[09/01/2012] News

Le foche della Groenlandia a rischio estinzione: i cuccioli non sopravvivono allo scioglimento dei ghiacci marini

PlosOne ha pubblicato la ricerca "The Effects of Climate Change on Harp Seals (Pagophilus groenlandicus)" nella quale un team di ricercatori del Marine laboratory, division of marine Science and conservation, Nicholas School of the Environment della Duke University della North Carolina (Usa) e dell'International fund for animal welfare (Ifaw) dell'Ontario (Canada) studiano come la foca della Groenandia (o foche arpa o dalla sella), reagiscono ai cambiamenti climatici in corso nell'Artico.

Il Seal Team dell'Ifaw sottolinea di aver riscontrato sul terreno gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici sulle foche della Groenlandia nel Canada orientale: «foche morte sulle spiagge, cuccioli affamati abbandonati ritrovati a terra, e le foche schiacciate a morte nel ghiaccio prima che siano abbastanza forti per nuotare».

Secondo il dipartimento canadese della pesca e degli oceani l'80% dei cuccioli nati nel 2011 sarebbe morto a causa della mancanza di ghiaccio e nel 2010, anno record della mancanza di copertura di ghiaccio, le cose sarebbero andate ancora peggio. Nel 2007 nel Golfo di San Lorenzo la mortalità dei cuccioli avrebbe raggiunto il 100%.

Secondo le stime del governo canadese, nel 2011 sarebbero nati solo 600.000 cuccioli, se ne sono sopravvissuti solo il 20% ne resterebbero solo 120.000, 40.000 dei quali sono stati uccisi dai cacciatori per farne pellicce. Sarebbero quindi solo 80.000 i giovani vivi che tenteranno la migrazione verso nord in primavera, dove le catture accidentali ne uccideranno 8.500, mentre la caccia alle foche in Groenlandia ne elimina 83.000 all'anno.

L'Ifaw sottolinea che nel 2011 il numero delle foche uccise superava quelle sopravvissute e che fra 5 0 6 anni, quando i cuccioli che non ci sono più avrebbero dovuto essere in età riproduttiva, la situazione sarà drammatica. Per questo perfino il governo canadese ha raccomandato una riduzione drastica della caccia alle foche per il 2012 e la Russia, che rappresenta il 90% delle esportazioni delle pelli di foca canadesi ha annunciato il divieto di importazioni di pelli di foche della Groenlandia, ma questo, che è assolutamente necessario, purtroppo potrebbe non essere più sufficiente di fronte allo scioglimento dei ghiacci artici.

I ricercatori sottolineano che le foche della Groenlandia (Pagophilus groenlandicus) hanno evoluto strategie per sfruttare il ghiaccio stagionale marino come base per allevare i loro cuccioli e che sono abituate ad affrontare le fluttuazioni nella quantità e qualità di ghiaccio nelle loro aree di riproduzione.

