[20/12/2011] News

L'Iaea vuole riprendere la collaborazione nucleare con la Corea del nord

Chavez ad Obama: «Sei un ipocrita»

Il direttore generale dell'Internationa atomic energy agency (Iaea), il giapponese Yukiya Amano, non ha spettato nemmeno che freddasse il cadavere del dittatore nordcoreano Kim Jong Il per avanzare alla nuova dirigenza della Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc), probabilmente ancora saldamente nelle mani della dinastia stalinista dei Kim, l'invito a riprendere la collaborazione sul nucleare. Secondo l'agenzia giapponese Kyodo, Amano ha detto: «Il ritorno degli ispettori sul sito nucleare di Yongbyon è assolutamente indispensabile per far progredire la denuclearizzazione» e poi ha aggiunto in merito al processo di denuclearizzazione della penisola coreana: «Voglio che l'Iaea sia impegnata».

La Corea del sud si è proclamata potenza nucleare nel 2005, proprio sotto il regno di Kim Jong Il, ed ha condotto dei test nucleari (sui quali esperti militari e nucleari  russi hanno sollevato forti dubbi) tra il 2006 e il 2009, utilizzando il ricatto nucleare per ricevere aiuti alimentari dall'occidente, dalla Corea del sud e dai giapponesi.

L'attività nucleare del regime nazional-stalinista nordcoreano e le continue provocazioni militari ed il lancio di missili balistici (spesso finiti in un vero e proprio disastro tecnico) ha portato il Consiglio di sicurezza dell'Onu a decretare sanzioni contro il regime di Pyongyang. Le risoluzioni 1718 e 1874 dell'Onu invitano la Corea del nord a t rinunciare alle armi nucleari e a ritornare al tavolo dei negoziati a 6 (Corea del nord, Corea del sud, Cina, Giappone, Russia, Usa) sull'intero dossier del nucleare nordcoreano, sia civile che militare.
Nel  novembre 2010 la Rpdc annunciò di disporre di diverse migliaia di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio a Yongbyon, dove immagini satellitari mostrano anche la ripresa dei lavori per la costruzione di nuovi reattori e impianti. La centrale, che doveva essere smantellata, non è più stata controllata dagli ispettori dell'Iaea dall'aprile 2009, quando  Pyongyang espulse gli ispettori ed interruppe la cooperazione con l'Agenzia Onu che oggi Amano vorrebbe riprendere.

Intanto Cuba ha dichiarato il lutto nazionale per la morte di la morte di Kim Jong Il  e il presidente cinese s Hu Jintao  ha presentato le sue condoglianze all'ambasciata nordcoreana a Pechino. Nel messaggio congiunto inviato dal Partito comunista e dalle istituzioni cinesi alla Rpdc si legge: «Siamo scioccati nell'apprendere del decesso del compagno Kim Jong Il, segretario generale del Partito del lavoro di Corea, presidente del Comitato della difesa nazionale e comandante supremo dell'esercito popolare di Corea, ed esprimiamo per il presente le nostre sincere condoglianze per il suo decesso ed inviamo un saluto amichevole al popolo della Rpdc».

Il ministro degli esteri cinese, Yang Jiechi, ha incontrato ieri l'incaricato d'affari della Rpdc a Pechino, Pak Myong Ho, e ha detto che «Il compagno Kim Jong Il era un grande dirigente del Partito e dello Stato (che in Corea del nord sono la stessa cosa, ndr) della Rpdc. Il governo e il popolo cinese sono profondamente rattristati per il decesso dell'amico intimo Kim Jong Il, che sarà sempre nella memoria del popolo cinese».

Pechino conferma quindi il suo protettorato sul regime dinastico nordcoreano, anche perché una frana della Rpdc è temuta da tutti per le conseguenze incalcolabili che potrebbe avere.

Intanto un altro dei pochi amici ufficiali del regime di Pyogyang, il presidente del Venezuela Hugo Chavez, risponde a brutto muso al presidente statunitense Barak Oban ma che lo accusa di essere troppo vicino a Cuba e alla Corea del Nord, di monopolizzare i media e di aver abbandonato la separazione tra i poteri dello Stato. Sul giornale venezuelano El Universal Chavez dice: «mister Obama ci ha nuovamente attaccati, mentre farebbe meglio ad occuparsi dei suoi problemi. Le dichiarazioni di Barack Obama fanno parte della sua campagne elettorale con l'avvicinarsi delle presidenziali. Obama, deve essere più responsabile! Ipocrita, tu sei solo un ipocrita!».

Per finire Chavez ha definito Obama come «Un grave fallimento per gli Afroamericani e gli americani poveri, così come per i Paesi africani che avevano fiducia in lui. Hanno vergogna di te, lasciaci tranquilli, cerca i tuoi voti negli Usa, ecco cosa devi fare!».

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