[03/11/2011] News

Difesa del suolo: Prestigiacomo alza bandiera bianca

Il dissesto idrogeologico "celo" il piano straordinario manca. Questo in sintesi quanto il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha evidenziato in commissione Ambiente al Senato in cui è stato fatto il punto sulle risorse destinate alla prevenzione. «Di fatto il Piano straordinario per il dissesto in molte regioni è ancora fermo al palo- ha dichiarato il ministro- Ad oggi  al ministero dell'Ambiente non è stata assegnata alcuna risorsa. Inoltre, con il decreto legge di agosto, tutte le risorse Fas statali, incluse quelle per il dissesto, sono state cancellate». Al di la della crisi economica la situazione è emblematica delle priorità di questo esecutivo e di come è tenuto in considerazione il dicastero di cui è titolare Prestigiacomo, che nonostante gli sforzi pare non convincere i colleghi di governo ed in particolare chi tiene i cordoni della borsa.

«E' necessario comprendere che la prevenzione del dissesto idrogeologico è un preciso dovere dello Stato ed è una scelta di difesa della vita e dell'incolumità pubblica. Il 9,8% della superficie del nostro Paese - ha continuato il ministro- è ad alta criticità idrogeologica, mentre il problema del dissesto riguarda 6633 comuni in Italia (circa 82% del totale ndr)». L'obiettivo del Piano definito anti-dissesto, è quello di programmare in maniera unitaria le risorse disponibili per realizzare un insieme di interventi organico. Dal ministero informano che per adesso gli accordi di programma sottoscritti con le regioni hanno individuato risorse pari a circa 2.155 milioni di euro: 800 milioni provengono da Fas statali destinate dalla Finanziaria del 2010, 400 milioni dal bilancio del ministero, 954 milioni delle risorse regionali. «Nel corso della discussione sul disegno di legge di Stabilità ci sono state garanzie per un'assegnazione di 150 milioni (risorse che lo stesso ministro ha definito insufficienti) infine nella legge di Stabilità sono inclusi gli interventi per il dissesto idrogeologico tra quelli finanziabili con il fondo per lo sviluppo e la coesione, oltre ad esserci un'intesa per destinare a tale finalità 500 milioni». Soldi pochi e neppure certi. Ma in quadro politico dove non si sa cosa possa succedere l'ora successiva, il Paese è messo nella condizione di non poter pretendere di più. E questa è la maggiore responsabilità di questo Governo.

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