[20/12/2011] News

Terre rare, è l'Argentina il nuovo Eldorado?

Canadesi ed australiani all'assalto, comunità locali permettendo

L'unica industria che non sembra conoscere crisi, quella dell'elettronica di consumo - e la green economy che dalla crisi potrebbe farci uscire - hanno forse trovato il nuovo Eldorado per rifornirsi delle loro materie più scarse: le terre rare. L'Argentina potrebbe sostenere gran parte della domanda mondiale di questi 17 metalli rari, come il disprosio, il lantanio e il neodimio, utilizzati per produrre telefonini, computer portatili, i-pad, Mp3, fotocamere digitali, monitor a cristalli liquidi e fibra ottica. Un mercato di materie prime che attualmente è monopolizzato per oltre il 90% dalla Cina, che però ha sempre più bisogno delle terre rare per sostenere la sua crescita ed i suoi consumi interni, tanto che ha messo quote sulle esportazioni.

La geologa Diana Mutti, direttrice del corso di specializzazione in geologia mineraria della facoltà di scienze esatte e naturali dell'università di Buenos Aires, ha spiegato a Tierramérica che «La natura ha concentrato le rocce con la maggior proporzione di questi metalli in regione quali Cina, Usa, Canada e Russia, però anche in alcune province argentine si hanno rocce con questi metalli. Ci sono potenzialità per le terre rare nelle n sierras di Córdoba, San Luis, Salta e Catamarca Là ci sono rocce che possono contenerne una proporzione maggiore, però questo non significa necessariamente che possa essersi formato un giacimento. San Luis è al momento la provincia nella quale questi metalli si incontrano con maggiore frequenza».

Esistono richieste di esplorazione di terre rare presentate al governo argentino da multinazionali di Australia e Canada, infatti l'impresa mineraria canadese Wealth Minerals ha avviato quest'anno, proprio a  San Luis, l'esplorazione di 6.000 ettari nella regione di Rodeo de los Molles, basandosi sul buon potenziale di sfruttamento delle terre rare. Annunciando l'acquisto della concessione, il presidente della Wealth Minerals, Henk Van Alphen, ha detto: «Tenendo conto del recente taglio delle quote dell'esportazione delle terre rare annunciato dalla Cina, per il secondo anno consecutivo, siamo contenti di esserci assicurati un'area grande ed inesplorata in una regione che è conosciuta per ospitare significative concentrazioni di terre rare»,
Materie che potrebbero trovarsi anche nella provincia settentrionale di Santiago del Estero che ha affinità con le rocce delle sierras di Córdoba, un potenziale che però non è stato ancora esplorato dagli argentini. All'area sembra molto interessata un'altra impresa canadese, la U308 Corp che ha fatto sondaggi nelle  sierras di  Sumampa.

La Mutti spiega che «Il metodo per estrarre i minerali dipende dalla roccia. Se è esposta, lo sfruttamento è in superficie a cielo aperto. Però, dato che si tratta di corpi rocciosi di non più di 50 metri per 100, saranno giacimenti di piccole dimensioni. Ci può essere anche lo sfruttamento sotterraneo, il che aumenta gli investimenti richiesti, però deve essere un progetto molto redditizio».

Ignorando le immagini delle miniere di terre rare provenienti dalla Cina e le denunce di inquinamento fatte dallo stesso governo centrale di Pechino, la geologa argentina dice che questo tipo di attività «In generale è abbastanza sostenibile, però sappiamo che qualsiasi attività ha un impatto sull'ambiente».

La sostenibilità delle terre rare sarebbe dovuta al fatto che «In questo caso non si utilizza cianuro e non si producono acque acide, però si ha un certo impatto sul paesaggio, sulla flora e la fauna del luogo e movimenti del suolo. Si possono avere anche esplosioni, frane e cedimenti. Bisogna valutare come mitigare questi impatti e se l'ottenimento di risorse genera, nella catena produttiva, un'alternativa più sostenibile con uno sviluppo più pulito».

Il presidente del Grupo de empresas mineras exploradoras de Argentina, Julio Ríos Gómez, ha confermato che «le compagnie internazionali collocano il Paese tra le zone più ricche del mondo in quanto alla disponibilità di queste risorse». Ríos Gómez in una recente dichiarazione alla stampa ha confermato che «Nella zona di Sumampa, nel sud di Santiago, ci sono imprese che cercano terre rare, c'è un piano per riattivare tutta l'attività mineraria nella provincia, dove non ci sono leggi che limitano lo sfruttamento». Ma né  Ríos Gómez né la Fundación para el desarrollo de la minería argentina, che ha detto di avere «poche informazioni»  sulle terre rare, hanno voluto concedere interviste sul tema a Tierramérica e ad altri giornali. Forse perché lo sfruttamento delle terre rare non solleva solo gli entusiasmi del governo e dell'industria mineraria. Secondo gli abitanti di Jasimampa, un villaggio delle sierras de Sumampa, il personale di un'impresa, che si è presentato come Gaia Energy Argentina, ha cercato di convincerli della bontà dello sfruttamento minerario della regione. Ma dopo è venuto fuori che Gaia Energy appartiene alla canadese U308 Corp, che si occupa soprattutto di miniere di uranio. Anche un'altra sussidiaria della U308 Corp, la  South American rare earth Corp, ha concessioni per sondaggi minerari a Jasimampa.

Adolfo Farías, leader del Movimiento campesino de Santiago del Estero (Mocase) ha detto a Tierramérica: «L'impresa si è introdotta nelle terre ad uso comunitario con la forza, con la polizia, e la comunità ha resistito e ci sono stati anche arresti. Gaia sta facendo un lavoro di confusione, parlando di progresso portato dalla miniera, che crea lavoro, dicono, però ha trovato mobilitazione e resistenza e il progetto è stato frenato. Le comunità dei popoli autoctoni e gli abitanti rurali della zona continueranno a resistere. Il nostro obiettivo è la sovranità alimentare e la custodia dei beni naturali contro il saccheggio. Sappiamo che a Sumampa ci sono terre rare e che l'impresa ha una strategia per sfruttarle, però noi ci opponiamo perché sappiamo che contaminano l'acqua e non creano lavoro come dicono».

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