
[03/11/2011] News
Quando le multinazionali sono "virtuose"
La seconda Tuna Conference, organizzata da MWBrands, leader europeo delle conserve ittiche e presente in Italia con il marchio Mareblu, e sostenuta dall'International Seafood Sustainability Foundation, ha chiesto il fermo pesca nell'Oceano Indiano per questo mese, una proposta uscita i della seconda Tuna Conference, il congresso internazionale a cui hanno preso parte i protagonisti economici e politici che incidono, direttamente o indirettamente, sulla sorte del tonno ed alcune delle principali organizzazioni ambientaliste che si sono ritrovati nella capitale delle Seychelles Victoria. Gli esperti hanno discusso delle tecniche per contenere le catture accidentali e di definizione di limiti della catture, controllo della pesca illegale e modalità di dialogo e coinvolgimento degli stakeholder. La Tuba Conference di Victoria è servita anche ad accordarsi su iniziative di ricerca scientifica, come quella avviata nell'Oceano Pacifico orientale per sperimentare in mare le migliori tecniche di pesca per limitare la pesca di tonni "fuori target".
Secondo la multinazionale thailandese MwBrands, guidata dall'italiano Adolfo Valsecchi, «Difendere il tonno dall'estinzione non è soltanto una missione animalista: dalla sopravvivenza di questa fondamentale risorsa dipende infatti tutto il comparto delle conserve ittiche, di cui il tonno in lattina è il re indiscusso».
Valsecchi sottolinea che «Oggi i consumatori vogliono essere sempre più informati su ciò che mangiano, ma fortunatamente stanno diventando anche maggiormente accorti rispetto alle tematiche legate all'ambiente. MwBrands, rappresentata in Italia da Mareblu, da anni promuove un approccio alla pesca fatto di passione per l'innovazione, rispetto per il consumatore e attenzione per l'ambiente; e a sintetizzare perfettamente questa missione, ha lanciato sul mercato italiano proprio quest'anno la lattina di tonno con etichetta "trasparente", dove cioè il consumatore può leggere per esteso la varietà di tonno pescato e il luogo in cui è avvenuta la cattura; un fondamentale passo in avanti verso chi desidera compiere scelte di consumo consapevoli e responsabili».
Anche per questo la multinazionale del pesce ha deciso di aderire e sostenere una serie di iniziative, come la creazione della "Pacific Commons". una grande riserva marina nell'oceano Pacifico, e di aderire a ogni raccomandazione emanata dalle Rmfo, le autorità tecnico-scientifiche preposte alla supervisione e al coordinamento dello sforzo di pesca del tonno nei diversi oceani. MWBrands conferma che «Aderirà e supporterà l'iniziativa riguardante l'Oceano Indiano, da cui proviene circa un quarto del tonno pescato a livello globale, proposta dalla Rfmo competente (Indian Ocean tuna Commission) e relativa al fermo pesca per tutto il mese di novembre».
Ance secondo il rapporto "Rompiscatole" di Greenpeace «Mare Blu ha fatto negli ultimi mesi notevoli passi avanti sviluppando una nuova politica scritta per l'approvvigionamento sostenibile delle materie prime. Ci aspettiamo adesso che l'azienda renda pubblica tale politica sul proprio sito internet e la trasformi in cambiamenti concreti in mare». Inoltre «La compagnia nella sua recente politica ha espresso un certo sostegno per la creazione di Riserve Marine, riconoscendo che sono uno strumento importante per la gestione sostenibile degli stock di tonno e la protezione dell'ambiente marino».
Per quanto riguarda i metodi di pesca, secondo gli ambientalisti «La compagnia riconosce l'impatto che la pesca ha sull'ambiente marino e si è impegnata a ridurlo cercando di limitare le catture accessorie. Se da un lato l'uso di palamiti è stato eliminato, la maggior parte del tonno Mare Blu continua a essere pescato con reti a circuizione senza alcuna restrizione all'utilizzo di Fad (sistemi di aggregazione per pesci) , metodo che desta particolare preoccupazione per le catture accessorie di tartarughe, squali ed esemplari giovani di tonno. Mareblu si impegna nella sua nuova politica a utilizzare solo stock gestiti in maniera sostenibile, ma il tonno venduto sul mercato italiano è pinna gialla, per lo più catturato nell'Oceano Indiano, dove la conservazione degli stock desta un alto livello di preoccupazione. Ci aspettiamo che Mare Blu assuma un ruolo attivo nel promuovere la buona gestione delle risorse da cui dipende».
Sull'etichettatura per Greenpeace c'era qualche problema: «Al momento meno della metà delle scatolette di tonno Mare Blu indicano il nome comune della specie di tonno utilizzata. La compagnia si è impegnata affinché entro il 2010 tutte le sue scatolette presentino informazioni sulla specie e di pesca». Ma il giudizio è uno dei migliori nella classifica dei virtuosi Mareblu è terza dopo As do Mar e il r tonno Coop ) anche perché «Mareblu si distingue dalle altre compagnie per la chiara presa di posizione contro la pesca illegale (Inn): si è impegnato a non comprare tonno da pescherecci che sono stati denunciati per pesca illegale né da tutti gli altri pescherecci della compagnia coinvolta né tonno proveniente da aree con un'alta incidenza di pesca illegale o trasbordato in mare».