[30/12/2011] News

Gli Usa si preparano all'arrivo dei detriti dello tsunami giapponese alle Hawaii e sulle coste del Pacifico nord-occidentale

Secondo la National oceanic and atmospheric administration (Noaa), i detriti dello tsunami che ha colpito il Giappone l'11 marzo potrebbero arrivare presto sul territorio degli Stati Uniti, ma nessuno sa davvero cosa stia ancora galleggiando, dove si trova e quando arriverà. La Noaa sta lavorando insieme all'Environmental protection agency, al Fish and wildlife service e ad altri partner per raccogliere i dati che serviranno ad affrontare una sfida quasi impossibile: come gestire detriti che potrebbero avere un impatto sulle coste Usa ma che sono difficile da trovare?

Quando la gigantesca ondata dello tsunami si è ritirata non ha lasciato solo il disastro di nucleare di Fikushima Daiichi e distruzione e morte lungo le coste, ma si è portata dietro imbarcazioni, pezzi di edifici distrutti, legname elettrodomestici, plastica, metallo, gomma e oggetti di ogni tipo e dimensione, che sono affondati vicino alle coste giapponesi o hanno galleggiato e galleggiano ancora nell'Oceano Pacifico. "Isole" dei detriti dello tsunami sono state riprese anche dai satelliti e da foto aeree nelle acque costiere.

Secondo il governo giapponese lo tsunami ha prodotto 25 milioni di tonnellate di detriti, ma non si sa precisamente quanto è stato trascinato in mare e quanto è rimasto a galla.
Il piano di risposta delle agenzie Usa prevede diverse alternative: «Ci stiamo preparando per gli scenari, dal caso migliore a quello peggiore, e per tutto il resto», assicura Nancy Wallace, direttrice del Marine debris program della Noaa.

«Nove mesi dopo - dice la Noaa .- i "campi" di detriti non sono più visibili. I venti e le correnti oceaniche hanno sparso i materiali nel vasto Oceano Pacifico del nord fino al punto in cui i detriti non sono più visibili dal satellite. Le navi regolarmente in viaggio per il Pacifico del Nord hanno segnalato pochissimi avvistamenti. Solo due pezzi sono stati chiaramente collegati allo tsunami».

La Noaa sta coordinando le attività delle agenzie e il monitoraggio per fornire informazioni essenziali sulla posizione dei detriti marini prodotti dallo tsunami e le navi, i pescatori e i diportisti possono segnalare la presenza in mare di rifiuti significativi e singoli avvistamenti.

Le simulazioni al computer elaborate dalla Noaa e dai ricercatori dell'università delle Hawaii, che tengono conto della posizione dei detriti portati in acqua al momento dello tsunami, delle correnti oceaniche e del vantio, prevedono che già questo inverno alcuni detriti poter ebbero passare vicino o raggiungere la costa delle isole Hawaii nord-occidentali,proprio nel Papahānaumokuākea Marine National Monument. Le coste del Pacifico statunitensi e canadesi verrebbero raggiunte nel 2013 e il vortice del Pacifico riporterebbe i detriti nelle Hawaii nel 2014 e fino al 2016.

La Noaa ha convocato un gruppo di esperti per esaminare i dati disponibili e per realizzare modelli sul trasporto dei detriti dello tsunami neri prossimi mesi ed anni. «Si tratta di raccogliere informazioni su avvistamento significativa di rifiuti marini nel Pacifico settentrionale attraverso l'Office of marine della Noaa e la Flotta del Pacifico, il Voluntary observing ship program noaa, che include il trasporto navale a lungo raggio, così come il Pacific Island regional observer program Noaa che lavora con l'industria della pesca con i palangari delle Hawaiii. Las Noaa sta anche lavorando con il Fish and wildlife service Usa e lo Stato delle Hawaii per monitorare I detriti nel Papahānaumokuākea Monument.

I ricercatori avvertono che «Le condizioni dell'oceano cambiano costantemente, e gli elementi possono affondare, essere distrutti e disperdersi in una vasta area». Dato che non sanno cosa rimane nella colonna d'acqua, né dove, non è loro possibile determinare con certezza se i detriti si spiaggeranno.

Quello che temono la Noaa e le altre agenzie Usa è che una concentrazione di grossi detriti raggiunga a costa in aree sensibili come le barriere coralline, o che possano interferire con la navigazione nelle Hawaii e lungo la costa occidentale degli Stati Uniti. Il migliore dei casi previsto è che i detriti si frantumino e disperdano ed infine si degradino, risparmiando le zone costiere. Ma i ricercatori avvertono che «Anche nel migliore dei casi, i detriti non andranno via completamente. I rifiuti marini sono un continuo problema per le Hawaii e West Coast degli Stati, dove immondizia e altri elementi dannosi approdano regolarmente su spiagge, scogliere ed altre zone costiere».

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