
[16/12/2011] News
Greenpeace: «Non è vero. Sforzi di decontaminazione inadeguati»
Il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda ha dichiarato che «I reattori danneggiati della centrale nucleare di Fukushima Daiichi sono in stato di "cold shutdown", cioè in arresto a freddo. Il governo giapponese e la Tokyo electric power company (Tepco) avrebbero così messo sotto controllo i reattori di Fukushima rispettando il calendario approvato ad ottobre, che fissava il raggiungimento di questo obiettivo entro la fine del 2011. Il governo ha dichiarato che «I requisiti sono stati rispettati» e «la seconda fase completata».
Le temperature sul fondo dei pressure vessels dei reattori e nei containment vessels sarebbe intorno ai 100 gradi centigrade e Noda, smentendo di fatto recenti studi e rapporti, ha assicurato che «La quantità di sostanze radioattive emesse dalla centrale sono state limitate nella misura in cui i livelli di radiazioni alla periferia dell'impianto restano sotto un millisievert all'anno».
Nella riunione della nuclear disaster task force tutti i ministri del governo giapponese sono stati chiamati a ratificare che la seconda fase di messa in sicurezza di Fukushima Daiichi è terminata e che ora i reattori sono stabilizzati, quindi il governo ha detto che intende rivedere le "no-go zones" e le ordinanze di evacuazione emanate dopo il disastro nucleare.
Ma ci sono ancora aree evacuate dove I livelli di radioattività non permettono il ritorno a casa degli abitanti. Il ministro per le crisi nucleari, Goshi Hosono, ha detto che visiterà le aree più colpite dal disastro durante questo weekend, per discutere con gli amministratori locali come gestire le zone di evacuazione.
In un messaggio trasmesso dal network televisivo Nhk Noda ha detto che a Fukushima Daichi «Bisogna andare avanti e accelerare con la sua dismissione» così come prevede la fase tre, durante la quale la Tepco dovrà mantenere in sicurezza l'intera centrale mentre avvia i preparativi di demolizione dei reattori.
Ma Greenpeace non ci sta e in risposta all'annuncio da parte del Governo giapponese e dei funzionari della Tepco Junichi Sato, direttore esecutivo di Greenpeace Giappone, commenta: «Le autorità giapponesi sono chiaramente ansiose di dare l'impressione che la crisi sia giunta al termine, ma questo non riflette chiaramente la realtà. Invece di usare i media per alzare una cortina di fumo per nascondere il fallimento negli aiuti alle persone che vivono con le conseguenze del disastro, la priorità del governo dovrebbe essere quello di garantire la sicurezza pubblica e iniziare la chiusura di tutti i reattori nucleari in Giappone».
«Tepco - aggiunge - non ha raggiunto realmente l'arresto a freddo, quindi né la società né il governo dovrebbe rivendicare che il lavoro è quasi finito. Materiale radioattivo sta ancora fuoriuscendo dal sito, e non è dato sapere lo stato esatto delle tonnellate di combustibile fuso all'interno dei reattori. Decine di migliaia di tonnellate di acqua altamente contaminata si trovano ancora nei reattori e negli edifici che contengono le turbine, con perdite in mare avvenute anche la settimana scorsa. La costante minaccia radiologica posta dal disastro nucleare di Fukushima rimane enorme.»
«Moltissime persone - prosegue - continuano a essere a rischio per le radiazioni causate dal disastro senza ricevere adeguato supporto. A distanza di nove mesi coloro che hanno visto le proprie case e città contaminate dalle radiazioni sono ancora in attesa di aiuto da parte del governo e dei risarcimento di Tepco. Finora solo trentacinque case sono state decontaminate, delle migliaia colpite nella città di Fukushima. Le analisi - conclude - più recenti effettuate da Greenpeace mostrano come ci siano ancora molti punti della città di Fukushima contaminati e che gli sforzi di decontaminazione sono stati finora inadeguati»