numero e tipo di eccezioni incluse alla fine, su pressione delle lobby finanziarie di Wall Street, rende inefficaci gran parte delle misure prese. Gli stessi limiti fissati al momento sono troppo alti ed avranno un impatto limitato sul mercato.
«Il rischio oggi è che la posizione americana rischia di influenzare in negativo il dibattito in Europa sulla stessa regolamentazione. Infatti il prossimo 20 ottobre la Commissione europea renderà nota la nuova bozza del testo unico sui mercati finanziari, noto come direttiva Mifid. Sembrerebbe che la Commissione preveda la possibilità di applicare limiti di posizione per gli speculatori, ma demanderebbe ai paesi membri la definizione di questi e delle modalità operative.
Analogamente già troppe eccezioni sarebbero presenti nel testo. Insomma, se confermato si parte con il piede sbagliato nel processo europeo a vantaggio solamente della City di Londra. Ma sarà una battaglia lunga che vedrà coinvolto anche il Parlamento europeo e cinicamente si può dire che una nuova prossima crisi bancaria in Europa potrebbe aiutare a spingere regole più rigide e senza eccezioni».
E per quanto riguarda l'iniziativa Europa?
«Riguardo alla messa al bando dello short selling allo scoperto con i CDS,- spiega sempre a greenreport Antonio Tricarico - è un segnale positivo, ma solamente il minimo è stato fatto in un momento per altro drammatico per i paesi dell'area euro ed il loro debito sovrano. Di fatto esiste una eccezione importante collegata alla possibile mancanza di liquidità sui titoli del tesoro, ed in questo caso si riammetterebbero i CDS allo scoperto. In concreto in questo modo i mercati potranno facilmente ricattare i Paesi che emettono titoli del tesoro in un momento di crisi come quello attuale. La prova sarà nei fatti, e mancherà poco per testare il nuovo meccanismo, dal momento che da più parti viene ventilato che si prepara l'attacco speculativo finale sull'euro. Se questa è la situazione, l'unico modo per dare sostenibilità all'emissione di titoli pubblici e quindi alle finanze pubbliche è quello di considerare delle emissioni mirate solamente per alcuni investitori, come quelli retail o nazionali, togliendo così la possibilità agli attori speculativi non collegati all'economia del paese di scommettere in maniera consistente sul fallimento di questo. Ma ciò richiede di porre mano seriamente alla liberalizzazione dei mercati di capitali rivedendo gli errori del passato e l'ideologia fallimentare ultra-liberista seguita fino al oggi».
In buona sostanza, quindi, stiamo assistendo a dei tentativi di cambiare le regole che equivale a dire che si è sbagliato. Ma ancora è lontana l'idea di un modello di sviluppo diverso che superi queste situazioni praticamente ingovernabili e metta al centro la sostenibilità sociale e ambientale, ripristinando i tempi della finanza subordinandoli a quelli del controllo e quindi quelli di riflessione umana e collettiva. Il guaio vero è che la politica invece di confrontarsi su questo è in tutt'altre faccende affaccendato e pure i media relegano queste notizie (quando le danno) alle pagine poco nobili dei loro giornali...