[15/12/2011] News

Il Marocco ai pescherecci europei: «Via subito dalle nostre acque»

Scoppia la grana del Sahara Occidentale occupato

Ieri il Parlamento europeo ha rifiutato di approvare la proroga  dell'accordo di pesca dell'Ue con il Marocco perché non tiene conto degli interessi della popolazione del Sahara Occidentale, la Repubblica araba Sahauri,occupata manu militari da marocchini nel 1975, dopo che i colonialisti spagnoli se ne erano andati. La cosa ha sollevato l'ira del Marocco che oggi ha chiesto ai pescherecci europei di lasciare subito le sue acque. La spagna ha subito reclamato una compensazione a Bruxelles e la Francia condanna il voto dell'europarlamento.

L'accordo Ue-Marocco permetteva a circa 125 navi da pesca battenti bandiera dei Paesi Ue di operare nelle pescose acque marocchine, che secondo Rabat si estendono alla lunga costa dal Sahara Occidentale. In cambio l'Ue versa al Marocco 36 milioni di euro e gli armatori pagano una quota ai marocchini in base alle catture.

Gli eurodeputati, oltre a schierarsi con i ribelli della Repubblica Sahauri, riconosciuta dalla maggioranza degli Stati africani, dicono che l'accordo rappresenta uno spreco del denaro dei contribuenti europei che non è sostenibile dal punto di vista ecologico, inoltre non porta nessun reale beneficio né alla pesca dell'Ue né a quella marocchina, dato che si tratta di pesca industriale di sardine, acciughe, tunnidi ed altri pesci in acque marocchine. La maggioranza dei grandi pescherecci autorizzati sono spagnoli, e portoghesi, ma non mancano i pescherecci italiani, francesi, britannici, polacchi.

Il Sahara Occidentale occupato è un nervo scoperto del Marocco che ha reagito subito intimando ai pescherecci europei di lasciare le sue zone di pesca entro la mezzanotte di ieri ed il ministero degli esteri di Rabat ha comunicato che «La decisione del Parlamento europeo segna uno sviluppo spiacevole, con conseguenze serie sul futuro della cooperazione tra il Marocco e l'Ue in materia di pesca».

La commissaria europea alla pesca, Maria Damanaki, oggi si è impegnata a riprendere il dialogo con il Marocco, prendendo però nota delle richieste degli eurodeputati a favore di un nuovo negoziato per un diverso accordo di pesca che dia «Risposte convincenti alle questioni centrali in materia di ambiente, sostenibilità economica e conformità al diritto internazionale».

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