[28/11/2011] News toscana

Rigassificatore Olt: l’avvio slitta al 2013, ok all’Incile per Pisa e a 400 milioni di investimenti su Livorno

Nuovo ritardo per il rigassificatore Olt Offshore di Livorno. Come del resto era già trapelato nei mesi scorsi, oggi in occasione dell'inaugurazione degli uffici di piazza Mazzini a Livorno, Valter Pallano ha ammesso un anno di ritardo: «la nave arriverà a largo di Livorno nel terzo trimestre del 2012 quindi saranno avviate tutte le prove di rodaggio per avviare l'impianto entro la fine della stagione termica 2012-2013».

In ogni caso sarà comunque il secondo rigassificatore ad essere acceso in Italia dopo quello inaugurato alcuni mesi fa a Rovigo, contribuendo così a sviluppare quella necessaria fase di transizione fra le fonti fossili (anche il metano lo è, ma ha comunque impatti dal punto di vista delle emissioni decisamente più basse di petrolio e carbone) e le fonti rinnovabili. Fase decisiva, chiosiamo noi, ma che dovrebbe essere governata e non lasciata al caso, come ormai avviene da un decennio in Italia visto che il piano energetico nazionale viene rinviato di governo in governo, lasciando ancora una volta che sia il mercato a decidere: non si dice dove e quali impianti siano più efficienti e sostenibili, bensì quelli che prima arrivano a superare burocrazie e comitati si accendono.

Tornando a Olt, oggi è stata la giornata delle presentazioni ufficiali: stamani a Pisa è stato presentato il progetto di riapertura dell'Incile, un canale che collegherà la città di Pisa e l'Arno al canale dei Navicelli e quindi al mare, un intervento che dal punto di vista economico avrà probabilmente ricadute importanti sulla nautica pisana. Le ricadute economiche per il territorio livornese sono state presentate nel pomeriggio: 360 milioni di euro per la manutenzione e gestione del terminale (circa 18 milioni l'anno) che andranno a molte aziende specializzate del territorio. Altri 10 milioni (sempre in vent'anni) sono stimati per il servizio di catering per il terminale e le metaniere e il servizio di crew boat, per la sorveglianza del terminale si stima un ritorno sulle aziende livornesi di 50 milioni, così come per il servizio rimorchiatori. Le ricadute occupazionali annunciate da Olt sono 20/25 persone per l'ufficio a terra (ad oggi ci sono già 9 dipendenti), in termini di occupazione indiretta invece tra contatti di service e contratti d'appalto Olt impiegherà 60/70 persone tramite Ecos, società di gestione del terminale e infine altre 27 persone con la società F.lli Neri per i mezzi a servizio del terminale.

Peter Carolan e Valter Pallano hanno poi snocciolato i vantaggi in termini di gettito fiscale a favore di comune, provincia , Regione ed autorità portuale.

E le compensazioni ambientali? Nulla da dire nonostante il comunicato ufficiale parli espressamente di "benefici ambientali", salvo rispondere a domanda precisa con un elenco dell'accordo sottoscritto anni fa che prevedeva 1 milione di euro di compensazioni ambientali, così suddivisi: 400 mila euro per le Secche della Meloria, 140mila euro per l'Oasi della Contessa, 80mila euro per il progetto di acquacoltura a Gorgona, 180mila euro per il parco urbano di Stagno, 90mila euro per una pista ciclabile dal Calambrone a Collesalvetti e 100mila euro per il parco di Migliarino san Rossore, unico intervento nel territorio pisano, che comunque si può ben consolare con l'assai più cospicuo sbocco a mare regalato da Olt con l'Incile.

Nulla invece per quanto riguarda il Santuario dei Cetacei, mentre Olt inoltre ha finanziato un programma di monitoraggio ventennale che prevede indagini marine chimico-fisiche per un valore di 800mila euro, che sarà gestito dal Centro interuniversitario di biologia marina di Livorno: «Si tratta della reportistica ambientale che siamo obbligati a produrre per vent'anni - spiega ancora Pallano - poi saranno i vari organi competenti a verificare la correttezza dei risultati e a farne di propri».

«La ricaduta ambientale vera sul territorio - ha aggiunto il sindaco Alessandro Cosimi - è quella di contribuire a ridurre le emissioni prodotte dalle fonti fossili più inquinanti».

Perché allora non vincolare il rigassificatore Olt alla riconversione a metano della centrale Enel del Marzocco, alimentata ad olio combustibile?

«La riconversione di quella centrale è prevista dal 1997 - ha concluso Cosimi - dall'accordo siglato con Enel. Dunque è Enel che è inadempiente nei confronti del Comune e siccome ha sempre ignorato l'impegno preso nel 1997, noi adesso possiamo ricordare ad Enel che nel 2012 scade la concessione per l'utilizzo delle aree portuali su cui insiste la centrale».

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