[21/12/2011] News

C’è già una relazione diretta tra morti inaspettate negli Usa e il fallout radioattivo di Fukushima?

La notizia è di quelle che è bene prendere con le molle. Perché si tratta del risultato di uno studio certamente serio ma i cui  dati contrastano con le assicurazioni fornite da altri studi e da quanto hanno detto le agenzie governative, trovando sì un aumento di radioattività, ma dicendo che rientrava nella norma. Inoltre sarebbe bene capire se ci sono picchi di mortalità dove il fallout radioattivo è stato più forte, visto che da quel che si capisce i dati utilizzati si riferiscono ad un esteso campione di territorio statunitense, probabilmente anche in arre non interessate dal fallout o che lo hanno subito meno. Comuqnue, secondo lo studio "An Unexpected Mortality Increase in the United States Follows Arrival of the Radioactive Plume from Fukushima: Is There a Correlation?" di Joseph Mangano and Janette Sherman, pubblicato dall'International Journal of Health Services, «I molteplici meltdowns nucleari negli impianti di Fukushima a partire dal 11 marzo 2011, stanno rilasciando grandi quantità di radioattività nell'aria che si è diffusa in tutto il Giappone e in altre nazioni, quindi, gli studi dei rischi di contaminazione e la salute sono meritori. Negli Stati Uniti, il fallout di Fukushima è arrivato appena 6  giorni dopo il terremoto, lo tsunami, e i meltdowns. Alcuni campioni di radioattività nelle precipitazioni, aria, acqua e latte, presi dal governo degli Stati Uniti, hanno mostrato livelli centinaia di volte superiore al normale, ma il piccolo numero di campioni impedisce ogni credibile analisi degli andamenti temporali e i confronti spaziali».

L'U.S. health officials report pubblica ogni settimana il numero di morti secondo età in 122 città statunitensi, un campione che riguarda tra il  25 e il 35% totale nazionale. Mangano  e la Sherman fanno notare che «Dal 2010 al 2011 le morti sono salite del 4,46%, nelle 14 settimane dopo l'arrivo della pioggia radioattiva giapponese, a fronte di un aumento del 2,34% nelle precedenti 14 settimane. Il numero di morti infantili, dopo Fukushima è salito dell'1,80%, rispetto a una precedente riduzione dell'8,37%. Proiettando queste cifre agli interi Stati Uniti, si ottengono 13.983 decessi totali e 822 morti infantili in più del previsto». 

I due ricercatori sottolineano sul Journal of Health Services che «Questi dati preliminari devono essere seguiti, soprattutto alla luce di simili risultati preliminari di mortalità degli Stati Uniti per i quattro mesi dopo che il fallout di Chernobyl arrivò nel 1986, sui quali si hanno dati definitivi simili».

Quindi, secondo il prestigioso quotidiano scientifico Usa, nel giro di 14 settimane, 14 mila cittadini statunitensi sarebbero morti probabilmente a causa delle conseguenze del fallout di Fukushima Daichi.

Le rilevazioni eseguite dall'Environmental protection agency all'arrivo della nube radioattiva negli Usa avevano trovato livelli di radioattività centinaia di volte superiore al livello di fondo. Lo studio mette in dubbio il livello di informazione fornito ai cittadini ed il ruolo dei media che non hanno dato notizia dei dati. Joseph Mangano and Janette Sherman invitano gli scienziati di tutto il mondo a studiare con maggiore attenzione le conseguenze causate dal disastro nucleare di Fukushima.

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