
[01/12/2011] News toscana
Si concentra nell'arco dell'intera giornata odierna l'electronic town meeting "per la redazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinanti", promosso dalla Regione Toscana. Il nuovo piano andrà a sostituire quello vigente, presente dal 1998; passato più di un decennio, la coscienza civile e politica sulle problematiche e le possibilità che ruotano attorno al complesso mondo della gestione del ciclo integrato dei rifiuti si sono accresciute, e con esse anche l'urgenza di fornire le risposte che richiede un'economia aperta e dipendente dall'ecosistema che la circonda, e sul quale forzatamente impatta.
‹‹Abbiamo scelto e voluto che il prossimo Piano dei rifiuti della Regione Toscana sia un piano il più possibile condiviso, grazie ad un approfondito percorso di ascolto di quanti riteniamo che per competenze, ruolo istituzionale o esperienza diretta possano arricchire il quadro conoscitivo e le possibile strategie future della pianificazione in quest'ambito» scrive l'assessore all'ambiente della Regione, Anna Rita Bramerini, all'interno della guida scritta che introduce all'incontro.
Perciò questo town meeting è uno step importante del percorso di accompagnamento alla formazione del nuovo Piano. In questi tre mesi, sono stati ascoltati e consultati amministratori pubblici, rappresentanti delle imprese, esponenti di associazioni ambientaliste e dei comitati, esponenti della cultura scientifica e professionale. L'obiettivo è quello di elaborare un quadro conoscitivo condiviso, utile alle prossime scelte che riguarderanno quel grande e complesso universo che si chiama gestione dei rifiuti in Toscana››.
L'assessore ricorda i risultati a cui ha portato il Piano vigente in questi anni, che vanno dall'aumento della raccolta differenziata da un dato dichiarato del 14% ad uno del 40%, come anche la stipula degli accordi con Revet, Coreve, Corepla e Conai per intraprendere una "politica del riciclo dei rifiuti", che non può in alcun modo prescindere dalla promozione e il ri-acquisto dei prodotti riciclati.
Ma, anche questo, non basta. Prendendo a prestito le parole del fondatore della bioeconomia, il grande economista rumeno Nicholas Georgescu-Roegen, ‹‹non esiste un riciclaggio gratuito, così come non esiste un'industria senza scarti››. Il traguardo del disaccoppiamento, o decoupling, è ancora lontano, e la filosofia della crescita continua del Pil ancora (quasi) imperante certo non aiuta, poiché se un'economia decide di aumentare la propria produzione di beni materiali, prima o poi deve fare i conti con l'aumento degli input di materia ed energia che entrano a comporne il material throughput che la sostengono.
Bene dunque che la Regione abbia siglato ‹‹accordi con la grande distribuzione›› per ridurre i rifiuti alla fonte ma - come dichiarato dalla stessa Bramerini - c'è da fare ancora molto in tal senso.
L'obiettivo dichiarato del town meeting sui rifiuti è, prendendo a prestito le parole dell'assessore, quello di ‹‹informare e confrontarsi con tempi certi e in modo trasparente così da costruire insieme una porzione di futuro che riguarderà tutti››. Un obiettivo encomiabile da perseguire, ma per definire il quale scomodare la parola "partecipazione" è forse troppo, se ci si confronta col senso comune col quale i cittadini generalmente si avvicinano al termine, intendendo con questo la possibilità di partecipare sullo stesso piano delle istituzione nella formulazione di risposte ai problemi, e non di poter fornire pareri che possono benissimo rimanere disattesi - come del resto è scritto anche a chiare lettere, senza ambiguità, all'interno della Legge regionale sulla partecipazione, entro i cui binari si può cogliere l'ispirazione che muove il Town meeting sui rifiuti.
Alla Regione è indubbiamente utile confrontarsi con comitati di cittadini ed esperti sul tema, per poi poter godere di quell'orizzonte sul quale dovrà operare. I cittadini stessi, coinvolti nel processo, hanno l'occasione di approfondire tematiche spesso solo marginalmente sfiorate anche quando il tema centrale della discussione è la green economy, notoriamente pubblicizzata più sul lato delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, al momento almeno, che su quello dell'importanza si una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti (quand'anche qualcuno cominci comunque a pensare alla necessità di riformulare il termine stesso di "rifiuto", fuorviante nel definire ciò che potrebbe esser visto come una risorsa da reintrodurre nel ciclo economico).
Il lato notevole, in questo caso, è dunque e soprattutto quello della sensibilizzazione dei cittadini a problematiche complesse e di difficile comunicazione, piuttosto che della partecipazione in se per se, che, sostanzialmente, molto probabilmente si concretizzerà - per come è progettata - in un pur importante, vivace dialogo a più voci di approfondimento sul tema.