
[29/12/2011] News
Cresce la tensione per le esercitazioni della marina militare iraniana nell' Stretto di Hormuz, la stretta porta dalla quale passa il 40% del greggio mondiale. Ma a guardare la foto che pubblichiamo anche noi, non sembrerebbe trattarsi di una grande cosa: i barchini veloci dei pasdraran che diedero filo da torcere alle petroliere un paio di anni fa, qualche nave militare non proprio ben messa e la torretta di un imbarazzante sottomarino verde che mostra forse ancora più dei suoi molti anni. Sembrerebbe il solito colpo propagandistico ben assestato dagli iraniani ai nervi tesi degli occidentali e degli israeliani sempre pronti a raccogliere e rilanciare ogni provocazione. Probabilmente più che alla reale potenza di fuoco quello che si teme è un "guerra corsara" nel bollente Golfo Persico, che potrebbe fare molti danni, visto quel che succede davanti alle coste somale e fino allo Yemen ad opera dio un pugno di pirati certo non addestrati ed armati come la marina iraniana.
Al comandante della marina iraniana, il generale Sayyarì, che aveva detto che «Chiudere lo Stretto di Hormuz per l'Iran è facile come bere un bicchier d'acqua», gli Usa hanno subito risposto minacciando un intervento militare per tenere aperta la via d'acqua vitale per il mercato petrolifero mondiale.
Secondo il network satellitare iraniano Press TV, «L'Iran, pur facendo presente che non c'è bisogno di ricorrere ad una simile misura estrema, ha fatto comprendere in questi giorni di essere capace di chiudere lo Stretto, chiusura che avrebbe conseguenze difficilmente quantificabili sui mercati mondiali del greggio. La quinta flotta marina Usa, di stanza in Bahrain, ha risposto minacciando di non tollerare il minimo ritardo nell'andirivieni nello Stretto di Hormuz. E' degno di nota che l'Iran è da anni vittima di sanzioni americane per via di un programma nucleare che sulla base dei dati ufficiali è completamente innocuo. Il vice-presidente iraniano ha detto recentemente che se le sanzioni Usa verranno imposte pure contro il petrolio iraniano, nemmeno "una goccia di petrolio" attraverserà lo Stretto di Hormuz».
In questo cima arrivano a sorpresa le parole "distensive" dette di fronte ai diplomatici ed agli ambasciatori iraniani riuniti a Teheran, del leader supremo della Repubblica Islamica, il sommo Ayatollah Khamenei, «Alcuni credono che gli Usa stiano dirigendo da dietro le quinte tutti gli avvenimenti della regione e del mondo, ma questa analisi è frutto di pura superstizione. I fatti che si stanno verificando nel mondo islamico e nel mondo occidentale sono senza precedenti. In questa situazione complicata e sensibile, il sistema diplomatico del Paese deve presentare al mondo la dialettica del nostro Paese, che crede nella democrazia affiancata dai valori divini della religione. La missione dei diplomatici iraniani nel mondo è più difficile rispetto a quella dei colleghi degli altri Paesi dato che l'Iran, per via della sua identità islamica, è in diretto conflitto con l'ipseità (la caratteristica che secondo la scolastica distingueva l'individuo in quanto singolo, ndr) arrogante delle potenze. Il fronte dell'imperialismo ha grande paura del risveglio islamico nella regione e negli ultimi mesi ha ufficialmente dichiarato questo suo timore».
Khamenei ha ricordato che gli slogan della rivoluzione egiziana sono «Tutti di natura islamica. Sono i germogli del pensiero di 30 anni fa del popolo iraniano, insorto in nome dell'Islam, della libertà e dell'indipendenza».
La responsabile per gli esteri dell'Ue, Catherine Ashton, non sembra molto impressionata dalle minacce dell'Iran di chiudere Hormuz ed il suo portavoce, Michael Mann, ha confermato che «L'Unione europea prevede un'altra serie di sanzioni contro l'Iran e non rinunciamo a questa idea. Una nuova decisione su questa nuova trance di sanzioni contro Teheran potrebbe essere presa durante la prossima riunione dei capi della diplomazia europea, il 30 gennaio prossimo a Bruxelles».
Insomma, nonostante l'Iran abbia riaperto le porte agli ispettori dell'International atomic energy agency, gli europei non si fidano ancora e preparano un vero embargo sul petrolio iraniano
Anche la Francia ha chiesto all'Iran di rispettare la libertà di navigazione (che però non valeva per l'Iran a Suez, fino alla rivoluzione contro Mubarak e per chi vuole andare a portare aiuti alla Striscia di Gaza .. ).
Il portavoce del ministero degli esteri francesi, Bernard Valero, ha sottolineato che «Come per i diritti umani e la proliferazione nucleare, chiamiamo le autorità iraniane al rispetto del diritto internazionale e in particolare della libertà di navigazione nelle acque internazionale e negli stretti. Lo Stretto di Hormuz è uno stretto internazionale. Conseguentemente, tutte le navi, qualunque sia la loro bandiera, godono del diritto di passaggio in transito, conformemente alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, adottata nel 1982 ed al diritto internazionale frontaliero del mare».
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad come sempre ha speso una parola di moderazione: durante la sua visita nella regione iraniana occidentale dell'Ilam ha detto che «È la più grande barzelletta della storia che un gruppo di persone, che nei propri Paesi non ha ne democrazia, ne libertà e nemmeno elezioni libere, si riunisca per condannare un'altro paese con la scusa di mancanza di democrazia in quel paese. Nella nostra regione gli schiavisti e i colonialisti di ieri oggi sono tornati con nuovi slogan e con lo stesso obbiettivo di dominio e di salvataggio del regime sionista. In alcune fasi le potenze usano alcuni Paesi arabi ai danni di altri, ma una volta raggiunti i propri obbiettivi, tradiranno pure quelli che erano i loro alleati».