
[03/11/2011] News
Sono ormai numerosi gli studi che confermano la riduzione della disponibilità idrica per l'area del Mediterraneo. L'ultimo del Noaa (National oceanic and atmospheric administration), secondo cui piogge e nevicate invernali in questo bacino sono in forte riduzione ormai da 20 anni. In questo contesto sarebbe necessario un piano di conservazione che metta al primo punto la riduzione dei consumi per tutti gli utilizzi antropici, mentre invece l'eccessivo uso e consumo di materie prime mette ulteriormente a rischio le risorse idriche del pianeta. Quest'ultimo aspetto emerge dallo studio "Quant'acqua sfruttiamo", condotto dal SERI (Sustainable Europe Research Institute) per conto degli Amici della Terra/Europa nell'ambito della campagna REdUSE sull'uso e il consumo delle risorse in Europa.
«L'acqua è necessaria in tutte le fasi della produzione di beni di consumo, dall'estrazione di materie prime alla loro trasformazione e può essere utilizzata come indicatore di sostenibilità- sottolineano gli Amici della Terra- Lo studio, evidenzia come gli Europei, attraverso l'importazione di materie prime e prodotti, consumino molta più acqua di quanta ne estraggano dal proprio territorio, e come l'Europa, che è il primo importatore di materie prime a livello globale, può compromettere l'approvvigionamento idrico in zone del pianeta in cui l'acqua risulta essere invece una risorsa scarsa».
I risultati dello studio verranno presentati l'8 e il 9 Novembre in occasione della Conferenza "Responsible or Irresponsible? Europe's resource use and its impacts", organizzata dagli Amici della Terra/Europa presso il Parlamento Europeo a Bruxelles, insieme alla proposta di introdurre politiche di monitoraggio e misura delle risorse consumate in Europa utilizzando indicatori di sostenibilità tra i quali l'impronta idrica.