
[28/10/2011] News toscana
La concentrazione di pioggia è stata particolare ed è l'ennesimo segnale di un clima cambiato. Ma è indubbio che abbiamo molte cose da ripensare per quanto riguarda modi e forme di utilizzazione dei suoli.
E' inutile girare intorno al problema: l'urbanizzazione è il problema, l'urbanizzazione confusa, spontanea, fuori dalle regole per causa di una lunga trafila di condoni che ha esteso e consolidato il disordine, sono l'aggravante.
Potremo dilungarci nella ricerca delle responsabilità, ma è scarsamente produttivo.
Dobbiamo invece procedere con profonde innovazioni, nei comportamenti amministrativi e politici, nella cultura urbanistica, nella cultura generale. Non ci sono alternative, se non vogliamo continuare a fare l'elenco, anno dopo anno, di disastri per fortuna localizzati (ma sempre disastri), di perdite umane ed economiche.
Forse però può valere definire una lista di cose da fare per consegnarla ai responsabili politici, per invocare un "cambio di rotta" senza equivoci, per quanto ci si renda perfettamente conto degli interessi anche enormi e contrastanti che agiscono sul territorio.
Proviamoci:
Ovviamente ci possono essere molte altre cose da fare, come spostare la produzione di ricchezza dall'investimento immobiliare, agricolo o industriale che sia.
Da qualche parte bisogna partire e bisogna che qualche regione parta.
La Toscana da questo punto di vista ha tradizione e potenzialità.
Giusto dire come fa il Governatore Rossi che qualcuno ha sbagliato, ad Aulla, in questo caso, come altrove, ma può e deve, per capacità ed esperienza, dimostrare che è giunto il momento di avere coraggio, che altre strade sono perseguibili; forse servono più i medici condotti dell'urbanistica che professori. E occorre ricordare come alla fine degli anni settanta fu proprio la congiunzione di esperti e professori, di "medici condotti" e della buona politica, ad aprire le porte a quella straordinaria stagione dell'urbanistica toscana - vera avanguardia internazionale - che condusse con le leggi 10/1979 e 59/1980 alla salvaguardia attiva della campagna toscana e dei centri storici.
È retorico domandare se ci possiamo sperare, non è retorico insistere perché ciò accada.