[30/12/2011] News
Non sono bastati presidi, sit in, veglie per la democrazia e una manifestazione il 20 dicembre a Dolo per difendere e far valere le 11.000 firme raccolte per fermare la colata di oltre 4 milioni di metri cubi di cemento previsti per realizzare il polo "Veneto City". Il presidente leghista della Regione Veneto, l'ex ministro dell'agricoltura Luca Zaia, ha dato, così come voleva la giunta leghista di Dolo, il via libera ad una colossale speculazione edilizia e commerciale, ignorando le migliaia di osservazioni recapitate all'amministrazione dolese e del comune di Pianiga. Respinta anche la richiesta di un referendum.
Legambiente Veneto è da sempre contraria alla realizzazione di Veneto City e Fabrizio Destro, presidente del circolo del Cigno Verde della Riviera del Brenta, dopo la manifestazione del 20 dicembre aveva sottolineato: «Pochi consiglieri e assessori di due Comuni che non arrivano nemmeno a 30.000 abitanti decidono del futuro di un territorio in cui vivono oltre 240.000 persone. E' un atto dovuto dare risposta ai dubbi ed alle osservazioni dei cittadini che vedono il proprio territorio martoriato da grandi opere che renderanno il suolo sempre più impermeabile aumentando fortemente il rischio idraulico e la possibilità non remota di drammatiche inondazioni, come abbiamo purtroppo visto in questi ultimi mesi».
Legambiente si augurarava che le amministrazioni di Dolo e Pianiga facessero un passo indietro che non c'è stato, anzi hanno tovato il pieno sostegno del presidente della Regione, e se ne sono infischiati non solo degli ambientalisti, ma anche della contrarietà al mega-progetto dei comuni confinanti, di altri Enti, delle associazioni di categoria e dei sindacati.
Si tratta di un gigantesco centro commerciale-direzionale che si estenderà su 715.000 m2 , cioè 105 campi di calcio, un colosso da 2 milioni di metri cubi. È dal 2008 che tra Venezia e Padova i comitati si battono contro Veneto City. Un ecomostro in quel che rimane della campagna veneta occupata da villettopoli e dai capannoni industriali dell'ormai appassito miracolo del nord-est contro il quale si sono battuti ambientalisti e comitati locali, ma, complici le festività di fine anno, sono bastate tre firme, quelle dei sindaci di Dolo (Lega) e Pianiga (Pdl) e di Zaia per azzerare lotte, firme e richieste di partecipazione democratica.
«Siamo di fronte ad una grave aggressione al territorio - spiega Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto - una cementificazione massiccia che cancellerà decine di ettari di campagna veneta che porterà il flusso veicolare a picchi di 70.500 veicoli al giorno, giustificando la realizzazione di nuovi assi stradali che distruggeranno ulteriormente il paesaggio e peggioreranno i livelli di inquinamento già oggi intollerabili».
Secondo gli ambientalisti un altro affronto beffardo ai cittadini è stato l'annuncio dato dal sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo, della firma del "patto dei sindaci", che prevede l'attuazione di stringenti misure per il rispetto dei protocolli internazionali sulle immissioni in atmosfera di gas serra:
«Sottoscrivere questo importante documento - dice Lazzaro - affermando la volontà di raggiungere e superare l'obiettivo europeo di riduzione del 20% di emissioni di CO2 entro il 2020, stride fortemente con la scelta di dare questo nulla osta alla realizzazione di una grande opera, che per impatto e finalità è in evidente contrasto con i principi promossi dal pacchetto europeo sul clima».