
[23/11/2011] News toscana
Dopo l'alluvione di Marina di Campo e Procchio stanno riemergendo anche a Portoferraio le preoccupazioni per il rischio idraulico ed i ricordi di quello che accadde nel settembre 2002 quando l'intera area di San Giovanni, a Portoferraio, finì sott'acqua. A Legambiente sono tornate in mente le osservazioni, presentate il 23 agosto 2004 a tutte le Istituzioni interessate, riguardanti i progetti per la realizzazione di un approdo a San Giovanni.
«Allora scrivevamo che qui progetti naufragati in una Conferenza dei servizi che non si poteva fare, "Prevedono di realizzare una banchina lungo il fronte mare ma non prendono in considerazione gli effetti che la banchina, più alta della strada lungomare avrebbe sul deflusso delle acque. Inoltre non considerano l'esistenza del Fosso del Melo, il trasporto solido generato dal Fosso del Condotto in corrispondenza della cava di Colle Reciso e progetta di intubare e deviare ad angolo retto il Fosso di Fonte Murata che periodicamente esonda nell'abitato di San Giovanni che è soggetto alle misure tutelari delle aree a rischio elevato di esondazione. Il deflusso dei fossi verrebbe certamente ostacolato dagli interventi che prevedono la loro deviazione in area costiera soggetta ad una amplificazione dell'onda marina».
L'intervento previsto secondo il circolo locale di Legambiente non può che aumentare la già elevata frequenza delle esondazioni, incrementando il fattore di rischio idrogeologico, generando richieste di risarcimento dei danni provocati al realizzatore dell'opera e alle amministrazioni che le hanno approvate, e il relativo contenzioso.
Inoltre Legambiente già all'epoca scriveva che i progetti Sales ed Esaom-Cesa e Marina di San Giovanni «Non tengono conto che il Comitato Tecnico di Bacino "Toscana Costa" della Regione Toscana ha individuato, nell'ambito dell'applicazione della legge n. 167 del 3/8/1998, le aree a pericolosità di inondazione elevata e molto elevata, tra queste anche l'intera zona di San Giovanni che viene ricompressa nella "Pianura di Portoferraio: area a pericolosità idraulica molto elevata estesa a gran parte della pianura connessa con le esondazioni del fosso della Madonnina, del fosso della Concia, del fosso del Bucine e del fosso del Melo. Le situazioni a rischio più elevato si localizzano in corrispondenza degli insediamenti antropici a bordi NW ed E della pianura".
Legambiente ricorda infine anche che «San Giovanni è un'area importante dal punto di vista faunistico, interessata da migrazioni e stazionamento di uccelli acquatici e da un delicato equilibrio che ha dato vita alle attività termali ed è la naturale continuità ed il polmone di salvaguardia della Zona Umida dello Schiopparello-Le Prade compresa nel Sito di Interesse Regionale B07 IT5150101, al quale è esteso l'obbligo di adozione delle necessarie misure di conservazione che è riferito ai siti della rete Natura 2000, aree che gli ambientalisti chiedono da sempre di includere nel Parco Nazionale. San Giovanni è un'area a "pericolosità idraulica molto elevata" e con acquiferi di grande importanza ed altamente vulnerabili, tanto da essere ricca di pozzi la cui acqua viene usata anche per uso domestico, così come ben evidenziano le cartografie allegate al Piano del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano».