
[04/01/2012] News
Le celebrazioni del ventennale della legge quadro 394 sui parchi hanno registrato una vivace presenza del movimento ambientalista ma una allarmante assenza delle istituzioni non solo centrali. Tanto più negativa perché se il contesto nazionale resta pesante il cambio di governo e di ministro apre - almeno ce lo auguriamo e lo speriamo- una fase nuova.
Una fase che richiede di mettere finalmente a fuoco i nodi da sciogliere a cui non possono non concorrere innanzitutto le regioni e gli enti locali perché a rischio è la partita istituzionale del governo del territorio oltre al futuro delle nostre aree protette. E se sul piano nazionale Clini dovrà chiarire come intende muoversi, ad esempio, dopo l'ostinato rifiuto del passato governo di convocare la Terza Conferenza nazionale dei parchi, in troppi casi le regioni stanno procedendo non soltanto senza alcuna concertazione ma anche con sortite poco chiare e in più d'un caso preoccupanti e comunque difficilmente condivisibili. E non ci riferiamo solo a quelle regioni che come il Lazio i parchi regionali li stanno bastonando. Mi riferisco anche a regioni come Marche, Umbria, Toscana dove leggi recenti o imminenti scadenze di presidenti si accompagnano a improvvide ipotesi o decisioni.
Nelle Marche, ad esempio, la Federparchi regionale ha pubblicato un severo documento intitolato ‘La nuova legge è inutile ed inadeguata'. Altrettanto hanno fatto le associazioni ambientaliste; ‘ Contro i Parchi estranei alle comunità locali'. E la ragione di queste severe reazioni è che i parchi saranno meno autonomi e si è addirittura inventato il ‘voto ponderato' per cui se rappresenti chi non porta soldi conti il 2% se li porti anche il 50% o il 20%.
Dopo la stagione delle bolle è arrivata quella delle balle. In Umbria dove i parchi regionali se li erano già rimpallati per assegnarli alla fine alle comunità montane proprio nel momento della loro dipartita li hanno collocati in un comparto dove di fatto non avranno alcun ruolo specifico e di rilievo.
In Toscana di una nuova legge regionale si discute ormai da tempo immemorabile senza però essere ancora giunti ad alcuna conclusione. La scadenza di alcune presidenze di parco induce tuttavia a qualche decisione ma l'unica che al momento si profila -e proprio nel momento in cui si è sbloccata l'indennità per i presidenti dei parchi nazionali- è che da ora in poi dovranno farlo gratis. Dopo tanti rinvii ci si aspettava francamente qualcosa di più e di meglio. E qualcosa di più ci si aspettava anche dai parchi che almeno nelle Marche si sono fatti sentire e valere.
Allarma insomma che anche in regioni che la loro parte negli anni hanno saputo farla onorevolmente nella calza non sappiano metterci nulla di meglio.
Anche per questo come Gruppo di San Rossore stiamo cercando di dare la sveglia a chi ancora nelle istituzioni fatica a cogliere i rischi derivanti da una così fiacca e discutibile risposta.
Renzo Moschini, gruppo di San Rossore