[02/01/2012] News

Il Cile in difficoltà per due giganteschi incendi in Patagonia e nel Biobío

Il governo cileno ha dichiarato zona di catastrofe le aree devastate dal gigantesco incendio che ha colpito il Parque Nacional Torres del Paine, incenerendo più di 12.500 ettari di foreste con molte specie autoctone di flora e fauna, nella Regione di Magallanes. L'incendio nella Patagonia cilena, a 2.000 km a sud della capitale cilena Santiago, è iniziato il 28 dicembre, costringendo ad evacuare centinaia di turisti e cittadini dalla zona.  

Il presidente cileno  Sebastián Piñera  il 30 dicembre ha convocato il  Comitato di emergenza per analizzare le misure impiegate per fermare (senza successo) l'incendio ed aveva avvertito che il disastro ambientale poteva essere stato innescato dalla negligenza di una sola persona.  Il parco nazionale Torres del Paine, dichiarato riserva della Biosfera dall'Unesco, nei mesi dell'estate australe ospita circa 130.000 visitatori, in maggioranza europei ed il colpevole,  venuto fuori dopo poche ore dalle dichiarazioni di Piñera,  proprio un turista. Il 31 dicembre è finito sotto processo un cittadino israeliano di 23 anni, Roter Singer, che ha confessato di aver provocato involontariamente, bruciando della carta igienica, l'incendio all'interno del parco nazionale Torres del Paine, nella Patagonia cilena, ed è in libertà provvisoria con l'obbligo di non lasciare la zona per tre mesi. Uscito dall'aula del tribunale, Singer ha detto ad una radio israeliana, di non essere lui il responsabile dell'incendio e che sarebbe tutto un equivoco dovuto a «Problemi di traduzione».

L'episodio ricorda quanto successe nel febbraio del  2005, quando in turista ceco, Jiri Smitak,  distrusse con le fiamme partite da un fornello da campeggio 13.880 ettari,  fu imprigionato, condannato, chiese perdono al governo e poi finanziò volontariamente la riforestazione dell'area distrutta.

Vicente Núñez, direttore della Corporación nacional forestal (Conaf) e dell' Oficina nacional de emergencia del ministero degli inerni (Onemi),  ha spiegato che «Il disastro, al quale lavorano 562 forestali,  ha colpito 12.560 ettari. Dobbiamo ringraziare il lavoro eroico e incessante di centinaia di persone, tra le quali militari, pompieri,  l'esercito e volontari argentini che stanno dando battaglia qui a Magallanes». E' annunciato l'arrivo anche di 30 pompieri dall'Uruguay.

Ieri Piñera  è intervenuto nuovamente per annunciare che «Grazie ad un grande lavoro dei vigili del fuoco e al miglioramento delle condizioni climatiche, l'incendio di Torres del Paine è stabilizzato».

Il ministro dell'ambiente cileno, María Ignacia Benítez, ha respinto le accuse degli ambientalisti e dell'opposizione che lamentavano ritardi e inefficienze negli interventi e mancanza di prevenzione: «Noi siamo arrivati venerdì  però la gente qui sta lavorando fin dal primo momento, ci sono approssimativamente 780 persone che lavorano è la logistica che questo implica non è da poco - ha detto a El Mostrador -  E' tutto di alto livello e sono tutti specializzati, qui non ci sono dilettanti». In un'intervista a Radio Agricultura la Benítez ha negato che il governo abbia reagito con ritardo all'incendio: «Il Conaf ha dato notizia dell'incendio praticamente nell'ora in cui è iniziato e le condizioni climatiche, con un vento che era approssimativamente di circa 120 km all'ora, rendevano impossibile raggiungere il luogo dove è iniziato e con questa velocità del vento il fuoco si propaga».

Il ministro ha detto che dei 12.700 ettari percorsi dall'incendio, il 35% sono aree con boschi endemici ma che «Dal punto di vista delle infrastrutture turistiche non c'è alcun danno».

In quanto all'israeliano arrestato, ha spiegato che «secondo la legge del Ministero del Medio Ambiente possiamo presentare una denuncia per danno ambientale. Però una volta che la giustizia determinerà il responsabile, e questa azione stabilisce che si deve recuperare l'ambiente danneggiato, quindi è un'azione abbastanza importante, perché  implica molte risorse. Però per questo è necessario avere un responsabile, non possiamo fare niente contro chi non risulta ancora responsabile».

Ma se un incendio che sembra messo faticosamente sotto controllo,  se è scatenato subito un altro nelle zone di Quillón e Florida nella regione del Biobío, dove c'è stato anche un morto ed oggi le fiamme hanno attaccato gli impianti della Celulosa Arauco, a  Nueva Aldea, accanto all'autostrada di Itata. Nell'area è stato decretato l'allarme rosso.

Secondo quanto scrivono i giornali cileni, le fiamme, che fino alle 2 di notte erano sulle montagne circostanti, sono state spinte a valle, ed alle 5,00 hanno attaccato la Planta Paneles della Celulosa Arauco e minacciando l'area di stoccaggio della cellulosa. A nord del capoluogo regionale, Concepción i carabinieri hanno fatto dei posti di blocco per impedire l'accesso.

Núñez ha detto che stanotte «L'incendio che colpiva la località di  Queime ha ucciso  una persona e fatto più di  500 evacuati». Oggi venivano segnalate 40 abitazioni bruciate, ma la cifra, insieme a quella dei profugh (più di 500)i, sembra destinata ad aumentare. L'Onemi  ha detto che l'incendio «Ha consumato una superficie totale dell'ordine di 8.000 ettari, il che rappresenta evidentemente una situazione di alta preoccupazione».

L'incendio ha provocato l'interruzione del traffico sull'autostrada di Itita e sulla strada 148.

Núñez, che probabilmente non dorme da giorni,  ha detto ai giornalisti che «Il governo ha attivato un piano di contenimento per poter spegnere l'incendio che colpisce la località di Queime. Abbiamo attivato tutti i piani di emergenza, contiamo su 6 aerei e 10 elicotteri per poter  combattere l'incendio boschivo e speriamo che le condizioni meteorologiche lo permettano», ma nell'area spirano forti venti. Alle operazioni anti-incendio nel Biobío  partecipano 350 persone tra militari, pompieri, lavoratori di imprese private  ed altri 135 volontari provenienti dalla regione di Valparaíso.

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