[23/12/2011] News

La ritirata delle centrali a carbone negli Usa

Le Big Coal in difficoltà

Mentre in Cina si annuncia una nuova corsa alle centrali a carbone, negli Usa le prospettive per le Big Coal continuano ad essere preoccupanti (e quindi per noi è una buona notizia): nel 2011 sono stati ritirate decine di proposte  di nuove centrali e le grandi utility hanno annunciato di aver chiuso impianti per più di 25.000 Megawatt, mentre gli investimenti nell'energia eolica e solare hanno raggiunto livelli record.

«Impianto per impianto, comunità per comunità - dice Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa - i cittadini quest'anno si sono uniti per dimostrare che non aspettano che Washington porti le loro comunità locali verso le fonti di energia pulita come l'eolico e solare». 

L'associazione porta come esempio del cambiamento in corso la  partnership con Bloomberg Philanthropies che ha aderito alla sua campagna Beyond Coal con un contributo di 50 milioni dollari per mandare in pensione le vecchie centrali a carbone entro il 2020. «Il carbone è un combustibile sporco ed obsoleto che sta facendo ammalare i nostri ragazzi, provocando attacchi di asma e altri problemi di salute - spiega Mary Anne Hitt, diretrrice di Beyond Coal -  Il 2011 è stato un anno cruciale in le prospettive delle energie pulite hanno eclissato il carbone. Questo è stato l'anno in cui gli investitori hanno compreso che il carbone è una scommessa perdente».

In effetti i numeri dati da Sierra Club sono impressionanti e forse farebbe bene a leggerli anche qualcuno in Italia: nel 2001  negli Stati Uniti non è stata aperta alcuna centrale a carbone; dal 2002 sono state abbandonate o respinte 161 proposte di nuove centrali a carbone; dal 2010 ne sono state chiuse o avviate alla dismissione 89 (48 nel 2011); 19 Colleges hanno annunciato la chiusura degli impianti a carbone dei loro campus; l'11% delle attuali centrali a carbone ha annunciato la dismissione; il più grande progetto mai proposto di miniera di carbone montana a cielo aperto è stato bocciato; nel 2001 negli Usa si sono raggiunti i 1.046 MW di energia solare installati (il più grande risultato della storia) e 3.360 megawatt di energia eolica sono stati messi in linea nei primi tre trimestri del 2011; lo Iowa produce il 20% della sua energia con l'eolico.

Michael Bloomberg  ha detto: «Stiamo chiaramente assistendo alla fine della nostra dipendenza dal carbone e grazie al successo dei nostri sforzi stiamo aiutando a portare la nostra nazione verso un futuro energetico più pulito, del quale beneficeranno sia per la salute pubblica che il bene pubblico. A livello nazionale, il prezzo del carbone sta salendo, mentre quelli dell'energia solare ed eolica stanno diminuendo».

Fare nuove centrali a carbone sembra sempre più un pessimo investimento: l'opposizione dei cittadini, i costi crescenti del carbone e una maggiore responsabilità ambientale hanno portato al ritiro dei 161 progetti di centrali negli Usa. Negli ultimi 2 anni un numero senza precedenti di utility ha scelto di chiudere gli impianto obsoleti e puntare sull'innovazione e l'energia pulita. 

Ad Alexandria, chiuderà la centrale sul fiume Potomac, una delle più inquinanti del Paese: a San Antonio il sindaco ha annunciato che sostituirà la centrale a carbone con un enorme impianto di energia solare; a Centralia, Washington, uno storico accordo tra cittadini e lavoratori della centrale a carbone permetterà di sostituirla con importanti investimenti nell'energia pulita; la Tennessee Valley Authority ha annunciato la  graduale chiusura di 18 centrali termoelettriche a carbone e che investirà 350 milioni di dollari in progetti di disinquinamento dell'aria. 

La fine del 2011 ha segnato anche una grande vittoria per gli ambientalisti: l'annuncio delle nuove norme contro le emissioni di mercurio che richiederanno alle Big Coal l'adozione di moderne tecnologia per il  controllo dell'inquinamento. Sierra Club spiega che «La maggior parte delle centrali a carbone del Paese sono state costruite prima degli anni '80  e mancano di molti moderni controlli sull'inquinamento. Quando entreranno in vigore le nuove linee guida delle quali c'era è molto bisogno per proteggere le persone da mercurio tossico e fuliggine e dallo   smog che vomitano da queste centrali a carbone obsoleti, le utilities dovranno decidere se investire nell'adeguamento di impianti invecchiati, o passare alle più efficaci fonti di energia pulita, come l'energia eolica e solare. Con i prezzi dell'eolico ora più bassi di 3 centesimi per chilowattora in Texas, un terzo del prezzo delle nuove centrali a carbone, le decisioni dello smart business  saranno sempre più rivolto verso l'energia eolica». 

Un esempio è la richiesta di energia pulita arrivata da più di 40 campus universitari, dove gli studenti si stanno organizzando per andare oltre il carbone. Nel 2001 Penn State University, Oberlin College, Case Western Reserve University, Ohio University, Miami University of Ohio, Eastern Illinois University, Western Illinois University, Southeast Missouri State University, Clemson University, University of Minnesota e più recentemente la St. John's University, hanno assunto impegni per eliminare gradualmente le centrali a carbone nei loro campus. 

Gli ambientalisti sottolineano che «un terzo degli impianti a carbone di tutti i campus del Paese adesso sono dismessi. Gli studenti della Miami University hanno vinto con la loro campagna in un solo semestre con diverse azioni, compresa la raccolta di più di 2.000 firme e l'organizzazione di un flash mob in biancheria intima, mentre gli studenti dell'Ohio University hanno celebrato la loro vittoria in uno dei campus dove la campagna s Beyond Coal è stata più lunga e più dura, nel cuore del coal country».

La Hitt conclude: «I cittadini di tutto il Paese sono frustrate per la mancanza di leadership del  Congresso su questi temi essenziali per l'aria pulita e nuovo lavoro e per combattere il global warming e stanno agendo per ottenere dei risultati nelle loro comunità locali, centrale per centrale, Stato per Stato. Quanto prima avviamo la transizione per uscire fuori dal carbone, quanto prima potremo farlo più facilmente».

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