[04/01/2012] News toscana

Tutti affondati nel Banco di Santa Lucia i fusti tossici dell’eurocargo della Grimaldi Lines?

Rischi per l'ambiente marino profondo

La cartina che pubblichiamo mostra, più o meno, l'area del Banco di Santa Lucia, ad ovest dell'Isola di Gorgona, dove il 17 dicembre si sono caduti in mare,  dall'eurocargo Venezia della Grimaldi Lines, due bilici carichi di bidoni contenenti sostanze tossiche ed altamente infiammabili al contatto con l'aria.

Secondo le ultime informazioni, la nave si sarebbe inclinata di 37 gradi, lasciando cadere in mare il carico pericoloso e ci si chiede se, visto il forte allarme meteo per quei giorni, non sarebbe stata necessaria una maggiore prudenza nell'imbarcare sulla Venezia 224 fusti da 200 kg contenenti 45 tonnellate di monossido di cobalto e molibdeno. .

Secondo alcuni esperti che abbiamo sentito, difficilmente quei bidoni galleggerebbero e la stessa ditta produttrice dei fusti lo escluderebbe. Ma anche se i fusti fossero tutti affondati e non rappresentassero quindi un pericolo  per le coste, come avevano  detto Prefettura, Capitaneria e Comuni, il problema rimane e sembra molto grosso: un bidone di quel genere, sott'acqua a 400 metri forse si potrebbe essere già spaccato per la pressione, e se così non fosse, secondo alcuni esperti  si  deteriorerebbe più o meno dopo un anno o due, lasciando fuoriuscire il materiale tossico in pieno Santuario internazionale Pelagos dei mammiferi marini ed a una ventina di miglia dall'area marina protetta di Gorgona.  Sarebbe proprio un bel guaio.

Bisogna quindi capire se e quanti bidoni si siano inabissati a quelle profondità, dove sarebbe difficile individuarli e recuperarli. Certo i bidoni resterebbero sui fondali del banco di Santa Lucia perché a quelle profondità non ci sono correnti, ma è anche vero che le sostanze chimiche che contengono sono pesanti e si depositano sul fondo. Comunque non galleggiano e non vanno in giro. Il rischio per il delicatissimo ecosistema abissale, che solo ora si comincia a conoscere nella sua complessità ed importanza, sembra molto alto. E' probabilmente anche per questo che ci risulta che in una riunione tenutasi il 30 dicembre con la partecipazione di Arpat ed Ispra si è giustamente deciso di tenere sotto controllo il pescato

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