
[13/12/2011] News toscana
Domani si riunisce l'Assemblea dell'Ato (Ambito territoriale ottimale) n°3 del Medio Valdarno e dopo quanto successo nell'Ato 2, dove i sindaci hanno prorogato la concessione al gestore di 5 anni, il popolo toscano dell'acqua è in fibrillazione. Per questo il Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua e altri gruppi che lavorano a livello locale hanno scritto una lettera aperta ai 49 comuni che compongono l'Ato. La richiesta di base è quella di rispettare la volontà di oltre 1.700.000 cittadine/i toscani che hanno votato al referendum il 12 e 13 giugno.
«Tradire quella richiesta inequivoca di democrazia per l'acqua significa tradire gli interessi della collettività che rappresentate e colpire la democrazia- scrivono dal Forum-Significa rinnegare quel senso comune che è diventato maggioranza in tutto il paese e che ha affermato chiaramente che i mercati e i profitti devono essere estromessi dalla gestione dell'acqua. La responsabilità di eventuali scelte in violazione palese del mandato popolare e in totale disprezzo delle più elementari regole democratiche ricadrà pesantemente su chi, chiamato ad esprimersi in nome della comunità, deciderà di rinnegare il bene comune di tutti per difendere interessi di privati nella gestione della cosa pubblica senza neanche interpellare i consigli comunali eletti dai cittadini».
Auspichiamo che l'operazione messa in piedi nell'Ato2 non si ripeta perché ha effettivamente dei tratti singolari. E' molto discutibile almeno sotto il profilo etico considerato quanto è emerso dal referendum i cui risultati sono stati cavalcati dagli stessi amministratori locali. Inoltre le attuali Autorità idriche sono a fine mandato visto che tra pochi giorni verrà approvata la pdl regionale 124 che per rispondere alla Finanziaria 2010, sopprime le Aato e riattribuisce le loro funzioni. E a proposito su questa vicenda forse sarebbe il caso si esprimesse la stessa Regione (il presidente Rossi durante la campagna referendaria si era pronunciato chiaramente a favore delle tesi del Comitato promotore) che nel punto 8 del preambolo del nuovo testo di legge riporta: «Anche in considerazione degli esiti del referendum tenutosi in data 12 e 13 giugno 2011 è opportuno che la Regione, relativamente al settore del servizio idrico, ponga in essere un confronto con le rappresentanze politiche, economiche e sociali ed effettui specifici approfondimenti, al fine di individuare possibili forme di partecipazione dei cittadini utenti, con particolare riferimento al finanziamento dei soggetti gestori, nonché le migliori condizioni per il raggiungimento dell'obiettivo di un unico gestore pubblico a livello di ambito territoriale ottimale, da costruire a partire dalla prima scadenza delle concessioni in essere». Probabilmente i sindaci subodorando un "cambio d'aria" hanno voluto in extremis fare un "regalino" al gestore ma che nulla ha a che vedere con l'interesse generale. «Prolungare la concessione al gestore di ulteriori 5 anni e deliberare un piano tariffario che mantiene la remunerazione del capitale già abrogata e immediatamente applicabile su parere della Corte Costituzionale, rappresenta la scelta politica di violare la Costituzione ignorando che oggi l'unico mandato che i sindaci hanno il compito di tradurre è l'affermazione che non è più lecito fare profitti sull'acqua- hanno ripreso dal Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua- Violano non solo l'esito referendario ma anche quelle stesse delibere dei molti consigli comunali che hanno inserito nel proprio statuto l'acqua come bene privo di rilevanza economica, oltre alla dubbia conformità giuridica dell'operazione, che cambiando così un elemento essenziale di una concessione avvenuta tramite gara d'appalto internazionale e dunque i rischi di dovere pagare in futuro un risarcimento. L'acqua non appartiene a chi la può comprare. E nemmeno ai sindaci. L'acqua è di tutti- hanno concluso dal Forum- Per questo vi riterremo responsabili di un eventuale tradimento del mandato referendario».
Intanto il Popolo dell'acqua lo scorso 26 novembre ha lanciato campagna di "Obbedienza civile" in tutti i territori, per ottenere direttamente tramite l'autoriduzione della bollette ciò che è stato deciso dal voto referendario rispetto all'abrogazione del 7% sulla remunerazione del capitale investito.