«Non è chiaro, tuttavia - si legge nella ricerca - come i cambiamenti climatici possono influenzare la popolazione di foche». Lo studio valuta gli effetti del cambiamento climatico sulle foche della Groenlandia attraverso tre ricerche collegate tra loro: «In primo luogo, abbiamo testato gli effetti di breve termine della variabilità del clima sulla mortalità dei giovani delle foche arpa con la regressione lineare della copertura del ghiaccio marino nel Golfo di San Lorenzo rispetto ai tassi di spiaggiamento di foche arpa morte nella regione durante il periodo tra il 1992 e il 2010. E' stata condotta una regressione analoga dei valori in dice dei tassi di spiaggiamento relativi alla North Atlantic Oscillation (Nao). Queste analisi hanno rivelato correlazioni negative tra la copertura di ghiaccio e le condizioni della Nao e la mortalità delle foche, indicando che una copertura più leggera e meno spessa di ghiaccio e condizioni Nao danno come risultato valori più elevati di mortalità. Una retrospettiva incrociata delle analisi delle condizioni di Nao e la copertura di ghiaccio del mare 1978-2011 ha rivelato che NAO ai cambiamenti dovuti a ghiaccio marino potrebbe aver contribuito al depauperamento di foche, sulla costa orientale del Canada durante il 1950 e il 1972, e al loro recupero durante 1973-2000. Questa analisi retrospettiva cross-correlation delle condizioni della Nao dal 1978 al 2011 rivela anche i collegamenti tra la mortalità neonatale nelle foche arpa nell'Atlantico nord-orientale e la fase della Nao collegata al cambiamento dei ghiacci marini ed alla diminuzione delle foche nella costa orientale del Canada.
Il team di ricercatori ha valutato anche i trend a lungo termine della copertura di ghiaccio marino nelle aree di allevamento delle foche della Groenlandia in tutto il nord Atlantico dal 1979 al 2011, utilizzando diversi modelli di regressione lineare che hanno «Rivelato che gli effetti della copertura del ghiaccio marino per tutte le aree di allevamento delle foche è diminuita di ben il 6% per decennio rispetto alla serie temporali dei dati satellitari disponibili».
«Il tipo di mortalità che stiamo vedendo nel Canada orientale è drammatica. Intere classi annuali possono essere scomparse dalla popolazione negli anni di ghiaccio scarso, sostanzialmente tutti i cuccioli muoiono - ha detto David W. Johnston della Duke University - Questo mette in discussione la sopravvivenza dell'intera della popolazione».
Le foche della Groenlandia hanno bisogno di ghiaccio stabile per partorire e allattare i loro cuccioli fino a quando non possono nuotare e cacciare da soli e sempre più femmine, tra febbraio e marzo, si spingono a nord nelle regioni sub-artiche cercando di adattarsi ad una primavera che fonde il ghiaccio, utilizzando per partorire i figli e svezzarli un periodo insolitamente breve: 12 giorni.
«Come specie, si sono adatte ad affrontare cambiamenti naturali del clima breve termine, ma la nostra ricerca suggerisce che non possono essere ben adattate ad assorbire gli effetti della variabilità a breve termine combinata con quella a lungo termine del cambiamento climatico e ad altre influenze degli esseri umani, come la caccia e le catture accessorie», spiega Johnston.
Per valutare gli impatti cumulativi di questi fattori, i ricercatori hanno analizzato immagini satellitari dei ghiacci invernali dal 1 992 al 2010 nel Golfo di San Lorenzo, un'area di allevamento molto importante al largo della costa orientale del Canada, ed hanno confrontato i dati degli spiaggiamenti di esemplari di foche con la Nao, un fenomeno climatico che controlla l'intensità e l'itinerario di venti e tempeste e influisce notevolmente sulla formazione del ghiaccio marino invernale nella regione. Le analisi hanno rivelato un'alta mortalità di cuccioli nella popolazione di foche della Groenlandia del Nord Atlantico negli anni in cui la copertura di ghiaccio è meno estesa e più sottile e quando la Nao è più debole.
Analizzando dati più vecchi i ricercatori hanno scoperto che modifiche della Nao e della copertura di ghiaccio stagionale potrebbero aver contribuito ad una forte diminuzione della popolazione di foche, sulla costa orientale del Canada tra il 1950 e il 1972 e ad un periodo di progressivo recupero dal 1973 al 2000.
«Questo dimostra chiaramente che la popolazione di foche arpa in tutto l'Atlantico oscilla più o meno in sintonia con le tendenze del Nao ed alle associate condizioni del ghiaccio d'inverno - sottolinea Johnston - Ma c'è un problema. Indipendentemente dalle condizioni della Nao, i nostri modelli mostrano che la copertura di ghiaccio marino in tutte le aree di allevamento delle foche arpa nel Nord Atlantico sono in calo di ben il 6% ogni decennio durante il periodo di studio. Le perdite negli anni cattivi superano i guadagni negli anni buoni. Una domanda centrale senza risposta è se le foche saranno in grado di rispondere alla tendenza a lungo termine, spostandosi in altri habitat con ghiaccio più stabile».

Recenti rapporti rivelano indicano che alcune foche arpa partoriscono in zone di riproduzione nuove, fuoeri dalla Groenlandia orientale, e quindi qualche cambiamento potrebbe essere in atto, ma migliaia di foche a tornano ancora ogni anno nelle aree di allevamento tradizionali nel Golfo di San Lorenzo o lungo il Front, al largo di Terranova, a prescindere condizioni del ghiaccio marino.

«Non c'è più così tanto ghiaccio là fuori e diminuisce in quantità e qualità in tutta la regione - conclude Johnston - insieme all'arrivo anticipato della rottura dei ghiacci primaverile, sta letteralmente lasciando queste popolazioni sul ghiaccio sottile. Potrebbero essere necessari anni di ghiaccio "buono" per recuperare una popolazione stabile per compensare le gravi perdite subite durante la recente serie di anni di ghiaccio "cattivo nel Canada orientale».

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