
[02/12/2011] News
Il presidente Vittorio Cogliati Dezza (Nella foto) - che con tutta probabilità verrà riconfermato al vertice dell'associazione - ha aperto a Bari il IX Congresso nazionale di Legambiente, in cui i temi della "rigenerazione delle città" e della "sicurezza" sono stati definiti gli assi portanti del dibattito sullo sviluppo futuro.
«Le città rappresentano oggi la quintessenza dello sviluppo sbagliato- ha introdotto Cogliati- Sono le responsabili della maggior quantità di CO2 emessa in atmosfera. Sono il luogo del caos quotidiano, della perdita di identità, dell'inefficienza energetica, della dispersione sociale e della bruttezza insostenibile delle periferie, del consumo di suolo. Ma, proprio per questo devono essere il luogo da cui ripartire. Per procedere su questa strada occorre vincere la battaglia della legalità, contro le morti bianche e il lavoro nero, occorre che si capisca che non sarà la deregulation a salvare l'occupazione, né la pervasiva occupazione di suolo agricolo per costruire appartamenti indipendentemente dalla domanda. D'altra parte l'invecchiamento del cemento, la presenza diffusa di edifici veri e propri colabrodo energetici, il caos nella mobilità e la crisi del trasporto pubblico locale, richiedono una forte alleanza tra ambientalisti, lavoratori, imprenditori insieme agli amministratori locali, per bloccare il nefasto sistema degli oneri di urbanizzazione, come fonte principale di finanziamento degli enti locali».
Sulla sicurezza il presidente di Legambiente ha precisato: «Al di là della percezione mediatica, la mancanza di sicurezza in città è provocata soprattutto dal traffico automobilistico, dall'inquinamento atmosferico, molto più che dalla micro criminalità. Ma il tema della sicurezza è un tema pervasivo in Italia, che va al di là dei confini urbani» e riguarda soprattutto due emergenze: «la sicurezza sismica e quella idrogeologica, per le quali si è finora riusciti solo a intervenire a valle dei disastri, nella più totale incapacità di investire in prevenzione e messa in sicurezza del territorio e delle abitazioni, spendendo miliardi per ricucire le ferite inferte. Solo negli ultimi due anni abbiamo speso più di 800.000 euro al giorno per recuperare i danni di alluvioni e frane. Senza considerare il danno irrecuperabile delle vite, della perdita della casa, degli affetti, della memoria». Cogliati Dezza nella sua relazione ha proposto al Congresso alcune azioni di impegno per l'associazione: «Chiediamo di chiudere le centrali a olio combustibile e a carbone, le più inquinanti e meno efficienti. Per mettere in sicurezza i territori dal dissesto idrogeologico proseguiamo il nostro lavoro con la Protezione Civile, rilanciamo la collaborazione con l'ANCI, con gli ordini professionali, con gli agricoltori, con i costruttori perché si diffonda una cultura adeguata e si dia il valore necessario ai Piani di bacino e di distretto per prevenire i disastri, ma soprattutto dobbiamo ripartire da quanto le alluvioni di questo mese hanno messo in rilievo: la gente non sa come si deve comportare in caso di emergenza. Promuoviamo quindi la realizzazione di un servizio civile volontario per la prevenzione, che oltre a realizzare interventi di manutenzione leggera degli alvei, lavori con la popolazione per informarla e per fare esercitazioni su cosa si deve fare in caso di emergenza».
Un tema che è stato citato più volte nella relazione è quello dell'interdipendenza e delle disuguaglianze e a tal proposito Cogliati Dezza ha proposto di approvare una mozione che impegni l'associazione a costruire una grande campagna nazionale per il diritto di voto alle amministrative agli stranieri appoggiando il disegno di legge per il riconoscimento del diritto di elettorato attivo e passivo dei cittadini di stati esteri non comunitari nelle elezioni comunali e circoscrizionali residenti da più di cinque anni presentata dai senatori ambientalisti Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. Tra i molti temi trattati (grande spazio è stato dedicato alla "bellezza") non potevano mancare riferimenti alla situazione economica e ai temi energetici.
«Oggi l'ambientalismo si trova a vivere un'occasione unica perché un'economia che faccia bene al clima, che ha bisogno di più equità sociale per non rimanere vulnerabile prigioniera del capitale finanziario, della sua volatilità e voracità è un'economia che ha nella green economy il traino innovativo- ha detto Cogliati Dezza- Ma la green economy deve essere accompagnata da un vero e proprio green new deal, per equilibrare, nel ruolo di indirizzo della politica pubblica, il nuovo welfare, capace di rispondere alle esigenze delle giovani generazioni, con lo sviluppo di nuova occupazione e di nuovi stili di vita. Un green new deal che suoni come una grande motivazione sociale ad uno sforzo collettivo per rigenerare il Paese». Sul tema energetico cavallo di battaglia storico del cigno verde, il presidente di Legambiente ha ribadito la necessità di «ridurre i consumi a partire dal sistema dei trasporti, implementare efficienza e fonti rinnovabili nelle sue molteplici forme, investire nelle reti, combattere con decisione il rischio di infiltrazioni mafiose nel settore energetico, pianificare il sistema degli incentivi, sapendo che in base alle previsioni dell'European Photovoltaic Industry Association, l'Italia sarà il primo paese europeo a raggiungere la grid parity già nel 2015. Ma anche chiudere definitivamente con il nucleare, mettendo in sicurezza i siti esistenti, impedire nuove autorizzazioni per le trivellazioni petrolifere nei nostri mari e l'apertura di nuove mega centrali, bloccando la penetrazione del carbone. Perché l'alternativa, come dimostrato dalla vittoriosa campagna referendaria contro il nucleare, c'è».
In apertura dei lavori è arrivato al presidente di Legambiente anche un comunicato del Quirinale: «Il nono Congresso nazionale di Legambiente si apre quando è ancora forte l'emozione per i tragici avvenimenti che hanno drammaticamente riproposto questioni nodali legate alla tutela del territorio- ha dichiarato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano- Oggi più che mai appare necessario promuovere una visione e una politica di sviluppo equo e sostenibile attraverso l'effettiva, costante attenzione al rispetto dell'ambiente e la più tempestiva opera di prevenzione dei rischi derivanti da un cattivo uso del territorio. In questa prospettiva è altamente auspicabile un rinnovato e condiviso impegno, da parte dei soggetti pubblici e privati preposti, a contrastare con ogni mezzo il ripetersi di scelte e di comportamenti che concorrono a quel dissesto idrogeologico da cui tanti danni e lutti sono scaturiti per il nostro Paese».
Il capo dello Stato ha poi concluso «Nell'esprimere il mio apprezzamento per il lungo e meritorio impegno svolto da Legambiente formulo a tutti i partecipanti un caloroso augurio di buon lavoro».