[01/12/2011] News

Nel 2010 ripresina del settore del riciclo, nel 2011 previsto un nuovo calo

Il settore del riciclo rifiuti inverte la tendenza registrata nel 2009 (-25%) e torna a crescere. Nel 2010 sono stati riciclati quasi 34 milioni di tonnellate, ovvero +40% in più rispetto all'anno precedente e qualcosa di più anche rispetto al 2008 quando le tonnellate avviate al riciclo erano state poco più di 32milioni

Sono questi i principali dati che emergono dallo studio annuale "L'Italia del Riciclo", il Rapporto promosso da FISE Unire (l'Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, presentato stamani nel corso di un convegno tenutosi a Roma presso la Sala Conferenze di Piazza Montecitorio.

Un rapporto tanto più significativo visto che focalizza la sua attenzione sui rifiuti effettivamente avviati al riciclo e non sulle percentuali di raccolta differenza, per troppi anni considerati l'obiettivo unico, fregandosene poi di cosa avveniva del rifiuto dopo la raccolta. 

Tutti positivi gli indici per i sei principali flussi di materiali avviati a riciclo, dunque, che sono tornati a crescere, ad eccezione della plastica: ottimo sviluppo per i rottami ferrosi (+67,9%), buona ripresa per alluminio (+18%), carta (+9,3%), legno (+15,4%) e vetro (+7,5%), modesta flessione per il solo comparto della plastica (- 0,7%).

Gli estensori del rapporto tuttavia segnalano che la fase di ripresa sembra oramai essersi esaurita, con le stime per il 2011 che indicano una nuova flessione delle produzioni e dei consumi che potrebbero concorrere a frenare nuovamente le dinamiche positive registrate nel 2010 per quanto riguarda il riciclo.

«I dati positivi del settore nel 2010", ha evidenziato Corrado Scapino, Presidente di Unire, "sono una conferma di come il recupero dei rifiuti costituisca un passaggio imprescindibile per la transizione verso la ‘green economy' e una risorsa indispensabile per diminuire la dipendenza del nostro Paese dall'estero per le materie prime, partecipare alla ripresa economica e contribuire a ridurre gli impatti negativi dello sfruttamento dei materiali vergini e dello smaltimento in discarica. Per raggiungere questi obiettivi è necessario che oggi le strategie di crescita industriale si coniughino con politiche di sviluppo sostenibile che prevedono l'impegno e la partecipazione di tutti i soggetti economici presenti nella filiera.

Occorre inoltre attivare efficacemente nuove leve per stimolare il mercato dei materiali riciclati, a partire da un'attuazione concreta, seppur graduale, degli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione".

«Siamo ormai tutti convinti -ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile-che le politiche e misure richieste per far fronte alla crisi ecologica ed in particolare alla corretta gestione dei rifiuti, hanno rilevanti e positive ricadute economiche contribuendo a rilanciare investimenti, occupazione, nuovi consumi e nuove produzioni e quindi fornendo opportunità di ripresa di nuovo sviluppo. Questo rapporto dimostra che, una volta avviato un percorso virtuoso per gestire tutto il ciclo dei rifiuti, è possibile coniugare ecologia ed economia, riqualificando lo sviluppo nella direzione della green economy e indica anche la strada per superare le tante emergenze rifiuti che periodicamente si affacciano in tutta Italia».

Da sottolineare anche come l'industria italiana avrebbe sete di materie prime seconde e che invece è costretta a importarle dall'estero. Il saldo export-import nel 2010 ha infatti continuato ad essere negativo con un peggioramento del 5,3% e con un valore di circa 2,5 milioni di tonnellate, non molto diverso da quello del 2009 (circa 2,4 milioni di tonnellate). Hanno costituito eccezione il settore della carta, che si conferma esportatore con un saldo di 1,125 milioni di tonnellate (leggermente meno del 2009, quando si erano registrati 1,443 milioni di tonnellate) e quello della plastica, che presenta un saldo attivo di 129.000 tonnellate (nel 2009 invece il saldo era negativo per 246.000 tonnellate).

Nei prossimi giorni approfondiremo il rapporto settore per settore.

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