
[05/12/2011] News
I commissari dell'Italia, le borse e lo spread, hanno già promosso la manovra di 20 miliardi dal 2012 al 2014 (la correzione lorda è di oltre 30 miliardi in quanto sono previsti interventi di spesa a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro per oltre 10 miliardi, si legge nella nota ufficiale di palazzo Chigi) che oggi Monti presenterà in Parlamento. Ieri, dando le anticipazioni, aveva spiegato qual era il punto di partenza: «il debito pubblico grande degli italiani non è colpa degli europei, è colpa degli italiani che in passato non hanno dato abbastanza peso al benessere dei bambini, dei futuri adulti italiani, delle generazioni future». Monti descrive anche il fallimento della politica («il vero costo della politica è che chi governa prende decisioni miranti più all'orizzonte breve delle prossime elezioni che all'orizzonte lungo dell'interesse del Paese, dei nostri figli, dei nostri nipoti») e queste parole così gravi - insieme alla freddezza chirurgica della lama che affonda nel cuore dei lavoratori e dei pensionati (e soprattutto dei futuri pensionati), nel cuore dei risparmi di una vita (la casa di proprietà, che è il risparmio privato che ha tenuta a galla l'economia italiana di fronte agli avvoltoi del rating), nel pozzo dei desideri indotti e non indotti superflui o non superflui, che è l'iva sull'acquistismo fino ad oggi spacciato per la panacea a tutti i mali (la famosa folle pubblicità del mito berlusconiano con l'anziana che comprava una mela e faceva girare l'economia) - scolorano sullo sfondo di un ministro - la Fornero - che politico non è, e che deve interrompere il suo discorso sulla riforma del welfare e sui sacrifici per far spazio alle lacrime.
Nella situazione data, che sembra quasi alludere alla soluzione tecnica come ‘sola igiene del (governo) del mondo' e sulla quale non possiamo ovviamente essere d'accordo, potremmo però puntare il dito contro la scarsa attinenza alle promesse di equità, e allo sbilanciamento di una manovra che quasi tutto tasse e poco misure per al crescita. E qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte su che cosa può e deve crescere, come ha sottolineto anche Massimo Giannini oggi su Repubblica « il nodo è come, dove e perché si affonda quel bisturi» da 20 miliardi in due anni. Potremmo tirare in ballo i mancati tagli ai privilegi della casta, giustamente, e potremmo, ancor più giustamente, ricordare i soldi destinati alla difesa. Non alla difesa del territorio che si gretola sotto i piedi e a volte sopra le vite degli italiani, ma la Difesa militare. Impegni già presi certo, ma che pesano singolarmente come più di mezza manovra, e ci riferiamo alla promessa di acquisto di 131 caccia bombardieri ricordati dal manifesto di domenica, a cui forse pensiamo di demandare il benessere e la tranquillità delle generazioni future!
Pur tuttavia ci sforziamo di cogliere in questo decreto Salva-Italia quella discontinuità da un modello di governo che ha umiliato il paese e il buon senso per lo meno in questi ultimi venti anni. E quindi apprezziamo il lieve ma significativo cambio di rotta dalla tassazione del reddito verso la tassazione della rendita, e salutiamo come un successo il semplice buon senso della conferma dei bonus per il 55% e del 36%, anche se restiamo in attesa di conoscere la rimodulazione sui singoli interventi.
In attesa di una politica industriale che indirizzi l'economia italiana verso un futuro più sostenibile e duraturo (vedi l'articolo del professor Nicola Bellini, link fondo pagina) e rimandando anche al documento emerso dal congresso di Legambiente che declina tutto cioè che si sarebbe potuto fare (e non si fa) con i 20 miliardi della manovra (altro link a fondo pagina), chiudiamo questa prima riflessione sulla manovra con i dubbi riguardanti il nuovo sistema di tassazione sui rifiuti.
Su questo tema il condizionale è d'obbligo ma secondo quanto si apprende dalla bozza della manovra approvata ieri sarà anticipata al 2013, la cosiddetta Res, ovvero il dispositivo a disposizione dei comuni per la retribuzione dei servizi. Per il momento si parla solo del servizio relativo ai rifiuti per il nuovo "tributo comunale sui rifiuti e sui servizi" che dovrebbe sostituire la Tarsu e anche la Tia. Per sapere nei dettagli come funzionerà si deve attendere il 31 ottobre 2012, la data prevista per l'erogazione del regolamento con i criteri di determinazione del tributo.
Il nuovo tributo dovrebbe interessare "chiunque possieda, occupi o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani". Ancora poco chiaro se sarà da considerare un tributo o una tariffa, perché la manovra parla di una «tariffa commisurata alla quantità e qualità medie di rifiuti prodotti per unità di superficie» e non di una tassa. Ma è ancora poco chiaro come debba funzionare il prelievo. La superficie su cui sarà commisurata è pari all'80% di quella catastale e il corrispettivo dovrà servire innanzitutto a coprire integralmente i costi di investimento e di esercizio della raccolta rifiuti, su cui si aggiungerà una maggiorazione calcolata a metro quadrato per la remunerazione dei servizi indivisibili, quali lo spazzamento delle strade.
L'amministrazione potrà comunque con proprio regolamento operare riduzioni al massimo del 30% per alcune categorie specifiche: ad esempio case con unico occupante o a uso stagionale.