
[09/11/2011] News
Secondo lo studio "The Pace of Shifting Climate in Marine and Terrestrial Ecosystems" pubblicato recentemente da Science, gli organismi o si adattano o si spostano per seguire i cambiamenti dell'ambiente, sia nel tempo che nello spazio, per combattere i cambiamenti climatici. Lo studio, si concentra sul riscaldamento oceanico e dimostra come il cambiamento climatico stia modificando le temperature medie annuali e stagionali, sia a terra che mare, e che per esempio questo potrebbe colpire fortemente l'ecologia costiera dell'Irlanda del Nord.
Una ventina di ricercatori britannici, statunitensi, australiani, sudafricani, danesi, tedeschi e spagnoli, dimostra così che «I cambiamenti climatici sfidano gli organismi ad adattarsi tenendo conto delle modifiche negli ambienti e nel tempo. Per le analisi delle temperature degli ultimi 50 anni, abbiamo utilizzato due misurazioni di "thermal shifts", per descrivere il ritmo dei cambiamenti climatici dei quali le specie devono tener conto: la velocità del cambiamento climatico (spostamento geografico delle isoterme nel tempo), spostamento del periodo e delle temperature stagionale. A certe latitudini, entrambe le misure sono più elevate in mare che sulla terraferma, nonostante il riscaldamento degli oceani sia più lento. Questi indici danno un mosaico complesso dei previsti range di spostamento e cambiamento della fenologia che si discostano dalla semplice migrazione verso i poli prima della primavera o dopo la sua fine. Evidenziano anche potenziali problemi di salvaguardia, in quanto le aree ad alta biodiversità marina hanno spesso una maggiore velocità di cambiamento climatico e di variazioni stagionali».
I dati infatti evidenziano che «Le temperature primaverili e autunnali tipiche nell'acqua stanno cambiando molto più velocemente rispetto alle temperature sulla terraferma».
Secondo i dati, negli ultimi 50 anni le temperature sulla terraferma sono aumentate di ben 1,2 gradi Celsius mentre le temperature del mare sono aumentate solo di un terzo di quel valore. Lo studio dimostra che «Anche se l'aumento di temperatura può sembrare trascurabile, le ripercussioni ecologiche si sono già fatte sentire. I dati mostrano che le fasce delle temperature si stanno muovendo verso il polo: le temperature primaverili stanno arrivando prima e quelle autunnali invece più tardi. A questo problema si sommano i crescenti livelli globali di emissioni di gas serra».
E' stata mappata la diffusione verso nord delle temperature medie di mare e terra, che stanno aumentando a una velocità bassa e analizzando la velocità di spostamento e la direzione della fauna marina e terrestre, nel tentativo di trovare le loro temperature adatte a loro, lo studio dimostra che i pesci nuotano per molti chilometri mentre altri organismi biologici non tendono a spostarsi.. Secondo il team, «Vari animali marini e terrestri e specie vegetali si sposteranno entro il 2062 allo scopo di assicurare la propria sopravvivenza. Le località prescelte saranno le "fresh comfort zones" attorno alla costa settentrionale; queste aree offriranno temperature ideali per le varie specie».
Uno dei direttori dello studio, David Schoeman (nella foto), dell'Environmental sciences research Institute, School of environmental sciences, University of Ulster, che lavora anche per il Department of Zoology, della Nelson Mandela Metropolitan University del Sudafrica, spiega: «Il nostro studio ha delle dimensioni globali, nazionali e locali molto significative, che segnalano la preoccupazione riguardante la futura vita dei coralli in zone dell'Oceano Pacifico occidentale, allo scopo di accrescere la consapevolezza sugli effetti del riscaldamento che si stanno diffondendo sulle nostre aree costiere». Per quanto riguarda l'Irlanda del Nord (Ulster), Schoeman dice che «L'oceano che si sta riscaldando dovrebbe tendere a spostare le specie verso nord lungo la costa orientale e quella occidentale dell'Irlanda, andando a convergere sulla costa settentrionale di Antrim. Risulta interessante notare che le temperature stanno risalendo la costa orientale a una velocità da 5 a 10 km all'anno e invece a una velocità pari alla metà lungo la costa occidentale. Sulla terraferma, le temperature si stanno spostando a velocità comprese tra i 2 e i 5 km all'anno nella parte orientale e a oltre 20 km all'anno in quella occidentale. Ciò suggerisce che le specie legate alla terra che seguono i cambiamenti della temperatura potrebbero arrivare alla costa nel giro di alcuni decenni».
Secondo l'altro condirettore dello studio, Michael Burrows del Department of ecology, Scottish Association for Marine Science, Scottish Marine Institute, «Dei cambiamenti in varie regioni indicano l'importanza delle creature marine che rispondono al clima che muta molto più rapidamente rispetto ai loro omologhi terrestri. Anche se sono stati compiuti dei progressi in questo campo negli ultimi anni, deve essere fatto ancora molto altro lavoro. Non ci possiamo permettere di dimenticare ciò che non vediamo,Il mare ci fornisce molti servizi che la società ancora non apprezza pienamente e, senza una comprensione dei cambiamenti che dovranno probabilmente affrontare, noi abbiamo una scarsa capacità di pianificare».