
[25/10/2011] News
Tutti i 10 assessori regionali Pdl della Regione Lazio hanno rimesso le deleghe alla presidente Polverini per protesta contro la decisione, presa ieri dal consiglio dei ministri, di impugnare parti del "piano casa".
«I sottoscritti assessori del Pdl della giunta regionale del Lazio - si legge nella nota - preso atto della decisione assunta nel corso dell'ultimo consiglio dei ministri con la quale è stata impugnata la legge regionale 10/2011, cosiddetto "Piano Casa", approvata dal consiglio regionale del Lazio, ritengono incomprensibile una scelta che mette in discussione uno dei punti qualificanti del programma elettorale del Popolo della libertà sia a livello locale che nazionale, come più volte ribadito dallo stesso presidente Berlusconi. Ritengono inaccettabile, inoltre, che tale scelta sia maturata senza un confronto di merito rispettoso dei normali ruoli istituzionali».
Gli assessori si ribellano quindi contro una decisione del loro governo e di un esponente del loro stesso Partito, il ministro dei beni culturali e ex presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, e sottolineano: «Pertanto, che agire contro le aspettative legittime dei cittadini laziali rende impossibile trasmettere ai territori quei valori da tutti noi condivisi ostacolando l'impegno amministrativo costante e ampiamente riconosciuto per lo sviluppo economico e sociale della nostra, Regione».
Per queste ragioni hanno «Rassegnato le dimissioni dalla carica assessorile rimettendo le deleghe nelle mani della presidente della Regione Renata Polverini».
Di cosa si tratta davvero lo spiega bene il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati, «Non si può sempre buttare tutto "in politica", il cosiddetto piano casa della Regione Lazio è
palesemente in contrasto con le norme del Codice dei beni culturali e quindi è un dovere del
ministro Galan impugnarlo, non un vezzo, sarebbe strano se non lo facesse. In deroga alle classificazioni dei piani paesistici potranno essere realizzati "bacini sciistici", "opere pubbliche o private di pubblico interesse quali ospedali, cimiteri, interventi portuali, strutture ricettive di carattere alberghiero ed extra alberghiero, scuole, università, impianti e attrezzature sportive". Cosa c'entra tutto ciò con il diritto alla casa? E perché prevedere procedure diverse e accelerate rispetto a quelle previste dalla legge? Questi dispositivi permetterebbero scempi irreparabili al nostro paesaggio, sono indifendibili, il vero scandalo è averli approvati in Consiglio regionale».
Il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo che ieri aveva sostenuto Galan in Consiglio dei ministri denunciando una serie di violazioni del "Piano casa" laziale, oggi esprime «Piena sintonia con Polverini; problemi superabili con modifica legge regionale. Il piano casa del Lazio si muove nel solco indicato dal Governo per rilanciare l'attività edilizia e promuovere il rinnovamento, anche in chiave di risparmio energetico e sostenibilità ambientale del patrimonio abitativo. L'impugnativa disposta dal Consiglio dei Ministri non rappresenta affatto uno stop al piano nella sua globalità e nella sua logica, ma evidenzia solo tre profili specifici di problematicità, sollevati in due casi dal Ministero della Cultura ed in uno dal Ministero dell'Ambiente.
In particolare per quel che concerne i rilievi mossi dal Ministero dell'Ambiente, e che riguardano le aree protette, si tratta di problemi che sono stati colti anche dalla Presidente Polverini, perché, per fare un esempio, non si può certo edificare nel Circeo. Con la Polverini esiste piena sintonia, e questi problemi potrebbero essere superati operando una modifica legislativa regionale che farebbe venir meno le ragioni dell'impugnativa da parte del Ministero dell'Ambiente. Per ciò che concerne le questioni eccepite dal Ministero della Cultura, che condivido, ed in particolare riguardo allo sviluppo del Terminillo, si tratta di problemi prevalentemente di metodo e sono certa che il Presidente Polverini ed il collega Galan potranno trovare un punto d'incontro ed una soluzione positiva. Il Terminillo può diventare un polo sciistico regionale nel pieno rispetto del paesaggio e del territorio. Si tratta solo di seguire procedure che assicurino tale obiettivo».