
[26/10/2011] News
Confagricoltura: «La diminuzione di suolo rende più difficile la situazione»
Pubblichiamo una serie di commenti alla tragica alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana.
Il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacolo ammette che «Ciò che è accaduto è l'ennesima, e temiamo non ultima, conseguenza di una condizione di dissesto del territorio che da decenni causa sciagure e lutti nel nostro paese e che per tanti anni non è stata affrontata come la sua evidente gravità richiedeva.
In queste vicende c'è sempre un margine di imponderabile e l'intensità delle precipitazioni nelle zone colpite rappresenta un evento eccezionale. Esistono comunque situazioni note di pericolo, mappe del rischio chiare, priorità individuate. Su queste realtà si deve intervenire come previsto dal piano straordinario per il dissesto idrogeologico, finalmente varato, ormai quasi 2 anni fa, definito attraverso accordi di programma con tutte le regioni, e che va realizzato attraverso risorse immediatamente spendibili.
E' una esigenza ed una emergenza per il paese. L'abbiamo resa una priorità operativa che deve essere attuata con la massima celerità possibile e con i fondi programmati, che peraltro realizzeranno solo un primo step di interventi. Saranno necessari altre ingenti risorse ed altri massicci interventi».
«L'emergenza maltempo, con vittime, esondazioni, frane, è un film visto troppe volte. Purtroppo i problemi agroambientali non sono stati affrontati alla radice e puntualmente va in scena il disastro». Lo sottolinea Confagricoltura in relazione alle avversità atmosferiche che stanno colpendo il nostro Paese.
«Certo i fenomeni meteorologici che si stanno riscontrando in questi giorni - prosegue Confagricoltura - sono di straordinaria intensità e violenza ma è indubbio che la situazione è aggravata dalla mancanza di strategie di salvaguardia. La diminuzione di terre agricole rende più difficile la situazione».
«Occorrono - sottolinea l'Organizzazione degli imprenditori agricoli - interventi adeguati che favoriscano una presenza attiva degli agricoltori sul territorio».
Confagricoltura fa presente come in dieci anni siano scomparsi 1,5 milioni di ettari di superficie agricola totale (comprensiva anche dei terreni non produttivi) e 300 mila ettari di superficie agricola utilizzata. «Molti disastri idrogeologici - commenta - sono dovuti all'abbandono delle terre, venendo a mancare l'attività agricola perché non sostenuta. E la situazione è ancor più preoccupante nelle aree marginali e montane».
«Smettiamola di chiamarle calamità naturali: le frane delle colline, le esondazioni dei corsi d'acqua, gli allagamenti delle città, le devastazioni del territorio che provocano vittime e ingenti danni economici hanno responsabilità precise». E' il commento di Fabrizio Vigni, presidente nazionale Ecologisti democratici, sulle alluvioni che hanno colpito molte zone d'Italia.
«Cos'altro ci si può aspettare di diverso quando su un territorio così fragile come quello italiano, già ferito per decenni dall'incuria, dall'abusivismo edilizio, dalla mancanza di politiche di prevenzione, si scaricano anche gli effetti dei pesantissimi tagli ai finanziamenti per la difesa del suolo operati dal governo? Mentre corre il drammatico rischio di un collasso economico - finanziario, l'Italia è già in default ambientale. Ce ne rendiamo conto o no? Ce lo dicono le immagini di queste ore dalla Liguria e dalla Toscana, come quelle degli allagamenti di Roma nei giorni scorsi. Mentre l'Italia affonda sotto il peso dell'incuria verso il territorio, il Ministero dell'Ambiente viene di fatto cancellato e le risorse, a cominciare da quelle per la difesa del suolo, sostanzialmente azzerate».
«Non meno sconcertante è che quando si discute di misure per lo sviluppo e la ripresa economica non si pensi ad inserire gli interventi per la manutenzione del territorio e delle città tra gli interventi più utili e più importanti. Un piano nazionale per la riqualificazione ambientale e la difesa del suolo: questa deve essere considerata - conclude il presidente Ecodem - la più importante opera pubblica di cui l'Italia ha bisogno, se vogliamo garantire la sicurezza dei cittadini, evitare i costi conseguenti a frane ed alluvioni, contribuire alla crescita di un'economia sostenibile».
«Presenteremo un esposto per disastro colposo perché quello che sta accadendo non è legato ad eventi atmosferici straordinari o a calamità ma ad incuria e negligenza: la politica deve andare sotto processo». Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: «In 10 anni a causa di frane ed alluvioni sono morte 450 persone e almeno sette comuni su dieci, nel nostro paese presentano un rischio idrogeologico elevatissimo. I danni economici di quello che appare come un vero e proprio bollettino di guerra ammontano negli ultimi 20 anni a oltre 50 miliardi di euro».
«E' inaccettabile che nonostante la situazione sia così critica si continui con i Piani Casa l'assalto all'Italia dove, ogni anno, si consumano 480-500 chilometri quadrati di territorio: la Liguria, poi è la regione che ha la maggiore percentuale di territorio consumato con il 45% - continua il leader ecologista -. Non è accettabile che in un Paese dove ogni settimana si muore a causa di frane e alluvioni si continuino a spendere cifre astronomiche per le spese militari e per grandi opere inutili».
