
[09/11/2011] News
Finalmente l'International atomic energy agency (Iaea), ha reso noto il suo attesissimo rapporto sul nucleare iraniano, che conferma quel che era stato fatto trapelare negli ultimi giorni: l'Iran fino al 2003 avrebbe lavorato a progetti per mettere a punto un'arma nucleare, ma la stessa Iaea ammette che «L'attività legata allo sviluppo di un'arma nucleare attualmente non sta proseguendo».
Il rapporto è il frutto delle segnalazioni di una decina di governi e servizi di intelligence e di una indagine svolta dalla stessa Iaea. Secondo le fonti dei servizi segreti occidentali il regime islamico iraniano fino al 2003 sarebbe stato aiutato a sviluppare attrezzature per la bomba atomica da un esperto sovietico/russo e da tecnici pakistani e nordcoreani. La Casa Bianca aveva già annunciato il 7 novembre che il rapporto Iaea avrebbe dato ragione alle preoccupazioni statunitensi sul programma nucleare iraniano, ribadendo però la necessità di risolvere la questione diplomaticamente.
Nel rapporto si legge che informazioni definite «Credibili» dimostrano che «L'Iran ha condotto delle attività legate allo sviluppo di armi nucleari» . Il direttore generale dell'Iaea, Youkiya Amano, precisa che «Queste informazioni indicano che l'Iran ha condotto delle attività in vista di mettere a punto un dispositivo esplosivo nucleaere».
Nel rapporto si legge che «Dopo una valutazione stringente, globale ed affidabile delle informazioni in suo possesso, l'Iaea crede che l'Iran abbia condotto in maniera "organizzata e sistematica" delle attività specifiche per le armi nucleari almeno fino alla fine del 2003». Si tratterebbe quindi per attività interrotte 8 anni fa che l'Iran subisce sanzioni e è minacciato di attacchi militari, ma il rapporto avanza anche l'ipotesi che «L'Iran ha probabilmente lavorato alla messa a punto di armi nucleari fino alla fine dell'anno scorso, compresa la produzione a titolo di test di relativi elementi, ds test e di esperimenti. E' possibile che alcune di queste attività siano in corso».
L'Iaea esprime «Serie inquietudini» sul programma nucleare iraniano
La reazione dell'Iran è stata durissima: il suo rappresentate all'Iaea a Vienna, Ali Asghar Soltanieh, ha definito il rapporto dell'Agenzia sulle attività nucleari iraniane, «Un errore storico. Il rapporto dell'agenzia è poco professionale, e politicamente motivato - ha detto all'agenzia Irib - Né lIaea, né il suo segretario generale, il giapponese Amano, hanno il diritto di diffondere le informazioni infondate su qualsiasi Stato membro dell'agenzia. Le bugie dell'Iaea hanno danneggiato seriamente gli sforzi finora compiuti da Teheran per creare un clima adatto alla collaborazione e al dialogo».
Che il rapporto avrebbe scatenato un bel putiferio Amano lo sapeva bene: durante l'ultima Assemblea generale dell'Onu aveva detto che era ancora troppo presto per trarre delle conclusioni, ma che «E' probabile che questo rapporto esacerbi le tensioni in Medio Oriente», poi aveva chiesto all'Iran di cooperare per l'Iaea per provare che il suo programma nucleare è solo pacifico. Subito dopo sono cominciate le "rivelazioni" e le fughe di notizie e la cosa non ha certo fatto bene alla già non eccelsa credibilità dell'Iaea guidata dal giapponese. Le accusa degli iraniani al direttore dell'Iaea sono pesantissime. Irib scrive che «La visita di Amano a Washington, proprio alla vigilia della pubblicazione del rapporto, e i suoi incontri con i funzionari americani, ha gettato forti sospetti sulla sua obiettività e sincerità». Un alto responsabile dell'Assemblea degli esperti iraniani, l'ayatollah Seyyed Ahmed Khatami, alla vigilia della pubblicazione del rapporto aveva detto che «Gli Usa utilizzano le organizzazioni internazionali, compresa l'Iaea, come degli strumenti per far pressione sull'Iran riguardo al suo programma nucleare». Ieri il ministro degli esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, in visita in Armenia (alleato comune dell'Iran e della Russia) ha detto che «Teheran non dissimulerebbe dei progetti di messa a punto di un'arma nucleare, se li avesse. La posizione dei b nostri leader è netta ed argomentata: tanto la Guida suprema che il presidente dell'Iran hanno a più riprese evidenziato che non abbiamo l'obiettivo di entrare in possesso di un'arma nucleare. Se la Repubblica islamica avesse tali progetti non esiterebbe ad annunciarli. Così, le dichiarazioni dell'International atomic energy agency non servono che a fare pressione sull'Iran. L'Iaea è sempre più politicizzata e si trova sotto l'influenza crescente degli Stati Uniti».
