[30/11/2011] News

Balene, miniere e navi nello Stretto di Magellano

La collisione delle navi con le balene ed altri impatti ambientali non valutati del progetto minerario Isla Riesco, che è in via di attuazione nella Región de Magallanes, stanno mettendo a serio rischio la piccola popolazione di megattere (Megaptera novaeangliae), circa 100 individui, che frequenta lo Stretto di Magellano.

Elsa Cabrera e Bárbara Galletti , del Centro de conservación cetacea, e Juan Capella della Whalesound Ltda e Fundación Yubarta, spiegano che «La collisione di imbarcazioni di grande stazza con grandi cetacei si è trasformata negli ultimi anni in una delle principali cause di mortalità per alcune specie e popolazioni di questi mammiferi marini. L'evidenza esistente dimostra che le collisioni tra imbarcazioni e cetacei sta accadendo con maggiore frequenza di quella stimata. Nel caso di popolazioni in pericolo, endemiche, piccole o geograficamente isolate, questo tipo di incidenti potrebbe essere una grave minaccia per la loro conservazione».

Per questo, scrivono Cabrera, Galletti e Capella, «Risulta estremamente preoccupante l'impatto che può rappresentare il progetto minerario Isla Riesco per il trasporto marittimo del carbone che si estrae della "Mina Invierno", e che non è stato debitamente valutato. Le stime del traffico marittimo utilizzate dall'impresa riguardano solo una parte del tragitto critico, con dati sottostimati e che prendono a riferimento per la comparazione dati scorretti dive le balene non ci sono. L'ubicazione preferita delle megattere si trova nei dintorni dell'Isla Carlos III, Parque Marino Francisco Coloane, e nei canali Jerónimo e Tortuoso, settori in cui la manovrabilità è molto limitata ed è pertanto quasi impossibile evitare una collisione. E' proprio in questi tratti dive si realizzerà la maggior quantità di transito delle imbarcazioni, con viaggi da e verso la Mina Invierno. Il traffico del trasporto prodotto dalla Mina Invierno aumenterà del 52% il traffico marittimo delle navi maggiori di 200 metri, del 106% delle imbarcazioni più grandi di 70.000 tonnellate di stazza.

Tra i fattori che favoriscono le collisioni tra navi e balene per il numero crescente di imbarcazioni che navigano nell'area e la loro velocità. I tre ricercatori cileni spiegano che «Le collisioni più gravi e fatali corrispondono ad imbarcazioni di grande stazza. Un'analisi ha rivelato che l'87% delle collisioni fatali comprende navi con più di 80 metri di lunghezza (Laist et al. 2001). La sola grandezza di questo tipo di navi offre meno visibilità e rapidità per manovrarle ed evitare la collisione. Lo studio ha anche evidenziato che il 93% delle collisioni fatali è accaduto perché le balene non sono state avvistate in tempo o semplicemente non sono state viste del tutto.

A causa del fatto che queste navi assorbono gran parte della forza dell'impatto, molte delle collisioni passano inavvertite e vengono registrate solo quando la nave arriva in porto con l'animale, o suoi resti, sulla prua. Diverse volte questo non succede ed il corpo di questi animali uccisi si perde nel mare, per questo il numero di questo tipo di incidenti mortali potrebbe essere molto maggiore».

Secondo diversi biologi le balene giovani o malate, le madri che hanno partorito da poco o in allattamento, le specie che nuotano lentamente, individui riuniti in aree di alimentazione o riproduzione, sono più a rischio di collisioni con le navi. Tra le specie che si scontrano più frequentemente con le navi ci sono "ballenas jorobadas", le megattere e due studi del 1994 e del 2007 evidenziano che un terzo delle megattere trovate morte o gravemente ferite sulla costa atlantica e nel Pacifico tropicale del sud-est, del quale fa parte la popolazione cilena, risultavano colpite da navi.

Cabrera, Galletti e Capella sottolineano che «Le collisioni di imbarcazioni con le balene rappresentano la maggiore minaccia per le popolazioni di cetacei elusive e geneticamente distinte da altre popolazioni della stessa specie. E' il caso delle megattere nello Stretto di Magellano. Analisi genetiche recenti suggeriscono che queste balene condividono tra la specie una discreta area di alimentazione (Sabaj et al. 2004), che è anche l'unica area di alimentazione conosciuta delle megattere al di fuori dall'Antartide.

Inoltre, la popolazione di ballenas jorobadas presente nello Stretto di Magellano è molto piccola (attualmente meno di 100 animali) ed esiste la prova che non c'è interscambio tra le megattere che si alimentano nello Stretto di Magellano con quelle che si alimentano nella Penisola Antartica (più di 1.000 animali - Acevedo et al., 2007, 2008), trasformandola in una popolazione altamente vulnerabile agli impatti antropogenici».

Invece il catalogo della foto-identificazione dell' Isla de Chiloé (23 megattere), canali patagonico e fueguinos (3) e Stretto di Magellano (102) dimostrano un interscambio di esemplari di megattere al largo della costa meridionale del Cile, rafforzando le ipotesi che questa sia una popolazione distinta da quella antartica. Il comitato scientifico dell'International whaling commission dal 2006 sta considerando la possibilità di dividere lo stock delle megattere del Pacífico sud-est al fine di attuare mezzi di salvaguardia e gestione migliori.

Le balene che si trovano nelle aree di alimentazione sono particolarmente vulnerabili agli impatti con le navi minerarie, proprio perché si alimentano in superficie di piccoli pesci e krill. Inoltre, le balene retano spesso a galla mentre dormono. Insomma. I grossi cetacei passano molto del loro tempo in superficie e le navi non le vedono. Alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato che il livello di risposta alla presenza di navi delle megattere, delle balene azzurre e delle balenottere comuni diminuisce quando si trovano in aree di alimentazione.

Tornando alla questione della Mina Invierno i tre ricercatori cileni scrivono: «Al fine di evitare impatti irreparabili si questa e piccola e vulnerabile popolazione isolata si chiede in maniera urgente e trasparente tutte le informazioni riferite al progetto di trasporto marittimo del carbone e di realizzare una valutazione del rischio che l'incremento delle grandi navi avrà sulla popolazione di megattere e le probabilità di frequenza di collisioni con le balene. Risulta importante valutare che non tutte le collisioni possono essere fatali, molti animali feriti muoiono dopo, conseguentemente all'impatto.

Infine, è importante ricordare che tutte le specie di cetacei sono protette nelle acque giurisdizionali cilene (Ley 20.293 e DS230 2008) per cui il progetto Mina Invierno nell'Isla Riesco deve considerare profondamente gli impatti produrrà sulla popolazione di megattere più importante nel Magallanes, non solo riferiti alle collisioni con le imbarcazioni i cui impatti diretti sono letali, ma anche all'inquinamento delle acque produttive dalle quali dipende la loro alimentazione, processo vitale nel loro ciclo di vita per assicurare la loro sopravvivenza e recupero.

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