
[23/12/2011] News
Riprende la guerriglia petrolifera nel Delta del Niger
La Shell Nigeria exploration and production company (Snepco), una delle filiali della multinazionale anglo-olandese in Nigeria, ha annunciato di aver sospeso temporaneamente la produzione nel grande campo petrolifero offshore di Bonga, che produce 200.000 barili al giorno nel Golfo di Guinea, a circa 75 miglia al largo del Delta del Niger. La chiusura e è stata causata dallo sversamento di 40.000 barili di greggio, che secondo la Snepco è avvenuta il 20 dicembre, «nel corso di operazioni di routine di trasferimento del greggio da una Floating production storage and offtake vessel (Fpso) verso una petroliera». La fuga si sarebbe prodotta da una condotta che è stata «chiusa e depressurizzata, interrompendo il flusso si petrolio. La chiusura temporanea di Bonga è una misura precauzionale».
Il capo di Shell Nigeria, Mutiu Sunmonu, ha presentato le sue scuse ed ha assicurato che la marea nera sarà bonificata rapidamente, ma le comunità costiere ed i pescatori del Delta del Niger sono in allarme: le immagini satellitari fornite dal monitoraggio indipendente Skytruth evidenziano uno sversamento che si estende per una lunghezza di 70 km e che occupa 923 km2. In un comunicato, la Senepco cerca di tranquillizzare dicendo che - secondo le immagini satellitari, le foto, le telecamere ad infrarosso e i controlli in acqua - lo sversamento e le iridescenze di Bonga restano in mare aperto e si stanno riducendo in mare. «A seguito dell'indagine svolta da un Remotely Operated Vehicle (Rov), possiamo anche confermare che una perdita è davvero avvenuta in una flexible export line che collega il Floating production storage and offtake vessel (Fpso) e il tanker. Abbiamo isolato questa linea due giorni fa, e l'impianto rimane chiuso.
Il portavoce di Shell Nigeria, Mutiu Sunmonu, ha detto: «da martedì, quando siamo venuti a conoscenza di questa deplorevole perdita presso la nostra offshore facility di Bonga, sono stati fatti notevoli progressi per mitigarne le conseguenze. L'iridescenza si è assottigliata notevolmente grazie ad una combinazione di fattori naturali e all'applicazione disperdente, e in alcuni punti frazionata, il che dovrebbero aiutare ulteriormente la sua dispersione. Un altro sviluppo significativo è che ieri pomeriggio abbiamo identificato la fonte dello sversamento in una falla in una flexible export line».
La pessima notizia per il già provato ecosistema del Golfo di Guinea è che la Shell sta impiegando cinque navi per spargere il disperdente, considerato dagli ambientalisti e dai tecnici un rimedio peggiore del male. Sono però stati mobilitati anche due aerei e navi cisterna per raccogliere il greggio, ed esperti che si dovrebbero occupare delle conseguenze dell'incidente sulla vita marina.
Nnimmo Bassey, direttore di Environmental rights action, una Ong con sede a Lagos, ha detto che i dati forniti dalla multinazionale non sono credibili: «la Shell dice che si sono sversati 40.000 barili e che la produzione è stato chiusa, ma noi non ci fidiamo di loro perché gli incidenti del passato dimostrano che l'azienda nasconde costantemente le quantità e gli effetti della sua negligenza. Abbiamo allertato i pescatori e le comunità costiere perché si guardino in giro. Questo si aggiunge semplicemente alla lista delle atrocità ambientali della Shell nel delta del Niger».
In effetti una marea nera di questa entità è la peggiore da 10 anni al largo delle coste nigeriane, particolarmente imbarazzante per la Shell perché arriva a soli 4 mesi dal rapporto sull'inquinamento dell'Ogoniland, nel Delta du Niger, dove la multinazionale secondo l'Onu ha provocato ingenti danni all'acqua, al suolo ed all'aria e dovrà realizzare la più grande opera di bonifica mai attuata al mondo, che potrebbe richiedere 30 anni ed un miliardo di dollari. La Shell ha anche ammesso le sue responsabilità per uno sversamento avvenuto nel 2008 proprio nella regione di Bodo, ma deve ancora pagare gli indennizzi..
La Shell dice di aver regolarmente bonificato gli sversamenti petroliferi in Nigeria, ma le Ong la accusano di non averlo fatto. Intanto nel Delta del Niger è ripresa, anche con attacchi nelle scorse ore ed esplosioni e tiri di mortaio, la guerriglia ed il sabotaggio delle installazioni petrolifere che contribuisce ad un ulteriore inquinamento ambientale.
La produzione nel campo petrolifero di Bonga era già stata interrotta lo scorso febbraio fino ad aprile a causa di lavori di adeguamento, ma nel 2008 la produzione era cessata per gli attacchi alle installazioni petrolifere portati da dei guerriglieri del Mend a bordo di motoscafi. La Shell, che è il più vecchio ed importante operatore petrolifero in Nigeria, il primo produttore di greggio dell'Africa, dove estrae attualmente circa 2,2 milioni di petrolio al giorno, lavora a stretto contatto con il governo federale nigeriano e dice che il 98% di tutte le sue fuoriuscite di petrolio sono causate da sabotaggi, e solo in minima quantità da guasti e deterioramenti delle infrastrutture, cifre che sono contestate dalle Ong e dalle comunità del Delta.