Intanto, dopo averla esclusa solo poche ore prima, il ministro della difesa israeliano Ehud Barak, ha detto a Israel Radio che non esclude «Un possibile attacco militare contro l'Iran a causa del suo programma nucleare» Barak non crede molto che la comunità internazionale imporrà sanzioni efficaci a Teheran dopo la presentazione del rapporto Iaea: «Finché non ci saranno sanzioni del genere e non verrà provato che siano sanzioni efficaci Israele continuerà a raccomandare di non scartare dal tavolo alcuna opzione». La settimana scorsa, in un'intervista al quotidiano israeliano "Ynet", ), Ephraim Halevy l'ex direttore del Mossad, i servizi segreti israeliani, aveva detto che «Un'azione militare contro l'Iran avrebbe delle ripercussioni non solo per Israele, ma per l'intera regione per cento anni».
La cosa preoccupa molto il presidente russo Dmitry Medvedev che ha messo in guardia «Sulle conseguenze catastrofiche che potrebbero avere le minacce di aggressione contro l'Iran». Secondo l'Associated Press, Medvedev, in visita a Berlino dopo l'inaugurazione del gasdotto North Stream, ha detto che «La minaccia di utilizzare la forza può provocare una guerra e questa per il Medio Oriente potrebbe essere una catastrofe». I russi sanno bene quali potrebbero essere i terribili esiti di un attacco agli impianti nucleari iraniani, visto che li hanno costruiti e li riforniscono loro.
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, mentre arrivavano le anticipazioni del documento Iaea, ha chiesto all'Agenzia nucleare dell'Onu di pubblicare un rapporto anche sugli arsenali e le ogive atomiche degli Usa. «L'Iaea dovrebbe pubblicare dei rapporto sulle bombe atomiche americane dissimulate in un migliaio delle sue basi militari - ha detto Ahmadinejad all'agenzia Fars - L'Iaea farebbe meglio a fare dei rapporto sulle armi atomiche americane, invece di pubblicare dei rapporti fallaci sui programmi nucleari civili di Paesi indipendenti come l'Iran. L'Iaea è uno strumento di un certo numero di Paesi per controllare il mondo. Sfortunatamente, il direttore generale dell'Iaea Yukiya Amano viola le regole di questa Agenzia ripetendo le parole degli Stati Uniti». Ahmadinejad ha avvertito che «L'Iran non ha bisogno della bomba nucleare per far fronte agli Stati Uniti ed ai suoi alleati. Gli Stati Uniti che hanno 5.000 bombe atomiche ci accusano con impudenza di fabbricare l'arma atomica, ma devono sapere che se vogliamo tagliare la mano che hanno allungato sul mondo non abbiamo bisogno della bomba atomica. Se gli Usa attaccano la Repubblica islamica, la risposta della nazione iraniana li farà pentire. Il budget annuo attribuito dall'Iran alla ricerca nucleare e di circa 250 milioni di dollari mentre il presidente americano ha allocato quest'anno 81 miliardi di dollari per la modernizzazione delle bombe atomiche del suo Paese, come complemento del suo bilancio nazionale».
A parte che Ahmadinejad sorvola sul fatto che una bella fetta di quel budget è destinata alla dismissione del nucleare obsoleto ed alla bonifica delle basi radioattive, bisogna ammettere che ha buon gioco quando chiede retoricamente: «I fatti dimostrano che è l'Iran ad essere pericoloso o lo sono quelli che costruiscono ed accumulano bombe atomiche?».
Poi, utilizzando la tecnica alla quale ci ha abituato da anni, conclude alternando le minacce alla disponibilità: «La nazione iraniana non ha bisogno dell'arma atomica per tagliare le mani degli Stati Uniti. Washington abbandoni la sua politica ostile verso Teheran».