«Si spendono 15 miliardi per l'acquisto di caccia F-35, 8 miliardi per il Ponte sullo Stretto di Messina, 20 miliari per la Tav in Val di Susa, mentre per la lotta al dissesto idrogeologico e per la difesa del suolo sono stati pressoché azzerati tutti i fondi - conclude Bonelli -. Noi Verdi invieremo una lettera dettagliati su questa emergenza continua e mai affrontata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani per chiedere che ci sia una sessione straordinaria del Parlamento per una legge per lo stop al consumo del suolo in un Paese che cade a pezzi nel totale disinteresse della politica».
«Purtroppo gli eventi accaduti in Lunigiana sono disastri annunciati» afferma Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, «il nostro è un territorio molto fragile per quanto riguarda l'assetto idrogeologico e ogni anno le piogge portano con sé frane, smottamenti, piccole e grandi alluvioni. Quello che non va bene è che non si fanno abbastanza interventi di prevenzione e di riassetto idrogeologico del territorio. L'imputato principale è il Governo che, non solo non investe in questo settore, ma addirittura taglia le risorse al Ministero dell'Ambiente in maniera considerevole. Quando siamo in situazioni di crisi economica i tagli sono inevitabili, però ci sono settori sui quali si deve investire e il dissesto idrogeologico è uno di quelli. Senza la prevenzione, il prezzo da pagare per i danni sarà sempre più alto con conseguenze drammatiche per il territorio» conclude Piero Baronti.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervistato da La7ha detto che «Sono tributi molto dolorosi che purtroppo paghiamo ai cambiamenti climatici, non solo noi». «Purtroppo - ha aggiunto - non si è riusciti a impedire che ci fossero vittime umane». Il presidente però omette di dire che siccome il fenomeno del cambiamento climatico è noto almeno come quello del dissestro idrogeologico nazionale, non si è riusciti a impedire vittime umane anche perché si è fatto troppo poco, per non dire nulla...
«Una tragedia annunciata dall'assenza di un presidio sul territorio in grado di prevenire i disastri ambientali del dissesto idrogeologico ed evitare una nuova conta delle vittime. Un prezzo che ancora una volta i cittadini scontano sulla propria pelle perché alla cementificazione selvaggia, che passa ‘inosservato' ai controlli degli enti locali e delle Autorità competenti e che viene puntualmente graziata dai condoni dei Governi, si aggiunge la ‘colata' di interventi edilizi autorizzati in aree a rischio che invece andrebbero liberate con i dovuti abbattimenti». Così il Wwf Italia commenta l'emergenza maltempo in Liguria che ha già provocato diversi morti e dispersi.
«Quello a cui stiamo assistendo in queste ore in Liguria e nel resto del Nord Italia è un nuovo dramma ecologico ed umano, che replica quanto successo appena qualche giorno fa in Campania e nel Lazio. La Liguria, in particolare, rappresenta un caso esemplare della miopia istituzionale sull'attività di prevenzione e tutela del territorio. Proprio qualche mese fa, infatti, la Regione Liguria ha approvato un provvedimento (Regolamento regionale n.3/2011, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Liguria del 20 luglio 2011) che ha ridotto da 10 a 3 metri le distanze minime di edificazione vicino ai corsi d'acqua.
Sui fiumi in particolare, infatti, si continua ad intervenire d'urgenza, in modo localizzato e puntiforme, al di fuori di una visione d'insieme, restringendo le aree di esondazione naturale e canalizzando i fiumi contribuendo così ad aumentare il rischio di alluvioni a valle. A causa di questo vuoto di pianificazione dall'estate 2010 alla primavera 2011 ben 13 regioni italiane hanno chiesto lo stato di calamità naturale per dissesto idrogeologico.
In Italia nonostante la legge sulla difesa del suolo (legge 183/89), che prevedeva la redazione dei Piani di Assetto idrogeologico (PAI) da parte delle Autorità di Bacino, i successivi decreti Sarno (1998) e Soverato (2000), che disponevano Piani di sicurezza per le aree a rischio, dal 2004 è cominciata una delegittimazione delle stesse Autorità di bacino con una costante riduzione dei finanziamenti ordinari sulla difesa del suolo. Nel frattempo gli stessi Piani di Assetto Idrogeologico redatti nel 2001 non sono mai aggiornati e quindi si conosce il territorio a macchia di leopardo, oltre al fatto che sulle aree già tracciate non ci sono controlli.
Come sta avvenendo in gran parte d'Europa, dobbiamo assolutamente avviare una politica sui fiumi, basata su un approccio su scala di bacino idrografico, attraverso una pianificazione e una gestione ordinaria e con una vasta e diffusa azione di rinaturazione volta al recupero delle aree di esondazione e alla riduzione della velocità delle acque, evitando di intervenire in modo localizzato, sul tratto di volta in volta danneggiato cercando di arginare l'emergenza».
(foto tratta da atmosferatoscana.com)