
[10/01/2012] News
Una ricerca anche italiana
Current Biology pubblica il sorprendente studio "Genetic rediscovery of an ‘extinct' Galápagos giant tortoise species" condotto da un team internazionale (ricercatori di Ecuador, Italia, Usa, Canada, Grecia,) al quale hanno partecipato anche due scienziati italiani: Claudio Ciofi, del Dipartimento di biologia evolutiva, dell'università di Firenze, e Adalgisa Caccone (Nella foto), direttrice del Yale Institute for biospheric studies, molecular systematics and conservation genetics laboratory (Yibs-Mscg) e del Dna Analysis facility on science hill del Department of ecology & evolutionary biology della Yale University (Usa).
I ricercatori spiegano che «Geni di specie estinte di recente possono vivere nel genoma degli individui esistenti di origine mista. Recentemente, firme genetiche della tartaruga gigante delle Galapagos, una volta endemica dell'Isola Floreana (Chelonoidis elephantopus o Geochelone elephantopus ) sono stati rilevati in 11 individui ibridi dell'altrimenti pura Chelonoidis becki nel vulcano Wolf, isola di Isabela. Gli spostamenti delle tartarughe tra le isole da parte di pirati e navi baleniere non erano rari nel corso dell'800, il che rappresenta un probabile meccanismo mediante il quale sono stati traslocati individui da Floreana a nord ad Isabela, pur essendo presumibilmente estinta subito dopo lo storico viaggio di Charles Darwin alle isole Galapagos nel 1835. Questi undici individui ibridi con ascendenza di C. elephantopus si pensava fossero le ultime vestigia di un lignaggio genetico evolutivo unico in natura».
Ma il team di ricercatori segnala che tartarughe adulte riproduttive della "estinta" Chelonoidis elephantopus provenienti dall'isola di Floreana «E' molto probabile che oggi siano ancora vive», dato che sono state individuate e monitorate attraverso impronte genetiche «recentissime» ritrovate «Nella prole ibrida del vulcano Wolf. Se trovati, questi individui riproduttivi di C. elephantopus potrebbero costituire il nucleo fondante di un programma di riproduzione in cattività, finalizzato a far risorgere questa specie».
I ricercatori, dopo aver scoperto tre anni fa le tartarughe ibride, sono tornati sul vulcano Wolf per campionare 1.669 tartarughe, circa il 20% della popolazione stimata attualmente, utilizzando il loro Dna per confrontarlo con quello di tutte le specie viventi ed estinte di tartarughe delle Galapagos, tenendo conto di un complicato scenario delle possibili serie di ibridazioni e scrivono su Current Biology: «Abbiamo determinato che il genotipo di 84 tartarughe del vulcano Wolf è il risultato di eventi di ibridazione che hanno coinvolto un individuo fertile di C. elephantopus come uno dei genitori immediati. Inoltre questi eventi sono stati molto recenti: 30 delle 84 tartarughe hanno meno di 15 anni. Data la durata di vita documentata delle tartarughe delle Galapagos di più di 100 anni, c'è una buona probabilità che tartarughe C. elephantopus riproduttive siano ancora vive».
La Caccone, senior scientist del nuovo studio, ha spiegato a Bbc News Science & Environment che «Intorno al vulcano Wolf c'è un mistero, si potrebbero trovare carapaci a conchiglia, a cupola a sella e molte altre possibilità. Alla base, cercando l'impronta genetica degli ibridi, se si fa qualche calcolo ci si rende conto che ci deve essere un qualche elephantopus intorno al padre di questi animali. Per giustificare la quantità di diversità genetica negli ibridi, ce ne dovrebbero essere qualcosa come 38». Un numero che includerebbe sia maschi che femmine, dato il Dna mitocondriale di C. elephantopus trovato in alcuni ibridi e che viene ereditato esclusivamente dalla madre.
Il complicato calcolo di individui ibridi e "puri" necessari a giustificare la scoperta fatta nell'isola di Isabela porta a pensare che esista ancora un nucleo che possa permettere di recuperare, con un programma di allevamento in cattività, le tartarughe giganti di Floreana. Degli 84 individui ibridi ritrovati, 26 avevano Dna mitocondriale di Chelonoidis elephantopus e nell'area del vulcano Wolf sono state individuati altri 133 individui con non trascurabili eredità delle tartarughe "estinte". I ricercatori sottolineano che «C'è una probabilità inferiore all'1% che questi siano falsi positivi». Altri dati dimostrano che «Quattro generazioni di re-incroci con la nativa C. Becki sono sufficienti per ottenere questo risultato (90% di possibilità). Così l'ibridazione sul vulcano Wolf sembra essere stato un processo ricorrente negli ultimi 200 anni», cioè da quando lo spostamento di centinaia tartarughe adulte da un'isola all'altra da parte degli uomini, che le usavano come riserva di carne fresca, era diventata comune. Le tartarughe giganti di Floreana sarebbero state portate su Isabela dalle navi baleniere che cacciavano capodogli alle Galapagos. La gigantesca C. elephantopus si distingue per il suo carapace a forma di "conchiglia", mentre le specie di tartarughe delle altere isole Galapagos hanno un carapace più a cupola. Questi grandi rettili sono stati una delle fonti di ispirazione per Charles Darwin per la teoria dell'evoluzione
Il team di ricercatori sottolineano che questa sarebbe la prima riscoperta di una specie in vita attraverso le tracce delle sue impronte genetiche nella prole ibrida e che «Queste scoperte danno nuova vita alle prospettive di conservazione dei membri di questo "flagship group". Più in generale, nonostante l'ibridazione sia se esso considerata in gran parte deleteria per la conservazione della biodiversità, in alcuni casi, come per i fringuelli di Darwin nelle Galapagos, può anche agire come una fonte importante di nuove variazioni genetiche. Qui abbiamo dimostrato un altro aspetto benefico dell'ibridazione: la sua eredità può occasionalmente produrre opportunità per resuscitare specie in pericolo attraverso attività di selezione mirata».
La Caccone sottolinea: «Potremmo bisogno di tre o quattro generazioni per fare questo. In teoria potrebbe essere fatto e penso sia molto eccitante riportare dalla morte un genoma che pensavamo non esistesse più».
Trovare i "parenti" è una cosa, ma usare il loro patrimonio genetico per riportare in vita la specie estinta di Floreana è un'altra. Il team della Yale University ha in programma un'indagine più esaustiva nella regione del Vulcano Wolf di Isabela, per identificare più individui portatori di geni di C. elephantopus, «Allora dovremmo guardare agli individui più interessanti ed al loro genotipo e magari utilizzare la selezione assistita per aiutare il processo in corso», conclude Adalgisa Caccone. La selezione assistita comporta la scelta degli individui portatori di più geni di C. elephantopus, in modo da ridurre gradualmente le casualità che si riscontano negli incroci convenzionali. Ma, come dicono i ricercatori di Yale, «I lunghi intervalli tra le generazioni significano anche che se il progetto verrà avviato non sarà concluso in tempi brevi. Un secolo a partire da oggi sarebbe una scommessa equa».