
[29/12/2011] News toscana
La ipotesi di integrazione delle tre multi utility del Nord-ovest (A2A, Hera ed Iren) rappresenta la naturale evoluzione del percorso di integrazione avviato ormai anni da fa dagli azionisti di quelle società, con l'obiettivo di aumentare il valore della società per i soci e di competere così alla pari con i grandi gruppi nazionali ed internazionali, in particolare nel campo dell'energia. La società che deriverebbe da una fusione di quel tipo infatti costituirebbe qualcosa di più di una gruppo "sovraregionale", facendo di fatto nascere una nuova Enel o una nuova Eni. E' la conclusione naturale del percorso di crescita delle vecchie "municipalizzate", che non può che concludersi con la nascita di grandi gruppi nazionali o sovranazionali, capaci di competere su mercati sempre più aperti.
Gli azionisti pubblici di quelle aree del Paese, a partire dai Sindaci delle città più grandi, hanno fatto e stanno facendo bene gli azionisti. Prima fondendo e quotando in Borsa vecchie aziende locali e poi integrando fra loro soggetti regionali. Sono stati lungimiranti e stanno creando valore per i soci e per gli stessi cittadini e imprese delle aree amministrate. Inoltre stanno dando un contributo importante alla crescita della concorrenza nel nostro paese, costituendo operatori capaci di sfidare la grandi utilities nazionali, altrimenti destinate a diventare inevitabilmente soggetti oligopolistici su questi mercati.
La nascita di una super utility del nord ovest non può essere che vista positivamente quindi, anche se non mancano motivi di rammarico e di preoccupazione.
Il motivo di rammarico riguarda la mancanza di una analoga strategia di crescita da parte dei soci delle utilities toscane e comunque del centro Italia. La distanza fra la realtà delle società quotate e la realtà Toscana è destinata a crescere con questa nuova operazione. Il modello Toscano rimane ancorato all'esperienza "monoutility" (acqua, rifiuti, energia, trasporti) di dimensione sub regionale, anche dopo la nostra riforma delle Ato: avremo tre gestori dei rifiuti e ancora sei/sette gestori idrici.
Ancora una quadro troppo frammentato se confrontato a quello che sta accadendo nel nord.
Non ha preso forma nemmeno un disegno di integrazione a livello del centro Italia, per esempio con gli operatori del Lazio, Umbria e Marche, la cui dimensione potenziale potrebbe essere simile a quella del supergruppo del nord. La stesa presenza di ACEA in Toscana e Umbria non ha per adesso comportato una strategia di integrazione societaria corrispondente.
E' un peccato per la Toscana e per l'Italia. Quello che ci auguriamo è che il mercato dei servizi pubblici possa essere in questi anni fatto da alcuni gruppi sovra regionali (nord ovest, nord est, centro e sud), che affianchino gli operatori nazionali e i pochi operatori internazionali che si affacciano sul mercato italiano. Occorre su questo uno sforzo dei soci pubblici per procedere rapidamente in questa direzione e completare così il disegno di riorganizzazione industriale avviato alcuni anni fa, creando quindi una vera e proprie industria nazionale, fatta di più operatori e capace di competere all'estero.
Il motivo di preoccupazione riguarda gli effetti che una tale distanza fra gli operatori toscani e quelli nazionali può produrre sul mercato toscano, mercato che si sta aprendo in tempi molto rapidi alla concorrenza: una gara regionale per il tpl nel 2012, tre gare per i rifiuti sempre nel 2012, 11 gare nella distribuzione di gas entro il 2014. La Toscana sarà probabilmente l'area geografica italiana a più alto tasso di liberalizzazione nei prossimi due anni e trattandosi di una area affidabile e sicura, l'apertura di questi mercati sarà sicuramente attraente per gli operatori di grandi dimensioni, anche in una fase di crisi economica e finanziaria come quella attuale. Il rischio quindi è che la Toscana paghi concretamente il ritardo accumulato sul piano societario con la prossima tornata di gare, con la possibile "colonizzazione" del mercato toscano da parte di operatori provenienti da altre aree. E' un rischio di cui le imprese toscane sono consapevoli.
Per far fronte ai nuovi scenari di gara le aziende toscane si stanno aggregando, proponendosi insieme alle diverse gare. Sono sicuro che la qualità e la professionalità di queste imprese consentirà loro di aggiudicarsi le gare, anche se non vanno sottovalutati i rischi che la concorrenza naturalmente comporta. Potevamo arrivare a questa scadenza più forte, ma dobbiamo a questo punto considerare queste sfide l'occasione per fare un salto di qualità. Se le aziende toscane riusciranno ad aggiudicarsi queste gare, saranno dotate di un potenziale nuovo, sulla cui base potranno valutare nuove integrazioni ed eventuale quotazione in Borsa. Potranno valutare anche, su un piano di forza, integrazioni con società operanti in altre regioni. Potrebbe così nascere, ci auguriamo, la superutility del centro Italia.
* : presidente Confservizi Cispel Toscana