[25/11/2011] News

Embargo petrolifero "vero" contro l'Iran? Piange l'Unione petrolifera italiana

Dopo l'annuncio da parte del ministero degli esteri francese che «l'interruzione degli acquisti di petrolio iraniano fa parte delle misure proposte dalla Francia ai suoi partner. L'applicheremo a titolo nazionale» e l'impressione sempre più forte che l'embargo petrolifero sarà europeo, stamattina il portavoce del nostro ministero degli esteri, Maurizio Massari, ha annunciato l'allineamento italiano: «Siamo fermamente convinti che debba essere rafforzata la pressione sanzionatoria sull'Iran. Siamo pronti a discutere con i nostri partner misure sanzionatorie. Stiamo facendo moral suasion sulle nostre aziende per diversificare le fonti di importazione di petrolio».

L'embargo "vero" fa disperare l'Unione petrolifera Italiana che in una dichiarazione alla Reuter, subito ripresa dalla radio iraniana Irib, ha detto: «Dato l'attuale orientamento politico del nostro Governo, non c'è nulla che possiamo fare per impedire le sanzioni». Una dichiarazione che tradisce il fatto che il precedente governo, pur avendo promesso durante una visita ufficiale in Israele un ferreo embargo contro l'Iran, poi aveva fatto ben altro, visto che i traffici petroliferi tra i due Paesi erano invece addirittura aumentati fortemente.

A maggio, quando impazzava la guerra con l'ex amico Gheddafi l'Iran aveva sostituito le forniture libiche e ci aveva venduto il 20% del greggio importato dell'Italia. Il greggio "sciita" altre ache alla silta Eni va a finire soprattutto nelle raffinerie Saras dei Moratti, dell'Api di Falconara dei Brachetti Peretti e alla Ies di Mantova dell'ungherese Mol.

Ecco come Irib riporta così le posizioni di De Simone: «Ha detto alla Reuters che le sanzioni contro il settore petrolifero iraniano verranno attuate "a spese" delle compagnie energetiche europee. Secondo il direttore di Up, le sanzioni italiane che proibiscono l'acquisto di petrolio dall'Iran sono inevitabili e danneggeranno le compagnìe del settore.

L'Italia acquista dall'Iran il 13% del suo fabbisogno di petrolio, circa 200 mila barili al giorno. Le sanzioni contro Teheran interrompono un'altra importante fonte di energia dopo le sanzioni precedenti contro la Siria, dalla quale l'Italia acquistava il 3% del suo fabbisogno nazionale. Pietro De Simone ha spiegato che ora il problema è trovare risorse alternative e cercare di rimediare l'aumento dei prezzi che ne conseguirà».

Intanto, a proposito di possibili interpretazione dell'embargo all'Iran, il superfalco della destra repubblicana, Newt Gingrich, ex speaker del Congresso Usa ed uno degli 8 candidati del partito dell'elefante alle primarie per diventare presidente Usa, ha detto durante un dibattito televisivo con gli altri candidati repubblicani che «Bisogna cercare di uccidere sempre più scienziati iraniani per danneggiare il programma nucleare di Teheran.
Gingrich ha promesso che userà ogni mezzo per impedire la fabbricazione dalle bomba atomica iraniana. Anche un altro dei candodati repubblicani, Mitt Romney che ha detto che secondo lui «Bisogna minacciare direttamente l'Iran di un attacco militare».

Ha risposto subito il ministro della difesa iraniano, il generale Ahmad Vahidi: secondo l'agenzia ufficiale iraniana Fars «il ministro della difesa iraniano ha ribadito che i tre eserciti dell'Iran, quello dei Pasdaran (guardiani della rivoluzione), l'esercito regolare e quello del Basij (l'esercito dei volontari) sono in stato di allerta e pronti a rispondere severamente ad ogni piccolo errore del nemico».

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